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Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Ecumenismo


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I. La nozione. Il termine e. è oggi usato in maniera molto varia e talvolta in un'accezione molto lontana dal suo vero contenuto. Secondo il Concilio Vaticano II e il Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra, l'e. è unicamente ed esclusivamente lo sforzo perseguito dalle Chiese e dalle comunità ecclesiali per ritrovare e sviluppare l'unità visibile dei cristiani nella confessione della fede, nella comunione sacramentale e nella condivisione fraterna. E uno sforzo di preghiera, di dialogo e di ricerca. Il rapporto con le religioni non-cristiane non è e. ma " dialogo ".

L'unità visibile delle diverse Chiese e comunità ecclesiali distribuite nel mondo, certamente secondo confessioni di fede diverse e apparentemente divergenti, ma anche a causa delle vicissitudini storiche, potrà realizzarsi solo nella chiarezza originata dalla testimonianza alla verità fondata sulla Parola di Dio. Le espressioni comuni, approssimative o superficiali di questa verità, possono condurre solo ad un'unione confusa e fragile, che si sfalderà alla prima occasione o che farà perdurare malintesi inefficaci sulla vita spirituale profonda. Il Concilio Vaticano II ha messo molto giustamente in rilievo la conversione del cuore e dello spirito per una vera riscoperta dell'unità visibile dei cristiani: " Non c'è vero e. senza una conversione interiore. Infatti, il desiderio dell'unità nasce e matura dal rinnovamento dello spirito, dall' abnegazione di se stesso e dalla libera effusione della carità. Perciò dobbiamo implorare dallo Spirito Santo la grazia di una sincera abnegazione, dell' umiltà e mansuetudine nel servire e della fraterna generosità di animo verso gli altri (cf Ef 4,1-3) (...). Questa esortazione riguarda soprattutto coloro che sono stati innalzati all'ordine sacro per continuare la missione di Cristo, il quale "non è venuto tra noi per essere servito, ma per servire" (Mt 20,28) " (UR 7a).

II. Il cammino dell'e. Dopo un grande slancio del movimento ecumenico, dagli anni Venti agli anni Settanta, si assiste ad un ristagno, dovuto probabilmente alla delusione del popolo cristiano che aspettava l'unità come un frutto rapidamente maturo del Concilio Vaticano II. Certo, si è operato un grande ravvicinamento, si è sviluppata una migliore comprensione reciproca, si è potuta stabilire una reale fraternità, ma l'unità visibile, in una confessione comune della fede, una celebrazione comune dell' Eucaristia, un ministero comune del sacerdozio del Cristo, richiederà, secondo una prospettiva umana, ancora molto tempo.

Questa unità visibile dei cristiani nell'unica Chiesa voluta dal Cristo non consiste in una uniformità che ne livellerebbe le differenze legittime, dovute alla diversità dei carismi dello Spirito Santo. Si tratta dell'unità nella pluriformità delle tradizioni legittime, che traduce il riconoscimento di ciò che è fondamentale, purché esista una comunione reale delle Chiese particolari nella Chiesa universale. Gli incontri ecumenici, che hanno elaborato testi convergenti in questi ultimi anni, hanno ricercato quella stessa unità visibile nel nucleo necessario fondamentale o, in altri termini, in ciò che è richiesto e basta perché sia ristabilita la comunione cattolica della Chiesa universale voluta dal Cristo.1

Sulla base di questi testi convergenti, soprattutto il Documento di Lima (BEM) e le risposte che hanno dato a questo testo circa centocinquanta Chiese,2 si è in grado di indicare i punti di convergenza e di accordo, nonché i punti sui quali sussiste una importante divergenza. Proprio qui si dovrà operare uno sforzo di conversione delle mentalità se si vuole pervenire all'unità fondamentale e visibile, all'unità necessaria e sufficiente per una vera comunione delle Chiese particolari nella Chiesa universale.

E certo che esiste già tra i cristiani, nelle Chiese e comunioni ecclesiali, un'unità fondamentale che tende, in virtù dello Spirito Santo che l'anima, a diventare l'unità necessaria alla ricostruzione della comunione visibile.

Questa unità fondamentale consiste nella ricerca della Parola di Dio in seno all'unica Scrittura dell'antica e della nuova alleanza. Certo, gli approcci sono talvolta diversi, ma è già molto importante che tutti ricerchino la verità alla stessa sorgente.

Questa suscita in ciascuno una fede comune in Dio Trinità, Padre e Creatore dell'universo, in Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, nello Spirito Santo che dà e anima la vita spirituale nella Chiesa. Questa fede fondamentale è la radice dello sviluppo della nostra comunione visibile.

Sempre più le Chiese riconoscono che un solo battesimo unisce tutti i cristiani nel Corpo del Cristo. Questa unità del battesimo è stata fortemente sottolineata al Concilio Vaticano II; essa è diventata uno degli elementi della nostra comunione visibile attuale. Tutti i cristiani hanno in comune una preghiera identica che li raduna in una stessa intenzione: è la preghiera che Cristo ha trasmesso ai suoi discepoli, il Padre Nostro. Questa preghiera sarà pienamente esaudita quando la volontà d'unità espressa dal Cristo (cf Gv 17) sarà visibilmente realizzata.

Infine, è una stessa missione che spinge tutti i cristiani a proclamare il Vangelo mediante la testimonianza della parola e l'amore fraterno generoso. Uniti già da questo compito di evangelizzazione del mondo, i cristiani desiderano ricercare una stessa espressione della loro fede nell'unità visibile della Chiesa.

Sulla base di questa unità nella Parola di Dio, nella fede trinitaria e cristologica, nel battesimo, nella preghiera e nella missione, le diverse comunioni cristiane possono già confessare insieme la fede nella Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.

In questa ricerca ecumenica, le note della Chiesa o le sue caratteristiche assumono un senso, nello stesso tempo, nuovo ed antico. La Chiesa è la santa Chiesa che è unica e che è cattolica e apostolica. Ma come l'unità universale può essere conservata e anche garantita nella Chiesa, che consiste nella comunione di Chiese particolari, così diverse per la loro storia e la loro cultura? Ogni Chiesa particolare è cattolica, in particolare nella celebrazione dell'Eucaristia che la mette in comunione con le altre Chiese particolari. Occorre a questa comunione di Chiese nella Chiesa universale un servizio che la protegga.

La Chiesa cattolica afferma che questo ministero è svolto dal vescovo di Roma. Il dialogo ecumenico non può sfuggire a questa sfida lanciata dalla Chiesa cattolica. E chiaro che l'unità delle Chiese particolari, ognuna cattolica, non può farsi e mantenersi che sotto la vigilanza di un ministero universale: ma siamo ancora lontani da un'accettazione reciproca di questa realtà. Ci sono vari aspetti che devono probabilmente essere purificati, aspetti storici, aspetti culturali, perché veramente sorga quel ministero in tutta la sua essenzialità, in tutto il suo carattere fondamentale; si può dire che gli ultimi papi abbiano fatto un grande sforzo per purificare questo ministero da tutto ciò che non gli appartiene. Giovanni Paolo II è oggi un esempio di ciò che può essere il pastore dei pastori, il servo dei servi di Dio, il ministro dell'unità.

La dottrina cattolica afferma, insieme, il carattere universale visibile della Chiesa e il suo carattere locale o particolare. La cattolicità è vissuta dalla Chiesa particolare nella misura in cui questa è in comunione con tutte le altre Chiese particolari nel seno della Chiesa universale, grazie alla collegialità dei vescovi assicurata dal ministero dell'unità del vescovo di Roma, il papa, successore di Pietro. La Chiesa particolare vive, dunque, nella pienezza cattolica e nella continuità apostolica grazie al servizio di unità del suo vescovo che le assicura i diversi ministeri della Parola e dei sacramenti mediante l'ordinazione sacramentale (sacerdoti e diaconi). La Chiesa universale, come quella particolare, ha un carattere visibile e istituzionale grazie al servizio d'unità del papa, vescovo di Roma e successore di Pietro, che presiede alla collegialità dei vescovi, grazie ai Concili e ai Sinodi che egli può convocare, grazie alla cura di tutte le Chiese che è il suo compito specifico.

Si è constatato che esiste tra le Chiese e comunità ecclesiali una certa unità di fede fondamentale che si è espressa nei diversi documenti redatti nei numerosi incontri ecumenici. Questi testi hanno affrontato la dottrina del battesimo, dell'Eucaristia, del ministero e dell'autorità; essi suppongono una ecclesiologia ecumenica fondamentale, ma non ancora realizzata nei fatti. Da questa unità fondamentale, ma parziale, occorre ora passare all'unità visibile necessaria e sufficiente che si inscriva nella realtà concreta, affinché le Chiese realizzino veramente il segno della loro comunione plenaria nell'unica santa Chiesa cattolica e apostolica.

III. Un nuovo slancio per l'e. Sin dalla pubblicazione tanto attesa ed auspicata della Lettera Enciclica di Giovanni Paolo II Ut unum sint, del 25 maggio 1995, l'e. conosce un vero slancio nuovo. Riassumendo tutta la problematica, Giovanni Paolo II passa in modo molto spirituale e pastorale in rassegna il cammino ecumenico percorso per indicare ora le priorità per il futuro del dialogo ecumenico.

Questo cammino, a partire dall'unità fondamentale, ma parziale, verso l'unità visibile necessaria e sufficiente, nella comunione dell'unica Chiesa voluta dal Cristo, esige ancora un paziente e coraggioso lavoro che deve stimolare il movimento ecumenico futuro. Importanti questioni si pongono ora, che dovranno portare a decisioni che impegnano la fede, la struttura e la vita delle Chiese, toccando ciò che esse considerano spesso come l'espressione della loro identità, che richiedono da parte loro il sacrificio di alcuni elementi delle loro tradizioni, come pure possono essere un arricchimento per raggiungere lo scopo tanto atteso della loro comunione plenaria nell'unità vera e visibile.

Secondo la lettera Enciclica Ut unum sint si possono discernere fin d'ora i campi della dottrina cristiana che dovranno essere approfonditi in vista di un avvicinamento che possa sfociare, un giorno, in un vero accordo della fede.

1. Le relazioni tra Sacra Scrittura, suprema autorità in materia di fede e la sacra tradizione, indispensabile interpretazione della Parola di Dio;

2. L'Eucaristia, sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo, offerta di lode al Padre, memoriale sacrificale e presenza reale di Cristo, effusione santificatrice dello Spirito Santo;

3. L'ordinazione, come sacramento, al triplice ministero dell'episcopato, del presbiterato e del diaconato;

4. Il magistero della Chiesa, affidato al Papa e ai vescovi in comunione con lui, inteso come responsabilità e autorità a nome di Cristo per l'insegnamento e la salvaguardia della fede;

5. La Vergine Maria, Madre di Dio e icona della Chiesa, Madre spirituale che intercede per i discepoli di Cristo e tutta l'umanità (cf UUS 79).

Quando l'idea cristiana dell'unità della Chiesa si approfondisce per un movimento interiore dello spirito, l'unità da problema e dialogo di concetti si fa " mistero vissuto ", che si radica con forza nell'intimo e diventa desiderio di andare fino in fondo al significato della preghiera sacerdotale di Gesù. Tale desiderio sfocia per alcune anime sorrette da particolari doni di grazia in un atteggiamento che si può chiamare " mistica dell'unità ". Diventa ragione e offerta di vita, come per esempio in sr. Maria Gabriella Sagheddu, e nella ven. Madre Elisabetta Hesselblad, ambedue apostole dell'e.

Note: 1 Cf il lavoro di Fede e Costituzione (Consiglio Ecumenico delle Chiese) nel Documento di Lima (BEM), i testi cattolico-anglicani (ARCIC), quello del dialogo cattolico-ortodosso, quello del Gruppo dei Dombes...; 2 Cf Churches Responds to BEM, 6 vol.; 3 Lettera enciclica " Ut unum sint ".

Bibl. P. Beltrame Quattrocchi, Gabriella dell'Unità, Vitorchiano (VT) 1981; C. Bove - M.C. Guidi, Biografia documentata Mariæ Elisabetta Hesselblad. Positio super vita, Romae 1996; Commissione Fede e Costituzione, Battesimo, Eucaristia e Ministero, Torino 1983; Y Congar, Saggi ecumenici. Il movimento, gli uomini, i problemi, Roma 1986; E. Foullioux, Les catholiques et l'unité chrétienne du XIX au XX siècle, Paris 1982; Groupe des Dombes, Pour la communion des Eglises, rapporti dal 1937 al 1987, Paris 1988; S.C. Neill, Storia del movimento ecumenico dal 1517 al 1948, 2 voll., Bologna 1973; G. Pattaro, Corso di teologia dell'ecumenismo, commento al Direttorio ecumenico, Brescia 1984; S. Spinsanti, Ecumenismo spirituale, in NDS, 460-478; M. Thurian, Churches Responds to BEM, 6 voll., Fede e Costituzione, COE, Ginevra 1986-1988; Id., Commenti sull'" Ut unum sint ". L'ecumenismo dell'apertura e della chiarezza, L'esigenza della verità, L'ecclesiologia necessaria al dialogo ecumenico, La preghiera per l'unità visibile dei cristiani, Mater Unitatis: Maria intercede per l'unità, Città del Vaticano (in preparazione); Enchiridion Oecumenicum, 3 voll., Bologna 1986; M. Tuader, La donna più straordinaria di Roma, Città del Vaticano 1977; M. Villain, Ecumenismo spirituale. Gli scritti di P. Couturier, Alba (CN) 1965.

Autore: M. Thurian
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)