Scrutatio

Sabato, 27 aprile 2024 - Santa Zita ( Letture di oggi)

Fedeltà


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Premessa. La f. sembrerebbe non essere attinente al registro della mistica perché la sua recezione nel linguaggio corrente è quella negativa di un atteggiamento di salvaguardia dell'amore dal tradimento, piuttosto che quella attiva di una crescita e pienezza d'amore. Invece, è una componente essenziale dell'amore. Ne esprime la perennità, l'impegno, il dinamismo. L'amore vero comporta un'adesione costante e indistruttibile, perseverante nella durata malgrado la prova del tempo e le difficoltà che possono sorgere nel rapporto fra amici ed amanti. L'amore esige, inoltre, l'impegno sincero a mantenere fede alla verità del rapporto e alla promessa, anche se implicita, di totalitarietà ed esclusività. L'amore è, quindi, l'anima della f. e la f. la prova e l'espressione dell'amore.

I. La Scrittura addita la f. come una delle chiavi più espressive per la lettura del rapporto tra Dio e il suo popolo. Nel contesto dell' alleanza veterotestamentaria, essa indica l'atteggiamento di Dio che, liberamente e mosso solo dall'amore, si prende cura del suo popolo e lo chiama alla comunione con sé. L'immagine sponsale - evocata soprattutto dai profeti - approfondisce la comprensione del legame d'amore che Dio stringe con il suo popolo. Una volta che Dio ha dato il suo amore non lo ritira più indietro. Dio non cambia nelle sue scelte. Al suo popolo chiede la stessa qualità d'amore. Ma non è mai un patto alla pari perché anche quando il popolo gli è infedele e lo tradisce con altri amanti, Dio continua a conservare il suo amore, anzi l'infedeltà lo rende geloso e lo porta ad amare ancora di più.

La f. di Dio non dipende dalla f. dell'uomo, continuerà ad affermare il NT (cf Rm 3,3). Anzi, davanti all'incapacità dell'uomo di essere fedele, sarà Dio stesso, in Cristo, a portare la f. nel cuore dell'umanità. In Cristo, che subisce la prova per venire incontro a quanti sono provati (cf Eb 2,18), l'umanità intera è rivestita della f. di Dio e dice il suo " amen " (cf 2 Cor 1,19-21).

Da parte della persona la f. si esprime nell'adesione piena all'amore di Dio che si manifesta nella sua volontà: chi osserva i comandamenti di Gesù dimora nel suo amore, come lui, avendo osservato i comandamenti del Padre, dimora nel suo amore (cf Gv 15,10). La f. consiste nel seguire totalmente e costantemente ogni ispirazione interiore, in risposta agli inviti dello Spirito che parla al cuore dell'uomo. La f. alle " piccole cose " significate dalla volontà di Dio del momento presente dispone all'abbandono fiducioso e a lasciarsi condurre dallo Spirito: " Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto " (Lc 16,10).

II. Nella vita cristiana. Così la f. appare, nella sua realtà dinamica e creativa, come attaccamento ad un disegno d'amore che si dispiega di giorno in giorno in modalità inedite; un disegno perseguito con ostinazione, malgrado gli ostacoli e gli eventuali sbagli. La decisione di amare non è fatta mai una volta per tutte. Va continuamente rinnovata. E un'avventura nella quale si scopre la novità perenne dell'amore di Dio. Ci si accorge che è lui che guida, lavora, purifica, fa crescere. E lui che, con il suo Spirito, viene in noi per rispondere alle sempre nuove chiamate che segnano il cammino della vita. Di qui la dimensione attiva e insieme passiva della f.: la tensione nostra, sempre rinnovata, per rinnegare tutto ciò che non è Dio e per donargli completamente cuore, mente, forze; l'azione di Dio che viene incontro alla nostra debolezza e che prende l'iniziativa della nostra purificazione, della nostra donazione, dell' itinerario di vita spirituale.

La f. diventa una relazione viva e dinamica, un colloquio nel quale forse ci si dicono le cose di sempre, eppure fatte sempre nuove dall'amore. Come ogni rapporto anche questo ha una sua storia, un cammino, una crescita, con momenti belli, difficoltà, smarrimenti, notti, nuovi slanci, luce, pace, intimità... E un dialogo nel quale s'intesse un legame sempre più profondo, attraverso il quale l'uomo si realizza pienamente, in una crescita continua che lo porta a diventare quel capolavoro che Dio da sempre ha pensato quando ci ha pensati nel Verbo: non si finisce mai di conoscersi e di amarsi. L'amore è sempre nuovo: è il rinnovamento permanente.

L'eternità dell'amore di Dio, incontrandosi con la storia concreta di ogni uomo, in quell'ora e in quel luogo, suscita un'altra eternità: chiama a stare con lui stabilmente, per sempre. Da sempre, nel suo grande amore Dio ci ha scelti in Cristo per essere, per sempre, santi e immacolati al suo cospetto (cf Ef 1,4). Lui da sempre, noi per sempre. Il suo " da sempre " ci trascina in un per sempre. Raggiunta dall'amore di Dio, la persona è coinvolta in un processo d'amore che non ha fine e procede verso l' eternità, avvolta nell'infinito. Da parte di Dio la nostra storia non ha principio perché è " da tutta l'eternità ". Da parte nostra inizia con la chiamata personale di ognuno di noi, ma ha subito il sapore dell'eternità perché non avrà mai fine.

E chiaro allora che l'amore, per essere vero, non può avere limiti di tempo. L'amore, per andare in profondità, ha bisogno della durata. Ci vuole tempo per imparare a conoscersi pienamente. Solo con il tempo si raggiunge l'intimità vera. Un rapporto autentico e profondo è il frutto di una vita.

Bibl. P. Adnès, s.v., in DSAM V, 307-332; H.U. von Balthasar, Dove ha il suo nido la fedeltà, in Com 5 (1976)26, 5-20. A. De Sutter - M. Caprioli, s.v., in DES II, 998-1000; A. Gelin, Fidélité de Dieu fidélité à Dieu, in Bible et Vie chrétienne, 15 (1956), tutto il numero; C. Spicq, La fidelité dans la Bible, in VieSp 98 (1958), 311-327.

Autore: F. Ciardi
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)