Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Beckhart Meister


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I. Vita e opere. E. di Hochheim, detto " Maestro ", rappresenta il prototipo del mistico. Nasce nel 1260 ca. a Tambach, presso Gotha, ed entra ben presto a far parte dell'Ordine domenicano di Erfurt. Studia a Colonia e a Parigi; divenuto priore di Erfurt e vicario della Turingia, compone i Trattenimenti spirituali. Nel 1302 è per due volte lettore di teologia a Parigi. Nel 1323 va a Colonia. Nel 1326, l'arcivescovo di questa città inizia contro di lui un processo inquisitorio. E. si difende con uno scritto di giustificazione, un testo di grande importanza conservato nella Rechtfertigungsschrigt. Per appellarsi al Papa, si reca ad Avignone. Il 27 marzo 1329 appare la Bulla in agro dominico, contenente ventisei tesi in parte ritenute eretiche, in parte pericolose, di E. che nel frattempo è morto.

Pure se di riflesso, egli continua ad esercitare un ruolo importante con le sue prediche in tedesco e i trattati, gran parte dei quali sono pubblicati con uno pseudonimo. All'inizio del sec. XIX, con la riscoperta delle prediche tedesche, egli viene considerato il rappresentante di un cristianesimo germanico estraneo alla tradizione romana.

Le opere in latino, curate da J. Koch - K. Weiss - H. Fischer (Stuttgart 1936-1978), comprendono i seguenti titoli: Quaestiones parisienses, Opus tripartitum, che avrebbe dovuto comprendere tre parti distinte, Collatio in Libros sententiarum.

Le opere in tedesco, curate da J. Quint in 5 volumi (Stuttgart 1958ss.) sono raccolte in Die Deutschen Werke.

II. Dottrina. Ciò che nella " mistica intellettuale " E. affermò " dal punto di vista dell' eternità " fu interpretato dai suoi oppositori come " secondo il tempo ". Ciò che Taulero, suo discepolo, vuol dire commentando il Maestro, diventa chiaro alla luce della tradizione scolastica di Alberto Magno, della quale E. fu il rappresentante più significativo. Questa tradizione domenicana raccoglie assai più di quella tomistica il pensiero neoplatonico: tutto ciò che esiste nello spazio e nel tempo, tutto quello che l'uomo è ed esperimenta esiste dall'eternità in tutta la sua verità in Dio unito alla sua eterna sapienza e volontà. Ma in Dio uno non c'è alcuna molteplicità e, per questo, il suo volere e la sua sapienza costituiscono un'unità inscindibile. L'uomo ritrova, dunque, tutto il suo essere e il senso del suo agire nella eterna unità di Dio. Visto così, " dall'eternità ", egli diviene una cosa sola con Dio. Questo è un insegnamento che pervade tutta la tradizione cristiana. E. lo coglie traendone le straordinarie conseguenze e completandolo con quello dei Padri della Chiesa greci, gli conferisce il segno distintivo della fede cristiana: l' uomo è una cosa sola con Dio, ma soltanto grazie a un dono, a una grazia, alla volontà creatrice di Dio, che è Dio nel suo essere più profondo. Vita ed esperienza cristiana significano vivere e sperimentare completamente questo dono divino e vivere perciò nell'essere eterno di Dio. L'uomo, dunque, è " uno " con Dio grazie a un dono, non per un possesso personale. Per merito della grazia egli è anche una cosa sola con la più intima manifestazione di Dio, con la " nascita della Parola dal Padre " attraverso la quale anche l'unità di Dio risulta non eliminata, bensì accresciuta. In ciò consiste per E. il cristianesimo vissuto e sperimentato: questo è propriamente il significato della mistica cristiana.

E interessante vedere come da questo accostamento di pensiero ed esperienza risultino nei confronti della vita un atteggiamento oltremodo attivo ed un apprezzamento del mondo creato, il quale sempre per merito della grazia, non del suo essere, è una sola cosa con Dio. La seconda predica sulla visita di Gesù a Betania inverte l'interpretazione del testo: l'operosità di Marta è quella che realizza la parte migliore, mentre Maria è ancora a metà strada.

E. sottolinea la " razionalità " della mistica cristiana; mostra anche come le pretese del panteismo siano da integrare in senso teistico e costruisce, quindi, una base per il dialogo interreligioso con l'Oriente.

Bibl. Opere: E. Bonaiuti, Prediche e trattati, Bologna 1927; G. Faggin, Meister Eckhart: la nascita eterna, Firenze 1953, Vicenza 1996; Id., Meister Eckhart: Il natale dell'anima, Vicenza 1976; Id., Meister Eckhart: Trattati e prediche, Milano 1982; A. Hermet, Meister Eckhart: Sermoni, Lanciano (CH) 1930; M. Vannini (cura di), Meister Eckhart: Opere tedesche, Firenze 1982; Id., I sermoni latini, Roma 1989; Id., Antologia, Firenze 1992; Id., Meister Eckhart: la nobilità dello Spirito, Casale Monferrato (AL) 1996; Id., Eckhart, L'uomo e l'infinito, a cura di R. Bellinzaghi, Milano 1997. Studi: D. Abbrescia - Giovanna della Croce, s.v., in DES II, 858-862; J. Ancelet-Hustache, Maestro Eckhart e la mistica renana, Milano 1992; G. Della Volpe, Eckhart o della filosofia mistica, Roma 1952; H.D. Egan, Meister Eckhart, in Id., I mistici e la mistica, Città del Vaticano 1995, 327-338; G. Faggin, Meister Eckhart e la mistica tedesca preprotestante, Milano 1946; M. Frösche, s.v., in WMy, 124-129; A.M. Haas, Meister Eckhart, in G. Ruhbach - J. Sudbrack, Grandi mistici, I, Bologna 1987, 221-238; A. Klein, Meister Eckhart: La dottrina mistica della giustificazione, Milano 1978; R.L. Oechslin, s.v., in DSAM IV1, 93-116; K. Ruh, Meister Eckhart, Brescia 1989; C. Smith, La via del paradosso. La vita spirituale secondo Maestro Eckhart, Cinisello Balsamo (MI) 1992.

Autore: J. Sudbrack
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)