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Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Galgani Gemma


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I. Cenni biografici. Quinta degli otto figli del farmacista lucchese Enrico Galgani, G., nata nel 1878, rimane orfana di madre a otto anni. Fino al 1893 è allieva delle Oblate dello Spirito Santo, dirette allora dalla fondatrice, la beata Elena Guerra. Spesso colpita da gravi malattie, è guarita miracolosamente da s. Gabriele dell'Addolorata ( 1862). Ridotta in miseria per il dissesto economico e la morte del papà, dal 1899 viene ospitata dall'agiata famiglia Giannini. La segue con particolare affetto la sig.ra Cecilia. Colpita dalla tisi nel 1902, muore l'anno successivo, il sabato santo 11 aprile. Pio XII la canonizza nel 1940.

II. Esperienza mistica. Fin dalla sua prima formazione, è attratta dalla meditazione della passione di Gesù ed avverte profondamente la chiamata ad unirsi ad essa divenendo religiosa. Il suo direttore spirituale, mons. Giovanni Volpi, vescovo ausiliare di Lucca, le concede il voto di castità nel 1896, ma, quando si trova di fronte alle sue straordinarie esperienze mistiche, si mostra nei suoi confronti riservatissimo, accettando però, dal 1900, che lo affianchi il ven. Germano Ruoppolo, passionista, al quale Gesù stesso ha indirizzato G.

In effetti, nella settimana santa del 1899 iniziano grandi fenomeni mistici; maggiore di tutti quello delle stimmate (8 giugno 1899), che si ripeterà poi ogni settimana, dalla sera del giovedì a quella del venerdì. Questo fenomeno e gli altri, con cui G. partecipa alla passione, fino all'effusione del sangue, sono constatati e testimoniati da molte persone. Vi si aggiungono moltissime apparizioni della Vergine, dell' angelo custode, di s. Paolo della Croce e di s. Gabriele. Memorabili poi le vessazioni che deve subire dal diavolo. G. stessa, per obbedienza, stende il racconto autobiografico di questo periodo; ci rimangono anche le trascrizioni di quanto la santa dice ad alta voce durante le frequentissime estasi. Altro documento prezioso sono le molte lettere scritte da lei, specialmente al padre Germano.

I severissimi processi canonici di beatificazione pongono in evidenza l' umiltà e la semplicità d'animo di G., il cui perfetto equilibrio mentale e spirituale resta esemplare. Nella Bolla di canonizzazione sono esplicitamente ricordate le stimmate e le estasi: vi si afferma che tutto mostra in lei realizzata la parola dell'apostolo: " Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me " (Gal 2,20).

III. Il messaggio spirituale di G. La " povera " G. (così ella si firmava) viene giustamente considerata modello d'una esperienza mistica che in lei è senza dubbio straordinaria, ma è destinata a mostrare quanto siano decisive le virtù della semplicità e dell'umiltà nel perseguire la conformità al Crocifisso, insostituibile paradigma d'ogni santità. Il desiderio di nascondimento (che G. cerca di accentuare, aspirando, senza riuscirvi, a divenire claustrale passionista) è in funzione di quanto il Signore le chiede: essere vittima espiatrice del peccato del mondo e, più ancora, sostenere, con il suo esempio e la sua intercessione, tante creature, come lei " espropriate " di ogni cosa da un cumulo di disgrazie e disavventure, ed emarginate socialmente. Studiosi e pastori concordano nel considerare attuale il messaggio con cui G. rimanda alla croce di Gesù, ricordando, con la sua esperienza straordinaria, che il Vangelo non può essere vissuto " sul serio " senza inoltrarsi anche, secondo le vie provvidenziali in cui ciascuno è condotto dallo Spirito, in una storia di sofferenza, trasfigurata però dalla vissuta condivisione della passione. Il " Vangelo della sofferenza " è l'unico che consente di mantenere la luce della speranza su un mondo che altrimenti sembra irrecuperabile, tra le false luci delle fortune terrestri e il buio disperato in cui affonda la maggior parte dell'umanità diseredata. Questa umanità è chiamata a prendere parte alla gloria del Risorto, quindi, a vita nuova solo passando attraverso la sofferenza redentrice. Di qui l'alto insegnamento di G. circa il valore mistico della sofferenza.

Bibl. Opere: Lettere di santa Gemma Galgani, a cura della Postulazione Generale dei Passionisti, Roma 1941; Estasi, diario, autobiografia, scritti vari, a cura della Postulazione Generale dei Passionisti, Roma 19792. Studi: G. Agresti, Gemma Galgani. Ritratto di un'" espropriata ", Roma 19862; G. von Brockhusen, s.v., in WMy, 182-183; H.D. Egan, Gemma Galgani, in Id., I mistici e la mistica, Città del Vaticano 1995, 578-593; Federico dell'Addolorata, s.v., in DSAM VI, 183-187; P. Germano di S. Stanislao, S. Gemma Galgani, vergine lucchese, Roma 1983, 2a rist.; G. Pozzi - C. Leonardi (cura di), Gemma Galgani, in Id., Scrittrici mistiche italiane, Genova 1988, 637-648; J.-F. Villepelée, La follia della croce. Gemma Galgani, Roma 19882; E. Zoffoli, s.v., in BS VI, 106-108; Id., La povera Gemma. Saggi critici storico-teologici, Roma 1957.




Autore: C. Brovetto
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)