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Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Grignion del Monfort Luigi Maria (Santo)


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I. Cenni biografici e opere. Nasce il 31 gennaio 1673 a Montfort-sur-Meu, in una famiglia profondamente cristiana. Frequenta il collegio dei gesuiti e, nel 1692, si reca a Parigi per prepararsi al sacerdozio, che riceve nel 1770. Lasciato il Saint-Sulpice, inizia la sua vita apostolica dedicata alle missioni popolari. Percorre molte regioni dell'Europa come predicatore itinerante. La sua attività apostolica incontra resistenze e opposizioni varie, soprattutto da parte dei giansenisti. Il popolo, invece, lo accoglie come apostolo del rinnovamento spirituale che egli stimola attraverso un'autentica devozione a Maria. Nella sua azione pastorale egli adotta metodi nuovi per evangelizzare il popolo con un linguaggio semplice e quotidiano. A lui s'ispirano diverse nuove Congregazioni religiose. Muore il 28 aprile 1716.

Di G. restano le seguenti opere: L'amore dell'eterna Sapienza, Lettera agli amici della croce, Preghiera infuocata, Il segreto ammirabile del santo rosario, Il segreto di Maria, Trattato della vera devozione alla S. Vergine.

II. Itinerario mistico. 1. Unificazione della vita spirituale in Dio solo. G. riconosce che i suoi genitori lo hanno educato nel " timore di Dio " (Lettera 20), cioè in un ambiente cristiano, dove egli, come altri suoi contemporanei, ha potuto manifestare, fin dall'infanzia, segni particolari di fervore religioso: ritirarsi dai giochi, appartarsi nella preghiera, parlare di Dio e del suo amore ai propri familiari.1 I periodi di intensa comunione con Dio nella preghiera prolungata si susseguono nell'esistenza di G. Ricordiamo, sulla scorta dei biografi, il fervoroso impegno spirituale che coincide con la sua entrata nella Congregazione mariana negli ultimi due anni di frequenza del collegio dei gesuiti a Rennes (1690-1692): " Si abbandona alla preghiera e alla penitenza e non può gustare altro che Dio. Tutto il resto gli è insipido ".2 E tuttavia il suo desiderio di divenire povero, condividendo con gli ultimi, si scontra con l'ideale paterno di promozione sociale. La partenza verso Parigi significa per lui la liberazione dal condizionamento familiare, che egli esprime con un gesto significativo: si disfa dei pochi soldi che ha, scambia i vestiti con un povero e pronuncia il voto di povertà radicale.3

La vicenda spirituale del seminarista G. assume nuovi risvolti a Parigi nell'ambiente di Saint-Sulpice (1692-1700). Egli pensa di aver trovato un ambiente nel quale servire Dio in libertà.4 Infatti, in un primo momento egli può seguire il suo fervore vivendo la mistica della povertà liberatrice, spingendosi verso le sante follie dell' ascesi in una " mortificazione senza limiti " (Blain) e giungendo nel campo della devozione mariana alla schiavitù d'amore verso la Madre di Dio.

Soprattutto G. perviene ad un primo vertice mistico quando nel 1695 tralascia di frequentare la Sorbona e opta per la " scienza dei santi ". E rimasto conquistato dalle Lettere spirituali del gesuita J.J. Surin che unifica la vita spirituale nell' amore puro e nel gusto di Dio solo, ossia nel trasferimento di ogni affetto dalle creature al Creatore. Alla sua scuola G. " non perde mai di vista Dio, né la presenza attuale di Dio ",5 intensifica le mortificazioni corporali e manifesta il suo zelo per la difesa dell'onore di Dio.

Non si fa attendere il momento della prova, che si rivela rude e diuturna. Il suo direttore spirituale è molto reticente in fatto di mortificazioni, perciò lo sottopone alla prova dell' obbedienza e della sottomissione pubblica. G. supera la prova senza un lamento, ma al prezzo di un'acuta diffidenza del proprio io e di una concentrazione in Dio unita all'incapacità di attendere a compiti esteriori.6 Questo scontro tra il padre spirituale e G. " è determinato da una diversa corrente spirituale alimentata da un'opposizione temperamentale ".7 G. si richiama alla corrente mistica e missionaria dei suoi autori preferiti, cioè Olier, Surin e Boudon ( 1702), ponendosi così al di fuori dei principi formativi ispirati a Tronson ( 1700). Il condiscepolo Blain riferisce due momenti di intensa spiritualità vissuti da G. in questo periodo. Il primo è costituito dal suo pellegrinaggio al santuario di Chartres, dove trascorre in preghiera tutta la giornata dinanzi all'immagine della Vergine " in una specie d'estasi ". Il secondo si colloca intorno all'ordinazione sacerdotale, quando " questi è giunto a un sublime grado di unione con Gesù Cristo ", al punto che Leschassier lo incarica di scrivere su tale argomento.8 Il seminarista G. passa, così, da una concentrazione sulla persona di Maria e sulle sue grandezze ad approfondire " l'unione con Gesù Cristo " e l'identificazione della schiavitù con i voti del battesimo.

2. L'alleanza d'amore con Cristo Sapienza crocifissa. Liberatosi dal condizionamento sulpiziano, G. opera definitivamente il passaggio da una spiritualità di tipo contemplativo e acosmico ad una spiritualità apostolica, in cui l'apostolato appare come l'opera più divina (cf Cantico 21,12).

In questa prospettiva l'alto grado di unione con Gesù Cristo sperimentato a Parigi si rivela un vertice spirituale provvisorio. Negli anni 1701-1704 egli, infatti, appare totalmente proteso alla ricerca della sapienza. Confessa di cercare la vera sapienza " giorno e notte con più ardore che mai " (Lettera 13), abbinando la sapienza alla croce. Questa ansiosa ricerca della sapienza si esprime nei Cantici 123-126 composti con ogni probabilità durante il soggiorno a Poitiers (1701-1705). Per ottenere la sapienza il missionario è disposto a intraprendere qualsiasi impresa, anche ad " oltrepassare i mari ", " correre per la terra ", " fendere l'aria " (Cantico 126,3). A Parigi, in un sottoscala di Rue du Pot de fer, dopo l'espulsione dall'ospedale della Salpetriere e l'abbandono degli amici (fine 1703), G. sperimenta una delle fasi più cruciali della sua vita. E " la grande derelizione ",9 quando si sente " impoverito, crocifisso, umiliato più che mai ". Ma proprio in queste croci egli scorge " il corredo e il corteo necessario nella divina sapienza " (Lettera 16).

In questo frattempo G. perviene ad uno stato mistico di alleanza d'amore indissolubile con la sapienza che egli esprime a fine agosto 1704 in termini di matrimonio spirituale (cf Lettera 20).

3. La grazia mistica della presenza di Gesù e di Maria. Il matrimonio di G. con la sapienza comporta una modifica nella spiritualità in rapporto all'apostolato. Questo cessa di apparire un ostacolo per il raggiungimento della perfezione, anzi costituisce l'opera più divina (cf Cantico 21,12; L'amore dell'eterna sapienza, 30). La vita apostolica di G. è tutta proiettata alla salvezza del prossimo mediante la missione popolare di parrocchia in parrocchia. E spesso perseguitato o incompreso da gente di alta condizione e da ecclesiastici, compresi alcuni vescovi che gli proibiscono il ministero delle proprie diocesi. Egli sintonizza, invece, con i poveri in cui vede lo stesso Cristo. Ormai G. dilata il suo orizzonte fino a scorgere il volto di Cristo in ogni uomo: " Bisogna che io ami Dio nel mio prossimo " (Cantico 148,1).

Nel 1714 visita il canonico Blain suo antico condiscepolo, che ci tramanda un memorabile colloquio svoltosi tra i due amici. Il missionario rivendica la legittimità della sua sequela letterale di Cristo Sapienza nell'adozione del suo genere di vita per il regno. Inoltre, confida all'amico di godere di una grazia di ordine esperienziale e mistico: " La presenza continua di Gesù e di Maria ".10 Egli raggiunge, così, una nuova unificazione della vita spirituale attraverso la grazia della presenza di Gesù e di Maria per cui può realizzare la contemplazione o intima unione a Dio nell'azione apostolica.

Anche l'itinerario mariano di G. così intenso e costante nel fare riferimento a Maria e in tutte le azioni della giornata, sfocia nell'esperienza religiosa della paternità di Dio, quindi in una vita filiale libera dal timore: " Questa Madre del puro amore toglie dal tuo cuore ogni scrupolo e ogni disordinato timore servile, l'apre e dilata per farti correre sulla via dei comandamenti di suo Figlio con la santa libertà dei figli di Dio " (Trattato della vera devozione a Maria, 215). Questo passaggio dal timore all'amore si spiega con il fatto che Maria, essendo " tutta relativa a Dio " (Ibid., 225) ed espressione della sua bontà (" è buona e tenera... E, bella come la luna che riceve la luce dal sole, ella la tempera per adattarla alla nostra debole vista ", Ibid., 85), trasferisce verso la fonte suprema dell'amore l'atteggiamento di fiducia in lei. In tal modo, Maria introduce sempre più G. nel cuore della rivelazione neotestamentaria.11 Gli ultimi anni del missionario sono segnati dalla crisi della speranza in una sua sopravvivenza attraverso le sue fondazioni religiose finalizzate alle missioni del popolo o alla cura dei malati.

Sul letto di morte, in piena missione a Saint Laurent sur-Sevre, eleva il suo ultimo grido, la sua protesta di fedeltà, una testimonianza della sua comunione mistica con Cristo e con la Vergine: " Invano mi attacchi: sono tra Gesù e Maria... Deo gratias et Mariae. Sono al termine della mia carriera. E finita, non peccherò più ".12

Note: 1 Cf la prima biografia pubblicata anonima da J. Grandet, La vie de Messire Louis-Marie Grignion de Montfort, prêtre missionnaire apostolique, Nantes 1724, 2-4; 2 J.B. Blain, Abrégé de la vie de Louis-Marie Grignion de Montfort, Rome 1973, 7; 3 J. Grandet, La vie..., o.c., 350; 4 J.B. Blain, Abrégé..., o.c., 17; 5 J. Grandet, La vie..., o.c., 297; 6 J.B. Blain, Abrégé..., o.c., 69; 7 S. De Fiores, Itinerario spirituale di s. Luigi Maria di Montfort (1673-1716) nel periodo fino al sacerdozio (5 giugno 1700), in Marian Library Studies, 6 (1974), 234; 8 J.B. Blain, Abrégé..., o.c., 105; 9 L. Pérouas, Ce que croyait Grignion de Montfort et comment il y a vécu sa foi, Tours 1973, 68; 10 J.B. Blain, Abrégé..., o.c., 191; 11 Cf S. De Fiores, Itinerario mariano di s. Luigi Maria da Montfort (1673-1716), in Mater Ecclesiae, 9 (1973), 165-170; 12 Ch. Besnard, Vie de M. Louis-Marie Grignion de Montfort, Rome 1981, II, 495.

Bibl. Opere: S. Louis-Marie Grignion de Montfort, Oeuvres complètes, a cura di Equipe Montfort. Intern., Paris 1966; S. Luigi Maria da Montfort, Opere, I: Scritti spirituali, a cura del Centro Mariano Montfort., Roma 1990. Studi: Aa.Vv., Dieu seul. Á la rencontre de Dieu avec Montfort, Rome 1981; M. Audran, Les différentes formes de la spiritualité du bienheureux Louis-Marie Grignion de Montfort, in Cahiers thomistes, 3 (1928), 521-541; G. De Luca, Luigi Maria Grignion de Montfort, Roma 1943; S. Gutierrez Alonso, La esclavitud mariana en sus fundamentos teológicos y forma ascético-mística y historia según el beato Monfort y según el P. Rios, Madrid 1945; R. Laurentin, Dio mia tenerezza. Esperienza spirituale e mariana, attualità teologica di san Luigi Maria da Montfort, Roma 1985; A. Lhoumeau, La vie spirituelle à l'école de s. Louis-Marie Grignion de Montfort, Bruges 1953; L. Peronas, s.v., in DSAM IX, 1074-1081; M. Quemeneur, Essai sur la spiritualité de s. L.-M. de Montfort, in Documentation montfortaine, 6 (1961)29, 63-78; Th. Rey-Mermet, Luigi Maria Grignion de Montfort. Il poeta mistico di Maria, Roma 1988.



Autore: S. De Fiores
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)