Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Lussuria


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Premessa. L'uomo, creato come corpo e anima e sigillato nella sua corporeità in forza del sesso che lo plasma e definisce, è stato redento da Dio attraverso il Figlio che si è fatto " carne ". Ma non è redento che nella misura in cui si lascia toccare dal mistero di Cristo. Per questo motivo, in lui possono riesplodere le ribellioni profonde del suo " io ", che intaccano sia la carne che l'anima, inseparabilmente.

Tra i sette vizi capitali, che possono fermare la redenzione dell'uomo, viene citata dalla tradizione la l.

I. Definizione. La l. è definita da Tommaso " peccato carnale " 1 per eccellenza, che porta a un accecamento della mente,2 provoca direttamente una diminuzione dell'amore al prossimo 3 e un impoverimento della speranza, anzi uno stato di disperazione.4 Come ogni altro vizio capitale, essa porta l'uomo alla stoltezza, " stultitia ".5

II. Nella Scrittura e nel contesto socio-culturale. Alcune formule della Bibbia e ancor più della semplice riflessione teologica possono essere " tradotte " e in qualche punto riconsiderate, riflettendo sul contesto in cui sono state a suo tempo espresse, ma non si può svuotare il messaggio biblico - e più direttamente quello cristiano - della sua severità riguardo a questo vizio capitale. E anche gli studi scientifici moderni più seri ora insistono nel ricordare come il sesso, principale fattore del problema l., sia un immenso valore (non riducibile per altro alla genitalità) perché si colloca come ciò che modella non solo tutto il corpo dell'essere umano, ma definisce la persona nel più profondo. Però sesso, corpo e persona debbono rientrare in un disegno più ampio che li modera e ispira: solo così è possibile salvare l'equilibrio e la " razionalità " dell'uomo e, come aggiungerebbe sempre s. Tommaso, la sua capacità di " sottostare a Dio ".6

Come la castità è fattore che dispone massimamente ad aprirsi a Dio e ai fratelli e promuove, quindi, la vita sprituale nonché l'attività caritatevole, così la l. riduce di molto l'orizzonte dello spirito e porta una pericolosa insensibilità generale. Difatti, con la l. viaggiano molto l'avidità e la violenza psicologica, che non cessano di incalzare sia i soggetti labili, sia quelli non ancora ben formati, come i giovani, sia anche coloro che sembrerebbero abbastanza ben corazzati di fronte alle suggestioni lussuriose, ma che ne restano ugualmente scossi.

Nella l., così intesa, si è tornati a una mitizzazione o " deificazione " della natura, del tutto opposta allo spirito della rivelazione biblica. Si è giunti non alla vera difesa della natura, ma ad una impostazione esattamente " innaturale ", che porta una grande solitudine e tristezza, poiché si trova il piacere ma non la gioia. S. Giacomo sottolinea: " Ciascuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce; poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato; e il peccato, quand'è consumato, produce la morte " (Gc 1,14-15).

S. Tommaso fa eco ricordando, a proposito di una " legge divina che mette ordine nell'uomo in base alla ragione circa le realtà del corpo e quelle che toccano il senso ", che tale legge dev'essere sentita come un invito a prestare a Dio " l'ossequio ragionevole ", anzi come una vocazione alla santità, secondo gli insegnamenti di s. Paolo.7 " Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti, siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo " (1 Cor 6,19-20).

III. L. spirituale. San Giovanni della Croce è molto severo soprattutto nei confronti della l. spirituale, quella che impoverisce l'unione piena con Dio. In modo particolare, egli afferma che i principianti hanno alcune imperfezioni circa questo vizio.8 Esso si manifesta sotto forma di moti impuri, derivanti dal piacere per le cose spirituali,9 anche quando lo spirito è occupato nella pratica di un sacramento e nell'orazione.10 A volte, è proprio il demonio a causare questi moti per turbare le persone e distoglierle dall'orazione.11 Solo attraverso il processo di purificazione, innescato dall'aridità spirituale, la persona viene purificata dalle imperfezioni commesse circa la l. spirituale.12 La l. va perciò combattuta con impegno perché la persona, una volta purificata, possa raggiungere quello stato di quiete e di pacificazione interiore tipico di chi è ormai stabilito nel cuore di Dio.

Note: 1 STh I-II, 72, c. 2; 2 " Caecitas mentis ": Ibid. II-II, 15, c. 3; 3 STh II-II, 170, q. 1 ad 2; 4 STh II-II, 54, 1 co.; 5 STh II-II, 46, 3; 6 Contra Gentes, 1, III, c. 121; 7 Ibid.; 8 Cf Notte oscura I, 4,1; 9 Ibid. 4,2; 10 Cf Ibid.; 11 Cf Ibid. 4,3; 12 Cf Ibid. 13,2.

Bibl. Aa.Vv. Mystique et continence, in EtCarm 31 (1952), tutto il numero; P. Adnès, Luxurie spirituelle, in DSAM IX, 1260-1264; E. Ancilli, s.v., in DES II, 1475-1477; T. Goffi, Amore e sessualità, Brescia 1967, 196-240; G. Pistoni, s.v., in EC VII, 1707-1712; A. Tanquerey, Compendio di teologia ascetica e mistica, Roma 1948, nn. 873-882; M. Vidal, Morale dell'amore e della sessualità, Assisi (PG) 1986, 188-226.




Autore: R. Girardello
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)