Scrutatio

Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Muratori Ludovico Antonio


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I. Vita e opere. Erudito enciclopedico e principe della storiografia italiana, nasce a Vignola (MO) nel 1672, da modesta famiglia. Il desiderio di dedicarsi alla vita ecclesiastica e agli studi lo conduce nel 1685 alle scuole dei gesuiti di Modena, dove si laurea in legge nel 1694. L'influsso del benedettino B. Bacchini ( 1721) desta in lui l'ardore per le ricerche erudite. Ordinato sacerdote, è assunto nel 1695 come dottore alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Nel 1702 è chiamato a dirigere l'archivio e la biblioteca ducale di Modena. Da allora la sua vita si svolge tra l'esemplare attività pastorale nella parrocchia di S. Maria della Pomposa (affidatagli nel 1716) e la notevole produzione scientifica, meravigliosa per continuità, per mole e per metodo, soprattutto nel campo storico e letterario. Muore a Modena nel 1750. Qui di seguito si sottolinea il suo pensiero sulla vita e sulla pietà cristiana, espresso in alcune opere da lui dedicate a questi temi, ed espressione al tempo stesso del suo zelo sacerdotale.

In passato, per alcuni studiosi, nelle pagine che il M. ha dedicato alla pietà cristiana trasuderebbe un atteggiamento giansenista; per altri il suo spirito si sarebbe opposto fermamente al rigorismo antiumano di Port-Royal. Recenti ricerche, pur mettendo in evidenza coincidenze su alcuni punti, hanno rilevato la di lui esemplarità sacerdotale, sottomissione alla gerarchia, esplicito rifiuto del giansenismo, rettitudine delle intenzioni nel criticare abusi e pratiche fuorvianti, anche se a volte ciò dava motivo ad altri per critiche anticuriali e riformiste.

Testimoniano il suo genuino concetto di vita e pietà cristiana alcuni scritti di grande pregio, come l'opuscolo Della carità cristiana (1723) e anche il trattato Della regolata divozione dei cristiani (1747), il suo scritto spirituale più discusso, come si dirà più avanti. Più orientato nella linea delle idee riformiste appare il suo De superstitione evitanda (1742), pubblicato sotto lo pseudonimo di Antonio Lampridio, in cui mira a criticare la teatralità delle funzioni religiose e a combattere ogni forma di superstizione, le false estasi e i falsi miracoli. In un precedente trattato De ingeniorum moderatione in religionis negotio (1714) aveva già esaminato alcuni problemi della pietà discussi in quel tempo e criticava opinioni o credenze religiose non basate storicamente ed esagerazioni nel culto popolare della Madonna e dei santi.

La sua opera più importante, anche per l'influsso che ha esercitato, resta comunque la suindicata Della regolata divozione, che al suo apparire suscitò reazioni contrastanti: da chi la classificava come eretica fino a chi se ne mostrava entusiasta. Si presenta come un manuale di vita cristiana con la finalità di rinnovarla e purificarla nel clero e nei fedeli. È una piccola somma delle verità della fede cristiana e della sincera e autentica devozione che dette verità devono far nascere nel cuore e nella vita di ogni credente. Nel definire la " regolata divozione " si rifà a s. Tommaso d'Aquino e la collega alla SS.ma Trinità e alle tre virtù teologali. Esalta la preghiera, la mortificazione, l'umiltà unita al sacramento della penitenza, mentre dà all'Eucarestia un posto di rilievo nella vita cristiana, insistendo fortemente sulla partecipazione attiva ad essa da parte dei fedeli. D'altra parte, però, esprime alcune riserve sul culto dei santi e su quello mariano. La sua preoccupazione costante è richiamare ad una pietà teocentrica e ad una vita cristiana trinitaria. Il suo atteggiamento nei confronti della venerazione delle immagini sacre è conseguente di tale preoccupazione. Nello svolgere tutto questo discorso evita gli orizzonti poco chiari del quietismo e le asprezze del rigorismo giansenista, esprimendo una moderazione e una visione aperta all'ottimismo. Oltre all'uso continuo della Bibbia e al ricorso a citazioni di vari Padri della Chiesa, gli autori spirituali più consultati e da lui anche raccomandati sono: Ignazio di Loyola con i suoi Esercizi Spirituali, G. Bona, l'Imitazione di Cristo, il Combattimento spirituale. Altri autori che ricorrono spesso nei suindicati scritti muratoriani di carattere spirituale sono: Tommaso da Kempis ( 1471), Luigi di Granada, Teresa di Gesù, Francesco di Sales, Tommaso di Gesù, G.B. Saint-Jure ( 1657), B. Cambi ( 1617), B. Cacciaguerra ( 1566), G. Loarte ( 1578), S. Binet ( 1639).

Bibl. Opera: L.A. Muratori, Della regolata devozione dei cristiani, Cinisello Balsamo (MI) 1990. Studi: E. Amann, s.v., in DTC X, 2547-2556; A. Andreoli, Nel mondo di Ludovico Muratori, Bologna 1972; F. Cognasso, s.v., in EC VIII, 1523-1527; A. Dupront, L.A. Muratori et la societé européenne des pré-lumière, Firenze 1976; M. Monaco, La vita, le opere e il pensiero di L. A. Muratori e la sua concezione della pubblica felicità, Lecce 1977; M. Schenetti, La vita di L.A. Muratori ricavata dal suo epistolario, Torino 1972; P. Zovatto, s.v., in DSAM X, 1844-1847 (con abbondante bibliografia).




Autore: E. Boaga
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)