Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Fantasia


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I. Il termine f. deriva dal verbo greco phantázo (far apparire). Si tratta della facoltà dell'uomo che conserva le immagini dell'esperienza dei sensi esterni nell'assenza degli oggetti; è in grado di combinarle tra di loro e di metterle al servizio dello spirito nelle operazioni conoscitive e volitive. Nella vita spirituale la f. ha un ruolo molto importante.

II. Il ruolo della f. nella conoscenza. A differenza di tutti gli altri animali, dice Aristotele ( 322 a.C.), l'uomo che nasce nudo, scalzo e senza difese, riceve le mani e l' intelletto, affinché possa conoscere tutto e costruire un mondo a sua misura.1 Tutti i sensi dell'uomo sono al servizio dell'intelligenza. La f. si trova tra i sensi interni, situati nel cervello, che possono operare nell'assenza degli oggetti esterni. Questo senso occupa un posto centrale, al di sopra dei sensi esterni, in connessione con essi, al di sotto dell'intelligenza.

III. Funzioni. La f. svolge una triplice funzione conoscitiva in consonanza con il suo ruolo di mediazione: a. in rapporto alla sensibilità esterna, dalla quale ricava la materia: riceve i dati della realtà percepita, immagazzina il contenuto e lo custodisce come in un armadio vivente in un certo ordine e disposizione. Mediante questo servizio, l'uomo ritiene il flusso delle sensazioni, acquista la ricchezza che da esse viene offerta e la fa sua; b. in rapporto ai dati della sensibilità, che crescono in continuità lungo tutto l'arco dell'esistenza, la f. svolge altre attività: può renderli presenti nell'evocazione ad libitum, li puó ricomporre ad placitum, può ricrearli ad usum. L'uomo della prassi, l'homo faber, l'artefice e l'artista si nutrono del potere della f.; c. in rapporto all'intelletto, la f. svolge un servizio di base: dispone il phantasma che diventa la materia dell'operazione illuminante e astraente. Non solo serve per il risveglio della vita dell'intelletto, ma è anche il sostegno della continuità dell'operazione intellettiva mediante la conversio ad phantasmata. La conoscenza intellettiva è in stretta dipendenza dalla funzione dispositiva della f.

IV. La f. e la vita mistica. Per queste funzioni la f. non soltanto entra in contatto con le altre facoltà conoscitive, ma anche con quelle della vita appetitiva e tendenziale, prestando così un triplice servizio allo svolgimento della vita mistica: a. mediante la connessione con la sensibilità, unifica la experientia mundi, la lettura molteplice del grande libro della natura, così importante per la conoscenza di Dio nelle sue opere. Il mondo risulta pieno di voci, di colori, di forme che parlano di Dio a colui che ha la sensibilità per ascoltare. I salmi sono pieni della risonanza di questo cantico delle creature che lodano a modo loro il Signore; b. con l'aiuto dell'immaginazione, si possono capire meglio i misteri del Cristo fatto uomo. S. Bernardo dice che Cristo è disceso fino all'inimmaginazione. Il mistero di Cristo si snoda nei misteri della vita, passione, morte e risurrezione. La f. è in grado di raffigurare questi misteri attraverso la contemplazione. Cosí anche Cristo si fa via dell'uomo contemplativo; c. la f. non oltrepassa la materia anche se arriva all'astrazione del secondo grado, come nelle figure astratte. Per questo motivo, occorre lasciare da parte la f. nella contemplazione dei misteri profondi di Dio perché essa non serve all'intelletto metafisico, anzi puó essere di disturbo nella pace della contemplazione mistica, nella quale l'anima entra nel profondo mistero di Dio, guidata dallo Spirito.

Note: 1 Aristotele, De anima, II, 431,20.

Bibl. C. Cornoldi, Memoria e immaginazione, Padova 1976; P. Fossi, Fantasia e onnipotenza, Torino 1981; G.G. Pesenti, s.v., in DES II, 988-990; V. Rodríguez, Los sentidos internos, Barcelona 1993; J.T. Shaffer, The Potential of Fantasy and Imagination, New York 1979; Tommaso d'Aquino, STh I, q. 78, a. 4; Id., De anima, art. 13.

Autore: A. Lobato
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)