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Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Germania


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Premessa. Di mistica tedesca (MT) si cominciò a parlare nel sec. XIX. Il termine, che risale a Carl Rosenkranz (1831), indicava inizialmente la mistica speculativa di Eckhart e, in seguito, la letteratura spirituale del sec. XIV nordico. Nella Germania nazista il concetto subì gravi deformazioni (A. Rosenberg, 1993), motivo per cui gli studiosi lo sostituirono con quello di mistica renano-fiamminga, in riferimento alla zona geografica (centro-nordeuropea). Questo termine è usato ancora oggi nella letteratura italo-francese, anche se si cerca di distinguere la MT da quella fiamminga. Tale distinzione non deve, però, far dimenticare che nel Medioevo non esistevano confini linguistici tra le zone dell'alto e basso Reno e che la vicendevole integrazione di scritti spirituali era cosa scontata e sostenuta dalla comune iniziativa di creare una letteratura in lingua volgare.

Oggi si ritorna a parlare di MT prevalentemente in rapporto alla grande fioritura della mistica speculativa (Wesenmystik) e affettiva (Brautmystik) del sec. XIV germanico che, specie nell'ambito della scuola domenicana, ha dato alla storia della spiritualità tedesca numerosi e significativi esponenti. Tuttavia, la MT abbraccia un arco di più secoli, comprendendo la letteratura mistica scritta in lingua latina, a partire dal sec. XII, e includendo il risveglio della mistica nell'età del barocco, segnato dall'impegno di giungere a maggiore interiorizzazione alla luce di una cosciente imitazione dei mistici medievali e della loro dottrina. I primi studi della MT risalgono già al romanticismo tedesco, epoca in cui rinasceva l'interesse per la mistica medievale e si manifestavano anche nuove forme visionarie.

La MT medievale s'inserisce nella grande corrente agostiniana e neoplatonica, con una base biblica e una concezione storica della vita che tende ad unire dottrina e santità. Tuttavia non manca un apporto originale nei contenuti dottrinali. Basti pensare ad Eckhart e a Taulero nei quali predomina l'impegno di esprimere, con concetti e termini nuovi, la più alta esperienza unitiva di Dio, e alle vite dei mistici, spesso narrate alla luce degli ideali agiografici medievali della perfezione cristiana. Ma dove si incontrano aspetti originali, essi sono strettamente legati al tempo e all'ambiente e chiamano in causa il pensiero e la mentalità contemporanei. Importante è notare che la letteratura mistica del Medioevo tedesco riflette il nuovo concetto di santità scaturito da quel radicale cambiamento nella storia che fu la scoperta dell'individuo. Questo concetto aprì l'orizzonte di una nuova concezione dell'amore come forza determinante dell'esistenza umana: dall'amore cortese dei trovatori si giunse all'amore mistico o sponsale. La Minne, diventata generatrice di storia, proseguì il suo cammino nella Gnadenvita (racconto biografico della grazia), un genere letterario impiegato in quasi tutte le biografie dei mistici del nord, scritte in latino e in seguito in volgare, per riassumere la vita del protagonista in base a esperienze interiori e fenomeni straordinari. Altri generi letterari, usati per esprimere la mistica sponsale, sono il dialogo, il diario, la lettera (vera o fittizia), la poesia (canto religioso), talvolta anche la leggenda e il racconto miracoloso.

Il nuovo concetto di santità o della mistica sponsale nata da esso ha in un certo senso orientato le esposizioni della mistica speculativa tedesca. Nei trattati di Eckhart e nelle prediche di Taulero (e di altri scrittori contemporanei) si trovano inviti ascetici (intensificazione della penitenza, abnegazione più radicale, pratica della povertà, dell'umiltà) che hanno la precisa finalità di condurre l'uomo sulle vie che portano verso l' unione essenziale ed esistenziale con Dio. L'uomo, creato a " immagine e somiglianza " di Dio (Gn 1,26), percorre nella fede il lungo cammino delle " tre vie ", per ritornare a Dio come nuova creatura. Questo cammino, esposto alla luce della teologia giovannea e paolina, ma libero da schemi predisposti, è lontano da ogni forma di idealizzazione o di mistificazione.

Con la decadenza generale dell'ultimo Medioevo si chiude anche la grande stagione della MT. Strumenti per la trasmissione del suo ricco patrimonio sono diventate le grandi biblioteche monastiche e le forti tendenze cinquecentesche di procedere alla pubblicazione degli scritti tramandati. Come principale centro del desiderio di rendere accessibili le antiche tematiche spirituali al mondo moderno, emerge in Germania la Certosa di Colonia. Altri centri, per esempio Basilea, Strasburgo, Magonza, avvertono il medesimo compito di divulgare l'eredità spirituale, confrontandola con la nuova cultura e la sensibilità dell'umanesimo, ma soprattutto per affrontare le nuove dottrine del protestantesimo, combattendole con le risposte valide dei maestri. La storia della MT deve molto all'instancabile lavoro del certosino Lorenzo Surio ( 1578), teso a rilanciare i mistici medievali. Le sue edizioni di Taulero, Susone, Gertrude la Grande, con ripetute ristampe, hanno alimentato la pietà cattolica della Controriforma. Importante l'impegno dell'abate benedettino Giovanni Tritemio ( 1516) nel compilare biografie usando un genere letterario nuovo che s'impone, nonostante gli insufficienti criteri metodologici e le incerte conoscenze in materia.

Nel secolo della Riforma protestante la MT non ha rappresentanti di mistica vissuta e scarseggiano anche scritti d'ispirazione mistica. Si constata, però, un certo risveglio nel sec. XVII. Il nuovo genere letterario (composizione poetica, parafrasi, aforisma) sostiene una mistica del vissuto cristiano come rapporto d'amore, senza fenomeni straordinari, ma nella più perseverante imitazione di Cristo.

I. Il primo periodo della MT: sec. XII-XIII. Non tutti sono d'accordo nell'annoverare tra i mistici Rosvita (Hroswith) di Gandersheim ( 973 ca.), drammaturga e autrice di sette poemetti agiografici incentrati sulla contrapposizione tra bene e male, e Ava di Melk ( II metà sec. XI) con cinque poemetti (in volgare) a soggetto biblico narrativo. Visionarie sono Ildegarda di Bingen ed Elisabetta di Schönau, con opere di non indifferente rilievo culturale e letterario. Tuttavia, accanto a visioni apocalittiche, cosmologiche, simboliche, Ildegarda non trascura il problema dell'uomo e del suo cammino verso Dio. La stessa concezione dell'uomo, collocato come essere tra mondo materiale e mondo spirituale, conduce in lei a una sintesi teologico-salvifica che decide il comportamento etico dell'uomo e con esso il rapporto con Dio.

Il fascino irresistibile di s. Bernardo, soprattutto del suo capolavoro, I Sermoni sul Cantico dei Cantici, invase anche la Germania. Un anonimo compose il St. Trudperter Hohe Lied (1160 ca.), una parafrasi in medio-alto tedesco del Cantico biblico. Nell'interpretazione, l'anima-sposa appare identificata alla Chiesa-Maria. Sorprendono la trasparenza di linguaggio, l'armonia e la dolcezza di descrizione poetica della ricerca d'unione amorosa in questo testo che segna appena l'inizio della mistica sponsale. Nella medesima linea si trova, in seguito, il poema mistico Die Tochter Syon (La figlia di Sion) (1250 ca.) del francescano Lamprecht di Ratisbona.

Il sec. XIII è il primo periodo di straordinaria fioritura della mistica femminile. Emergono tre figure insigni di letterate: la beghina Matilde de Magdeburgo e le monache cistercensi di Helfta, Gertrude la Grande e Matilde di Hackeborn. L'opera della beghina di Magdeburgo Das fliessende Licht der Gottheit (La luce fluente della Divinità) conta sette libri di rivelazioni scritti per ordine del suo confessore, Enrico di Halle, probabilmente su fogli volanti, tranne l'ultimo che fu completato al monastero di Helfta dove si era ritirata nella vecchiaia. Nella sua grandiosa visione della luce non mancano remoti echi alle visioni cosmologiche ildegardiane. Ma l'attenzione è rivolta alla minne, all'amore di Dio appassionatamente ricercato su un cammino di discesa nell'oscurità interiore con la crescente constatazione dell'assenza dell'Amato e con la perseveranza nella kenosi. Nel suo linguaggio poetico e nella sua forma preferita del dialogo ricompare l'ideale cavalleresco che in lei si accentua nell'anelito di possedere l'amore, di immergersi nell'unione sponsale con Dio. Anche in Gertrude la Grande l'amore di Dio costituisce l'aspetto fondamentale dei suoi Exercitia spiritualia (dopo il 1289) e accompagna le sue visioni e locuzioni raccolte nel Legatus divinae pietatis (Araldo della divina pietà, 1289-1300). Forse Gertrude scrisse anche il Liber specialis gratiae (Libro della grazia speciale) che contiene le visioni di Matilde di Hackeborn. Si assiste nelle due monache a una mistica sponsale cristocentrica che sfocia nella mistica trinitaria.

La storia della MT ricorda le recluse Jutta di Sangershausen ( seconda metà del sec. XIII) e Wilberg di St. Florian ( 1289). La Vita (lat.) di Wilberg è caratteristica della mistica sponsale del sec. XIII in quanto le sue esperienze riflettono l'immenso desiderio della " fruitio Dei " con una sempre maggiore sensibilità di godere gli aspetti emozionali, quasi erotici, dell'unione. L'esempio estremo offre l'esperienza mistica della beghina Agnese Blanbekin ( 1315), morta come terziaria francescana (Anonymus, Vita et revelationes ven. A. B.).

Nella Vita B. Christinae Stumbelensis (von Stommeln) domenicana ( 1312), e nelle Vite della monaca premonstratense Cristina di Hane Retteres ( 1292) e della cistercense Lukardis di Oberweimar ( 1309) tale desiderio si ravviva fino a elencare fenomeni fisici. Con il sec. XIV, invece, si prepara già la svolta verso la compassione, verso il voler compatire con l'amato Cristo, tipico della pietà del tardo Medioevo, espresso nel genere letterario del Planctus.

Tra i monaci, la mistica sponsale si incontra nel premonstratense Ermanno di Steinfeld ( 12423). Gli Inni mariani riflettono il suo mistico sposalizio con Maria, motivo per cui al suo nome fu aggiunto quello di Giuseppe. Gli scritti dei francescani Davide di Augusta ( 1271) e di Bertoldo di Ratisbona ( 1272) e le numerose opere ascetico-spirituali del domenicano Alberto Magno non fanno parte della MT, anche se attraverso le loro digressioni sulla contemplazione come conoscenza soprannaturale, in un certo qual modo, preparano la speculazione mistica di Eckhart.

II. La grande stagione della MT. Il sec. XIV, chiamato anche la " scuola mistica tedesca ", ha i maggiori esponenti nella triade domenicana Eckhart, Taulero e Susone. Il genio di Eckhart si manifesta in opere (lat. e ted.) di una mistica prevalentemente intellettuale (Wesensmystik), radicata nel neoplatonismo e segnata dall'impegno di un'acuta penetrazione del mistero di Dio per mezzo della theologia negationis. L'attenzione data dal suo secolo all'uomo lo spinge a indagare metafisicamente il rapporto tra creatura e Creatore e a dimostrare come la creatura (l'uomo), collocata dinanzi all'inesprimibile grandezza di Dio e totalmente da lui dipendente, possa realizzarsi esistenzialmente. L'uomo può " ritornare a Dio, sua origine eterna, perché nell'anima esiste un'innata tensione trascendente (la "scintilla dell'anima") che crea un rapporto di immediatezza con l'Essere divino ". Nel " ritorno " metafisico si ristabilisce l'unione essenziale che da Eckhart viene descritta con un linguaggio nuovo, spesso non compreso, per precisare la fenomenologia dell'esperienza mistica. Il pensiero di Eckhart continua in G. Taulero in direzione di una dottrina di vita (Lebenslehre): la conoscenza metafisica di Dio presuppone un cammino di introversione perché è nel fondo dell' anima che l'uomo entra in rapporto con l'Essere divino e si riconosce " dio " in Dio realmente, sebbene come creatura rimane sempre distinta. L'influsso di Taulero è determinante per la produzione letteraria susseguente (le cosiddette Istituzioni tauleriane, Il libro della povertà spirituale, entrambi a lui attribuiti, la Theologia Deutsch, scritta intorno al 1400 da un anonimo, detto il Frankfurter).

Nel terzo della triade domenicana, E. Susone, l'influsso di Eckhart, da lui difeso, si manifesta nelle relativamente poche pagine di mistica speculativa. Susone, il " cavaliere dell'Eterna Sapienza " è più affettivo di natura e si muove in una dimensione più psicologica della mistica, che in lui è in gran parte mistica di passione vissuta ed insegnata alla luce dell'amore cavalleresco e della Minne cortese. Nei suoi scritti continua il tipo della visione d'oltretomba, ma al tempo stesso l'individuo e il suo mondo sono visti con occhi nuovi: l'esistenza dell'uomo è misurata nei confronti del tempo (l'introduzione dell'Orologio) e propone la riflessione sulla morte. Infatti, soprattutto nel sec. XV, aumenta la letteratura sull'ars moriendi, con relativi riflessi nell'iconografia.

Sotto l'influsso della scuola mistica domenicana cominciano a manifestarsi, nel mondo laico, correnti spirituali aperte alla mistica. Gli Amici di Dio (Gottesfreunde) formano un movimento di interiorizzazione iniziato a Strasburgo e seguito da Taulero e specialmente da Rulman Merswin ( 1382), commerciante e scrittore del Neun-Felsen-Buch (Libro delle sette rupi) che venne erroneamente attribuito a Susone. Pur essendo orientato verso la pietà, con la sua attesa dell'Amico che viene dal cielo, Rulman si proietta nel mondo ultraterreno con tutto lo scenario della Traumvision (visioni sognate), per esempio il Bouch von der geistlichen Leiter (Libro della scala spirituale). Amici di Dio erano anche sacerdoti come Enrico di Nördlingen (sec. XIV). Il suo nome si connette con l'intenso suo scambio epistolare con la mistica domenicana Margherita Ebner ( 1351), da annoverare tra gli Amici di Dio. Seguendo l'invito di Enrico ella scrisse, in forma di diario, le sue esperienze interiori chiamate impropriamente Rivelazioni. Si tratta, in realtà, della partecipazione alla passione di Cristo vissuta da Margherita fino all'estrema consumazione fisica.

Nella grande stagione della MT si sviluppa il genere delle Vitae Sororum, alcune raccolte di brevi biografie di religiose domenicane che riportano quasi esclusivamente le avventure mistiche di numerose donne carismatiche, per esempio ad Adelhausen, Anna von Munzingen ( sec. XIV) fece la Cronaca con trentaquattro vite, ad Engelt(h)al, Cristina Ebnerin ( 1356) compose il Büchlein von der genaden überlast (Libretto della grazia troppo grande) con cinquanta vite e già prima, a Unterlinden, Caterina von Gebersweiler ( 133045) raccolse nello Schwesternbuch numerose vite. Altri centri furono Töss con Elsbeth Stagel ( 1360 ca.) (Tösser Schwesternbuch), Kirchberg, dove fu scritta una Irmegard Vita da Elisabetta (?) (sec. XIV); Katharinenthal con il Die?enhofener Schwesternbuch; Oetenbach, Weiler, ecc. Accanto alle Vitae Sororum si riscontrano anche vite di donne mistiche che ebbero delle rivelazioni: Luitgard von Wittichen ( 1348), Adelheid Langman ( 1375), Elisabeth von Oye ( 1340) con relazioni autobiografiche. In generale, nei monasteri femminili era quasi normale il fenomeno dell'esperienza mistica che diminuì soltanto con il declino del Medioevo. Ciò che sopravvisse furono numerose composizioni poetiche, in parte destinate alla danza oppure all'uso paraliturgico, perciò fornite di melodie popolari o ispirate alla sequenza gregoriana. Nella cerchia di Eckhart un anonimo compose il Granum Sinapis (Canto del grano di senape) all'inizio del sec. XIV, che contiene l'invito alla totale abnegazione per entrare nel mistero di Dio.

III. L'età moderna. La MT del sec. XV continua nella letteratura agiografica, ma è meno frequente, poco originale, priva di freschezza. Nei trattati teologici si possono scoprire alcune pagine di mistica nei benedettini: Giovanni di Kastl ( 1410 ca.), autore del De adhaerendo Deo (L'adesione a Dio), Bernardo di Waging ( 1472), Bernardo Mayer ( 1477), l'abate Giovanni Tritemio ( 1516), o nell'ambito certosino: Enrico Egger di Kalkar ( 1408), Nicola Kempf di Strasbourg ( 1497), autore di un commento al Cantico dei cantici e del Büchlein von der Liebe Gottes (Libretto dell'amore di Dio) oppure nel francescano Giovanni Brugmann di Kempen ( 1473). Non si tratta però di esperienza mistica nel senso della MT precedente. Razionalismo e umanesimo si fanno sentire e impediscono l'emergenza di riecheggiamenti interiori. Un esempio è offerto dal Septililium (Sette trattati sulla vita spirituale) secondo le rivelazioni di Dorothea di Montau ( 1397), donna sposata, poi reclusa. L'opera fu scritta dal suo confessore Giovanni di Marienwerder ( 1400 ca.) dopo la sua morte.

Alla soglia dell'epoca moderna il pensiero teologico-filosofico di Nicola da Cusa merita di essere ricordato perché si colloca nella tradizione neo-platonico-eckhartiana e perché ha scritto il De docta ignorantia, suo capolavoro, in seguito a una profonda illuminazione interiore. Era sua opinione potersi avvicinare alla Verità e " toccare " l'Infinito per mezzo di un incomprehensibiliter inquirere intellettuale, che è al di sopra di ogni comprensione mistica. Per questo motivo fu accusato di panteismo.

L'età del barocco vide un discreto risveglio della MT, cattolica e protestante. Angelo Silesio, convertito, poeta mistico, riprende le tematiche della spiritualità medievale esponendole con nuova freschezza per mezzo di distici e rime (Pellegrino cherubico) senza sviluppare una dottrina propria. Influssi di Jacob Böhme si fanno sentire nel suo pensiero teosofico e tramite lui quelli della cosmosofia di Paracelso (Teofrasto di Hohenheim) ( 1541). Böhme e, prima di lui, Valentino Weigel ( 1588) sono gli esponenti più importanti della mistica speculativa protestante. In Giovanni Arndt ( 1601) inizia già la svolta verso la nuova pietà che verrà chiamata pietismus, il cui rappresentante mistico è Gerardo Tersteegen. Nei loro sforzi di rivendicare esperienze mistiche vitali del passato e di renderle accessibili alla pietà si annuncia un concetto di MT che non rientra più negli schemi tradizionali. La reazione cattolica fa sorgere nell'Ordine cappuccino nuovi impulsi di mistica vissuta, per esempio La scala di perfezione del predicatore tirolese Tommaso da Bergamo e Vita di Cristo di Martino di Cochem ( 1712) che difendono la trazionale ricerca dell'unione con Dio.

Le opinioni sono divise sul definire il romanticismo l'ultimo periodo della MT, anche se forme di mistica visionaria si manifestano in Anna Caterina Emmerick, raccolte e scritte da Clemente Brentano ( 1842) L'epoca affascinata dal Medioevo germanico ha il merito di aver riscoperto opere e figure insigni, illuminando il loro significato per la letteratura tedesca (prime ristampe con introduzioni sintetiche; centro di Heidelberg con J. von Görres).

Nel secolo XX è iniziato lo studio critico della MT con numerose pubblicazioni tradotte anche in italiano.

Bibl. Aa.Vv., La mystique rhénane, Colloque de Strasbourg 16-19 mai 1962, Paris 1963; B. Fraling, s.v., in WMy, 105-109; L. Gnädinger, Deutsche Mystik, Zürich 1989; A.M. Haas, Deutsche Mystik, in R. Newald - H. de Boor, Geschichte der Deutschen Literatur, III2: Die Deutsche Literatur im Späten Mittelalter, München 1987, 234-305; K. Ruh, Geschichte der abendländischen Mystik, II: Frauenmystik und Franziskanische Mystik der Frühzeit, München 1993; F. Vernet, s.v., in DSAM I, 314-351; D. Wehr, Deutsche Mystik, Münich 1988. Per il Medioevo: L. Cognet, Introduzione ai mistici renano-fiamminghi, Cinisello Balsamo (MI) 1991; O. Davies, Nell'incontro con Dio. La mistica nella tradizione nord-europea, Roma 1991; J. Lewis, Bibliographie zur deutschen Frauenmystik des Mittelaltus, Berlin 1989; F. Vandenbroucke, La spiritualità del Medioevo, IVb, Bologna 1991. Per una completa esposizione orientativa è ancora utile: F.-W. Wentzlaff-Eggebert, Deutsche Mystik zwischen Mittelalter und Neuzeit, Berlin 1969.




Autore: Giovanna della Croce
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)