Esorcismo


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I. Il termine e. deriva dal verbo greco exorchizo che, nella Sacra Scrittura, viene usato in tre accezioni: far giurare (cf Gn 24,3), scongiurare, chiedere con insistenza (cf 1 Re 22,16; Mt 24,3), liberare dallo spirito del male (At 19,13). Quest'ultimo è il significato comune del sostantivo derivato exorchismos che indica un ordine dato al demonio in nome di Dio perché non eserciti il suo potere malefico su luoghi, cose o persone.

II. Varie forme di e. Ci sono diversi e. Quello solenne, ufficiale. Lo può fare solo il vescovo o un sacerdote suo delegato. L'e. è, allora, una vera ingiunzione fatta a satana, nel nome di Cristo e con l'autorità della Chiesa, perché riconosca l'onnipotenza di Dio, quindi lasci la sua preda. Si tratta di un vero comando, accompagnato da riti e preghiere.

L'e. è un sacramentale che si accompagna a segni particolari come l'imposizione delle mani, il soffio, l'unzione, il segno della croce, l'acqua santa. C'è poi l'e. privato, praticato sia da un sacerdote, sia da un laico, a titolo personale. Qui non ci sono solenni ingiunzioni fatte a satana, ma semplicemente preghiere e suppliche rivolte a Dio, perché liberi la persona tormentata da satana. La Chiesa si mostra molto prudente nel ricorrere all'e. solenne perché facilmente si può cadere in errori ed abusi. Essa raccomanda ai vescovi di scegliere sacerdoti stimati per " la loro pietà, scienza, prudenza e integrità ". Un problema complesso è costituito dal riconoscere la presenza di satana in una persona che presenta le apparenze della possessione. Spesso, infatti, è difficile discernere ciò che viene dal diavolo e ciò che può avere una causa naturale, come per esempio una malattia psichica.

Sulla scorta di una lunga tradizione, la Chiesa indica i seguenti segni: parlare una lingua sconosciuta, o capire chi la parla; vedere cose o fatti molto distanti o nascosti; dimostrare forze superiori all'età o alla condizione della persona ed altri fenomeni simili che, se ancora più numerosi, costituiscono maggiori indizi. Perché un e. sia davvero efficace, occorre la fede, la fede dell'esorcista e la fede della persona indemoniata. Si tratta di credere nell'esistenza e nella potenza malefica di satana. Si tratta, ben più ancora, di credere nella presenza e nell'onnipotenza di Dio che può liberare l'uomo dal maligno e da tutte le sue tentazioni. L'e. richiede, altresì, sia da parte dell'esorcista, sia da parte dell'indemoniato, la preghiera, la penitenza e il digiuno. " Questa razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno " (Mt 17,21), insegna il Vangelo. " La venuta del regno di Dio ", afferma il CCC (n. 550), è la sconfitta del regno di satana: " Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto fra voi il regno di Dio " (Mt 12,28). Gli esorcismi di Gesù liberarono alcuni uomini dal tormento dei demoni (cf Lc 8,26-39) e anticiparono la grande vittoria di Cristo Signore sul " principe di questo mondo " (Gv 12,31). Una vita cristiana trasparente non è forse il più efficace " e. ", alla portata di tutti i credenti in Cristo? Le tenebre, ove regna ed agisce il maligno, fuggono quando irrompono i raggi di luce della potenza del Risorto, come testimonia, molto spesso, la vita dei santi anche al di là di esperienze legate, in maniera evidente, a fenomeni mistici più o meno costanti.

Bibl. G. Arendt, De sacramentalibus, Roma 1900; C. Balducci, La possessione diabolica, Roma 1988; Id., Il diavolo, Casale Monferrato (AL) 19895, 281-308; J. Burch, Exorcismos de la Iglesia, in Reseña eclesiástica, 22 (1930), 203-208; J. Forget, s.v., in DTC V, 1762-1780; J. Nicola, Diabolical Possession and Exorcism, Rochford (Illinois) 1974.

Autore: G. Huber
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)