Scrutatio

Martedi, 16 aprile 2024 - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi)

Novalis


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I. Vita e opere. Friedrich Leopold von Hardenberg, nasce il 2 maggio 1752 a Oberwiederstedt, cresce nella tradizione pietistica e si laurea in legge. La morte della sua giovane fidanzata Sophie von Kühn (1797) segna una svolta decisiva nella sua vita. Sotto l'influsso degli scritti di Böhme, Zinzendorf ( 1760) e Schleiermacher ( 1834) egli diventa l'esponente più celebre del primo romanticismo tedesco. Fra le sue opere, rimaste incomplete e frammentarie a motivo della sua precoce morte (25 marzo 1801), ne ricordiamo tre: gli Inni alla notte, i Geistlichen Lieder (canti spirituali) e i Frammenti. Rivelano l'orientamento mistico-sentimentale del poeta verso Dio.

II. L'esperienza mistica attraverso le opere. Gli Inni alla notte. N. inizia a comporli nel 1797, dopo un " momento di lampeggiante estasi " alla tomba di Sophie. Divenuto " straniero ", l'uomo (egli stesso) " entra nella notte " che è la notte mistica dello sposalizio, nella quale compare la sua amata come " l'amabile sole notturno ". La sua visione della notte supera la realtà della notte, che assurge a simbolo della vera vita che non tramonta mai. La fidanzata - giocando sul significato del nome (Sofia-Sapienza) - diventa simbolo di Cristo, di modo che la tomba di Sophie e la tomba di Cristo confluiscono nel simbolo della morte d'amore che va cercata per giungere alla salvezza eterna. Nella tomba N. incontra, perciò, un mistero di risurrezione, ed è la stessa notte che avvolge la morte e gli dischiude infinite beatitudini. Ma se N. nei primi Inni sogna di congiungersi con Sophie nella mistica notte della morte, più avanti la prende come intermediaria perché lo conduca a Cristo (come la Beatrice dantesca) e perché nelle sue sembianze sembra brillare il volto dell'Amato, cioè di Cristo. Il cammino della notte significa, così, la vittoria sulla morte con le sue sofferenze e conduce all'eterno possesso dell'amore e alla risurrezione.

Questa scoperta di N. risulta pure dai Frammenti in cui egli ritorna sul cammino d'interiorizzazione che esige l'abbandono del mondo terreno dei sensi e delle apparenze per immergersi nel mondo vero, sostanziale di Dio, fino all'esperienza unitiva. Questo cammino, delineato da chi lo vive poeticamente e come un protestante che simpatizza per il cattolicesimo, termina con la presa di coscienza di poter raggiungere un universo nel quale convergono e culminano tutti i pensieri, tutte le poesie, tutte le attività umana. Esso è il luogo della religione, glorificato per tutto il Medioevo, ma distrutto con lo scisma del sec. XVI. Occorre ritrovarlo e ricondurre all'unità, come spiega in Die Christenheit oder Europa.

Nelle Geistlichen Lieder, un ciclo di quindici liriche destinate al canto liturgico, N. s'incentra nei misteri della fede. Nel cuore del ciclo si trova un inno che celebra il mistero della Cena: l'uomo che mangia la carne di Cristo e beve il suo sangue si unisce a Dio, termine della mistica. " Alla mensa del desiderio di unione " si attua la rinascita dell'uomo mediante il Cristo risorto, arcanamente presente. I canti di N., non composti per una confessione di fede comunitaria, ma per esprimere i sentimenti di chi partecipa intimamente agli eventi della vita di Gesù, s'ispirano all'Aurora nascente di J. Böhme. Rivelano una mistica cristocentrica con devoti richiami a Maria Vergine. Coronamento di questo spirito è il romanzo Heinrich von Ofterdingen di carattere autobiografico, che tocca però talvolta la linea limite del magico, della mitologia, presente anche in altri scritti. Le stesse idee teosofiche ed estetiche di N. e l'inserimento della natura nella speculazione mistica contribuiscono in lui a muoversi in tale direzione.

Bibl. Opere: Novalis, Opere, a cura di G. Cusatelli, Milano 1982; Id., Inni alla notte. Canti spirituali, a cura di V. Cisotti, Milano 19842. Studi: H.U. von Balthasar, Prometheus, Heidelberg 1947, 255-292; M. Besset, Novalis et la pensée mystique, Paris 1947; E. Biser, Abstieg und Auferstehung. Die geistige Welt in Novalis " Hymnen an die Nacht ", Heidelberg 1954; Giovanna della Croce, s.v., in DES II, 1720-1722; F. Hiebel, Novalis. Deutscher Dichter, europäischer Denker, christlicher Seher, Bern 19722; G. Kranz, s.v., in DSAM XI, 471-473; J. Lanczkowski, s.v., in WMy, 383-385; R. Meyer, Das Christuserlebnis und die neue Geistesoffenbarung, Stuttgart 1954; W. Nigg, Heimliche Weisheit, in Aa.Vv., Mystisches Leben in der evangelischen Christenheit, Zürich 1959, 417-446; G. Schulz, Novalis in Selbst-zeugnissen und Bilddokumenten, Reinbeck 1976.



Autore: Giovanna della Croce
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)