Isteria
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I. Sindrome psicopatologica appartenente al gruppo delle nevrosi, caratterizzata da un insieme di sintomi organici e psichici. Si tratta di una forma psicopatologica conosciuta dai tempi più remoti. Deve, infatti, il suo nome ad Ippocrate ( 377 ca. a.C.), il quale riprese una teoria già enunciata da Pericle ( 429 a.C.), secondo cui l'i. era dovuta ad una sofferenza dell'utero (hysteros). Si credeva, pertanto, una malattia esclusivamente femminile a sfondo sessuale. Nel Medioevo, l'i. venne ritenuta uno dei segni della possessione diabolica. Tipica a tal riguardo fu l'affermazione di Benedetto XIV: " La convulsione delle membra è il segno dell'azione demoniaca ". Le credenze relative all'i. come malattia tipicamente femminile e a sfondo sessuale, strettamente collegata al " soprannaturale " (le isteriche venivano considerate o sante o streghe), resistettero fino al sec. XVIII. E, infatti, dalla fine del 1700 che vengono descritti i primi casi di isterici e iniziano le prime osservazioni mediche circa le possibili cause organiche dell'i.
Con gli studi di Charcot e Janet, prima, e di Freud e la psicanalisi in un secondo momento, l'i. si definisce sempre di più come una sindrome complessa le cui cause sono di natura psicologica. Il concetto classico di malattia isterica tende gradualmente a scomparire lasciando il posto ad interpretazioni che pongono in primo piano la personalità del paziente isterico e il suo rapporto con il mondo. La personalità isterica viene oggi descritta essenzialmente attraverso tre caratteristiche principali (De Santis, 1982): a. il modo di mettersi in rapporto con la realtà: l'isterico è sempre molto vulnerabile di fronte ad essa e può apparire o eccessivamente timoroso e timido o eccessivamente sicuro e forte; b. lo stile nei rapporti interpersonali, caratterizzato da suggestionabilità e volubilità che manifestano una profonda immaturità; c. il rapporto con se stesso, caratterizzato da un sentimento di autosvalutazione personale.
II. I quadri clinici attraverso cui si manifesta l'i. sono alquanto vari. Per comodità possiamo ricondurli a due principali manifestazioni: la conversione organica e la conversione psichica del conflitto psichico di base. Nella conversione fisica si evidenziano fenomeni molto simili a vere malattie neurologiche, come ad es. l'epilessia; è fondamentale, pertanto, per parlare di i. assicurare l'assenza di un evidente substrato organico che giustifichi la sintomatologia. I sintomi maggiormente riscontrati sono: paralisi persistenti anche se spesso irregolari come astasia, abasia, afasia, contratture muscolari, tremori; alterazioni della sensibilità che assumono le caratteristiche di vere e proprie anestesie; alterazioni sensoriali come cecità parziale, restringimento del campo visivo; manifestazioni viscerali, spasmi, alterazioni trofiche; astenia; disturbi sessuali come frigidità e vaginismo nelle femmine e impotenza ed eiaculatio precox nei maschi. Anche se oggi meno frequente, ciò che ha da sempre definito l'i. è l'attacco isterico, un episodio simile al " grande male epilettico ", ma caratterizzato da una grande teatralità. Esso è preceduto da fenomeni come palpitazioni cardiache, dolori addominali, bolo: il soggetto cade a terra in apparente stato di incoscienza. L'attacco continua con un periodo, di una ventina di minuti, di irrigidimento completo di tutto il corpo seguito da urla e movimenti che sembrano imitare scosse cloniche generalizzate. Nella conversione psichica si osservano frequentemente amnesie parziali riferite in modo particolare ad avvenimenti dolorosi (lutti, perdite, ecc.), o in rari casi globali: depressione, tono dell'umore triste accompagnato da forte ansia; stati crepuscolari.
G. Froggio
III. Nell'esperienza religiosa. I sintomi isterici, da un punto di vista diagnostico, a volte non sono facili da individuare perché hanno la funzione di mascherare qualcos'altro. La personalità isterica tende a simulare e inconsciamente usa la propria sintomatologia per nascondere (per evitare di riconoscere e di far riconoscere) la vera natura dei propri conflitti, bisogni e disagi.
Questa difficoltà psicodiagnostica si può ritrovare con una particolare complessità nella personalità isterica a orientamento religioso. L'isterico religioso manifesterà la sua difficoltà a riconoscere la natura dei suoi impulsi attraverso la proclamazione pubblica di principi morali rigidi e una religiosità integralista. Le sue liturgie saranno teatrali e tra i suoi paradossi non mancherà il proprio nascondimento esibizionista. Un'altra difficoltà psicodiagnostica dell'isterico religioso sta nelle sue manifestazioni più specificamente cliniche: presunti contatti con l'aldilà attraverso sogni, visioni e ispirazioni nei quali la propria persona ha sempre un ruolo di " tramite " tra la divinità e il suo popolo. In queste manifestazioni la personalità isterica a orientamento religioso si aspetta di essere creduta perché non accetta la possibilità che stia recitando un ruolo per nascondere il ruolo opposto. Una terza difficoltà diagnostica è quella pertinente il suo presunto misticismo con i fenomeni specifici che lo accompagnano: estasi, stimmate, sudori sanguigni e molte altre manifestazioni psicofisiologiche. In tutti questi fenomeni la sofferenza ha sempre un ruolo primario ed è importante prestare attenzione al significato che l'isterico presunto mistico dà al dolore proprio e altrui.
Le più recenti acquisizioni della psicologia clinica mostrano che molti fenomeni mistici possono essere riprodotti sia spontaneamente che artificialmente da personalità isteriche. Questo non può portare a concludere frettolosamente che tutti i mistici hanno una personalità isterica o che tutti i fenomeni mistici possono essere riprodotti artificialmente. Uno dei setting più frequenti nei quali si cerca di riprodurre artificialmente i fenomeni mistici è quello della trance ipnotica, nella quale la suggestionabilità del soggetto è molto più elevata. Un altro dato acquisito è la relativamente facile ipnotizzabilità della maggior parte degli isterici. Anche in questo caso, sarebbe frettoloso concludere che i mistici siano facilmente ipnotizzabili. Bisogna riconoscere che c'è ancora molto da approfondire.
La psicologia della religione, che è la disciplina di maggiore competenza in questo settore, ha un futuro arduo nel rispondere a quesiti tutt'altro che facili: se a nessuno è preclusa la via della mistica allora un isterico potrebbe essere un mistico " autentico "? In questi casi, una diagnosi differenziale è più che ardua. Anche dal punto di vista religioso, sia per le autorità che per i fedeli, una personalità isterica potrebbe contribuire a deviare dalla dottrina e dalla prassi originale, ma, allo stesso tempo, non si può escludere che Dio si serva anche di isterici per realizzare il suo piano di salvezza.
La collaborazione interdisciplinare e l'onestà dell'intelletto e del cuore sono i presupposti per un'adeguata impostazione di questi problemi.
A. Pacciolla
Bibl. D.W. Abse, L'isteria, in S. Arieti (cura di), Manuale di psichiatria, I, Torino 1969, 284-304; C. Brutti, L'isteria, in A. Massone (ed.), Elementi di medicina e psicologia pastorale, Varese 1969, 89-108; S. De Santis, L'isteria, in G.C. Reda (cura di), Trattato di psichiatria, Firenze l982, 163-179; J. Lhermitte, Mistici e falsi mistici, Milano 1955, 145-181; G.G. Pesenti, Isterismo, in DES II, 1359-1360; H. Thurston, Fenomeni fisici del misticismo, Alba (CN) 1956, 167-173; R. Zavalloni, Le strutture umane della vita spirituale, Brescia 1971.
Autore: A. Pacciolla, G. Froggio
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)