Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Gregorio Palamas


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I. Vita e opere. G. nasce a Costantinopoli nel 1296. A vent'anni, assieme ai fratelli Macario e Teodosio, diviene monaco sul Monte Athos ed in seguito abate del cenobio di Esfigmenou. Dal 1336 al 1341 si trova coinvolto nella controversia sorta fra i monaci esicasti, dei quali assume le difese, e il filosofo Barlaam ( 1350). Dopo la guerra civile scoppiata in quegli anni, nel 1347, è eletto arcivescovo di Tessalonica, città dove muore nel 1359. E canonizzato dal patriarca ecumenico Filoteo nel 1368.

Fra le numerosissime opere di carattere agiografico, teologico e pastorale da lui redatte, le Tre Triadi in difesa dei santi esicasti occupano un posto rilevante in quanto racchiudono, in una sintesi teologicamente compiuta, la spiritualità tradizionale dell'ortodossia. Per quanto riguarda il metodo psico-fisico praticato dagli esicasti, G., pur difendendolo, non lo ritiene sempre necessario specialmente se si è seguiti da una provata guida spirituale. La sua teologia è proclamata dottrina ufficiale della Chiesa ortodossa nel 1351, quando viene definitivamennte risolta la questione esicasta.

II. Dottrina spirituale. Nella polemica condotta contro Barlaam e gli umanisti del tempo, G. sottolinea l'insufficienza della ragione umana, espressa dalla filosofia profana, nello scrutare e contemplare il mistero della salvezza; essa è, infatti, incapace di elevarsi sino a Dio poiché la sua attività speculativa rimane limitata alla contemplazione degli esseri e delle loro ragioni (lògoi).

Secondo l'autore, l'inutilità di tale sapienza, prettamente umana, è dovuta al fatto che essa non è stata rigenerata dalla grazia, non essendo stata sottoposta alla rinascita spirituale attuata dal mistero dell' Incarnazione, punto di partenza per realizzare ogni esperienza autenticamente cristiana grazie alla quale l'uomo, nella sua totalità, anima e corpo, perviene al conseguimento della santità. Ogni cristiano, per raggiungere tale condizione escatologica nel divenire esistenziale dopo il battesimo, deve alimentare incessantemente la propria quotidianità con la pratica sacramentale ed ascetica ed essere così perennemente in comunione con Cristo.

La via mistica dev'essere il percorso di ogni vita cristiana in quanto, grazie ad essa, si perviene alla divina visione, cioè alla contemplazione (theorìa) della luce increata, la medesima contemplata dagli apostoli sul Monte Tabor. La percezione di tale luce, sostiene G., rende partecipabile l'Impartecipabile, accessibile l'Inaccessibile e conoscibile l'Inconoscibile. Essa, infatti, è l'energia (energheia) divina comunicata al contemplante dall'Essenza (ousìa) sovraessenziale.

Secondo il dottore esicasta, in conformità con la tradizione patristica orientale, la luce della visione divina che si manifesta all'anima deificata è l'energia divina increata, non l'essenza della divinità. Egli, infatti, distingue nettamente, rifiutando ogni categoria essenzialista propria della filosofia ellenica, l'una dall'altra: la prima appartiene in egual misura alle tre Persone della Trinità e rende percepibile all'anima Dio in forma sensibile, mentre la seconda, l'ousìa, rimane inaccessibile nella sua assoluta trascendenza. Tale distinzione fra essenza ed energie divine trova fondamento nel carattere puramente cristologico o sacramentale della deificazione (théosis) fine ultimo dell'Incarnazione che, nel suo processo di realizzazione, libera progressivamente l'uomo dal peccato e dalla morte. Per questo, l'uomo deificato rivela la struttura iconica del suo essere (cf Gn 1,26) restaurata con il volto splendente di Cristo risorto circondato dalla sua gloria, manifestandolo al mondo come un' icona (eikon) della divinità.

Bibl. Alcune opere di Gregorio Palamas sono state pubblicate in Filocalia IV, Torino 1987, 3-146; G. Palamas, Difesa dei santi esicasti, Padova 1989. Studi: R. D'Antiga, Gregorio Palamas e l'esicasmo, Milano 1992; H.D. Egan, Gregorio Palamas, in Id., I mistici e la mistica, Città del Vaticano 1995, 347-358; J. Kuhlmann, Gregorio Palamas, in G. Ruhbach - J. Sudbrack (cura di), Grandi mistici II, Bologna 1987, 9-26; J. Meyendorff, s.v., in DSAM XII1, 81-107; Id., Introduction à l'ètude de Grégoire Palamas, Paris 1959; Id., San Gregorio Palamas e la mistica ortodossa, Torino 1976, Milano 1997 (ristampa); M. Paparozzi, Gregorio Palamas, in La Mistica I, 419-460; Y. Spiteris, Palamas: la grazia e l'esperienza, Roma 1996.




Autore: R. D'Antiga
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)