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Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Montanismo


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I. Il m., movimento apocalittico sorto in Frigia, in Asia minore, verso la seconda metà del sec. II (probabilmente tra il 153 e il 156), deve il suo nome a Montano. In realtà, all'inizio, tale movimento fu chiamato dagli avversari " nuova profezia "; solo più tardi nel III e IV secolo ricevette il nome di " eresia frigia " o " m. ". Montano, che prima della sua conversione al cristianesimo era stato sacerdote di Apollo e di Cibele, dopo il battesimo si sentì chiamato dall'alto a diventare portavoce dello Spirito Santo, profetandone una nuova venuta nella Chiesa e in particolare annunciando la discesa della Gerusalemme celeste (cf Ap 21,1.10) sul villaggio frigio di Pepuza, ritenuto una nuova " città santa ". Egli si considerò l'incarnazione stessa dello Spirito e l'iniziatore di una nuova fase di rivelazione divina, dopo quella neotestamentaria. Andati distrutti gli scritti e le profezie di Montano e dei suoi seguaci - l'imperatore Costantino ne ordinò il sequestro e Arcadio la distruzione nel 398 -, frammenti e notizie indirette sul movimento sono tramandate da Eusebio di Cesarea ( 340),1 Tertulliano ( 223),2 Cipriano,3 Girolamo,4 Epifanio ( 535).5

II. I componenti del movimento. Importanti rappresentanti del m. furono alcune profetesse, come Priscilla e Massimilla, che si ritenevano anch'esse portavoce di Cristo e dello Spirito Santo. Più che di vistose eresie dottrinali, i montanisti, in un primo tempo, si fecero fautori di comportamenti carismatici esasperati, pretendendo di parlare in estasi e rivendicando alla loro predicazione la qualità di terza rivelazione dopo quella dell'AT e del NT. Con il loro spirito profetico essi intesero promuovere l'antico fervore della Chiesa risvegliando il carisma della profezia e della glossolalia, predicando l'imminenza della fine del mondo e propugnando un certo rigorismo morale ed ascetico, come la pratica del digiuno, il disprezzo del matrimonio, la condanna delle seconde nozze.

Una prima fase del m. si può considerare conclusa con la morte dell'" ultima profetessa ", Massimilla (probabilmente nel 178), quando, non verificandosi la fine del mondo, l'attesa spasmodica venne a poco a poco meno. All'inizio del sec. III iniziò una seconda fase, quella dell'accentuato rigorismo morale, che ebbe un interprete d'eccezione in Tertulliano (soprattutto a partire dal 207). Un indizio di questo rigorismo si ha, ad esempio, nella decisa proibizione a sfuggire al martirio: la fuga veniva vista come un'indebita connivenza con il mondo che stava per essere distrutto. L'imminenza della fine del mondo giustificava anche l'entusiasmo con cui i montanisti parlavano della rinuncia al matrimonio e della proibizione delle seconde nozze. In questo periodo, il rigorismo montanista assunse un grave carattere ereticale quando si oppose all'atteggiamento della Chiesa di perdonare i cristiani caduti nel peccato dopo il battesimo. E la contestazione del potere delle chiavi detenuto dalla Chiesa. Tertulliano, ad esempio, nel De pudicitia, non riconosce più tale potere ai vescovi: non sarebbe la chiesa gerarchica ad essere depositaria di questo potere di perdonare i peccatori, bensì la chiesa spirituale (ecclesia spiritus... non ecclesia numerus episcoporum 6).

Più che precursore dei movimenti carismatici contemporanei, il m. potrebbe essere visto - nei suoi risvolti positivi, superando cioè la sua concezione originaria che limitava la vera profezia solo a Montano, Priscilla e Massimilla - come un richiamo alla continua presenza dello Spirito Santo nella Chiesa, alla sua efficace influenza nella storia, alla sua costante ispirazione nella vita e nelle opere dei cristiani. In tal modo, esso si situa nel solco della storia della spiritualità e della mistica.

Note: 1 Hist. eccl. 5,14-19; 2 Adv. Prax. 1; 3 Ep. 75,10; 4 Ep. 41,3ss.;; 5 Panarion 48-49; 6 De pudicitia, 21,17.

Bibl. H. Bacth, s.v., in DSAM X, 1670-1676; A. Faggiotto, L'eresia dei Frigi, Roma 1924; Id., La diaspora catafrigia. Tertulliano e la nuova profezia, Roma 1924; A. Hollard, Deux hérétiques: Marcion et Montan, Paris 1935; P. de Labriollex, Les sources de l'histoire du Montanisme, Paris 1913; Id., La crise montaniste, Paris 1913; J. Lanczkowski, s.v., in WMy, 362-363.




Autore: A. Amato
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)