Scrutatio

Martedi, 23 aprile 2024 - San Giorgio ( Letture di oggi)

Gregorio Sinaita


font righe continue visite 488

I. Vita e opere. G. nasce nel 1255 a Clazomene in Asia Minore. Dopo aver soggiornato nel monastero sinaitico di Santa Caterina, si trasferisce a Creta dove viene iniziato alla vita esicasta dall'anacoreta Arsenio. Si reca, quindi, sul Monte Athos e qui vive nell'eremitaggio di Magula con alcuni discepoli fino al 1325 ca., anno in cui è costretto ad andarsene a causa delle frequenti incursioni dei turchi. Si rifugia a Paroria in Bulgaria, luogo da cui i suoi discepoli, dopo la sua morte avvenuta il 27 novembre 1346, diffonderanno l' esicasmo nei paesi slavi ortodossi.

Numerosi sono gli scritti che G. dedica alla preghiera nelle sue diverse pratiche, tra queste si menziona anche quella psicofisica (esicasmo) che egli difende, condividendo gli scritti dello Pseudo Simeone e di Niceforo l'Athonita ( 1350 ca.), senza però assolutizzarla, consigliandola in particolare ai principianti sprovvisti di un maestro spirituale. G., anche se non appare mai nell'infuocata controversia palamita, è assieme a Gregorio Palamas il più grande rappresentante dell'esicasmo del sec. XIV e per questo motivo è chiamato " dottore dell'esichia ".

II. Insegnamento spirituale. G., seguendo la tradizione esicasta precedente, pone come obbiettivo principale dell'asceta il conseguimento della deificazione (théosis) che si ottiene attraverso la preghiera pura (katharà preseuché), detta anche monologica o preghiera di Gesù. Nel suo trattato Capitoli in acrostico egli espone, in modo non sistematico, i fondamenti della vita esicasta e della preghiera pura, trattati, in seguito, più ampiamente in vari opuscoli tra i quali sono da ricordare L'esichia e i due modi di preghiera e la Rigorosa notizia sull'esichia e la preghiera. Secondo G., l'esicasta, per pervenire alla condizione deificata, deve ottemperare al più importante comandamento dato all'uomo dal Signore: il ricordo di Dio (cf Dt 8,18), affinché ristabilisca nell'unità e nella semplicità la sua memoria, dispersa e disgregata a causa della trasgressione di Adamo. Per lui, la preghiera pura è innanzitutto rimozione di ogni pensiero, infatti, l'immaginazione (tò phantastkòn) da essa prodotta, frutto dell' illusione diabolica, costituisce il più grande ostacolo che l'asceta incontra nel suo itinerario proteso al conseguimento dell' unione (hénosis) divina. La raccomandazione che ricorre costantemente nei suoi scritti è, dunque, che la mente, mentre prega, debba essere assolutamente sgombra da qualsiasi immagine, fantasia o ragionamento, che essa rimanga " stabile " divenendo in questo modo immateriale.

G. divide, inoltre, la vita ascetica in due momenti progressivamente legati fra loro, quello cenobitico e quello eremitico, cui si associano due modi di preghiera completamente differenti. Allo stato cenobitico si addice la pratica della " lectio divina " o salmodia la quale si presenta utile per il principiante che deve acquisire la pratica dell'attenzione (presochè), ma che si rivela inadeguata al conseguimento della " memoria di Dio " (mneme tou Theou). Alla condizione eremitica, invece, si confà la preghiera che trae origine dal calore del cuore che distrugge totalmente l'anima passionale per riversare l'amore dell'uomo solamente in Dio. Il primo tipo di preghiera risulta, dunque, propedeutico al secondo, espressione dossologica adeguata alla condizione dell'esicasta. Come si può notare, si tratta di una preghiera contemplativa propria di chi ha raggiunto il cuore di Dio, misticamente, ma non meno realmente.

Bibl. Alcune opere di Gregorio Sinaita sono state pubblicate in Filocalia III, Torino 1985, 531-609. Studi: J. Darrouzes, s.v., in DSAM VI, 1012; W. Heller, s.v., in WMy, 206-207; V.S. Kiselkov, Gregorio il Sinaita, rappresentante del misticismo bizantino del XIV secolo (in bulgaro), Sofia 1938; W. Pandursky, Gregorios Sinaita und seine Mystik, Marburg 1945.




Autore: R. D'Antiga
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)