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Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Vite Vigna


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Poche colture dipendono, come la vite, sia dal lavoro attento ed ingegnoso dell'uomo, sia dal ritmo delle stagioni. La Palestina, terra di vigneti, insegna ad Israele a gustare i frutti della terra, a dedicarsi totalmente ad un lavoro promettente, ma anche ad aspettarsi tutto dalla generosità divina. D'altra parte la vite, così preziosa, ha qualcosa di misterioso. Non ha valore che per il suo frutto. Il suo legno è senza valore (Ez 15, 2-5) ed i suoi tralci sterili non sono buoni che per il fuoco (Gv 15, 6); ma il suo frutto rallegra « dèi e uomini » (Giud 9, 13); la vite nasconde quindi un mistero più profondo; se apporta la gioia nei Cuore dell'uomo (Sal 104, 15), è una vite il cui frutto è la gioia di Dio.

l. La vile, gioia dell'uomo. - Noè, il giusto, pianta la vite su una terra che Dio ha promesso di non più maledire (Gen 8, 21; 9, 20). E la presenza di vigneti sulla nostra terra è il segno che la benedizione di Dio non è stata completamente distrutta dal peccato di Adamo (Gen 5, 29). Dio promette e dà al suo popolo una terra ricca di vigne (Num 13, 23 s; Deut 8, 8). Ma Coloro Che opprimono il povero (Am 5, 11) o sono infedeli a Jahve (Sof 1, 13) non berranno il vino delle loro vigne (Deut 28, 30. 39); esse saranno divorate dalle locuste (Gioe l, 7) o faran posto ai rovi (Is 7, 23). Gravemente ingiusto è il re che prende le vigne dei suoi sudditi; di questo abuso predetto da Samuele (1 Sam 8, 14 s) si rende colpevole Achab (1 Re 21, 1-16). Ma, sotto un buon re, ognuno vive nella pace, sotto la sua vite ed il suo fico (1 Re 5, 5; 1 Mac 14, 12). Questo ideale si realizzerà nei tempi messianici (Mi 4, 4; Zac 3, 10); allora la vigna sarà feconda (Am 9, 14; Zac 8, 12). Immagine della sapienza (Eccli 24, 17), immagine della sposa feconda del giusto (Sal 128, 3), la vite che mette le gemme simboleggia la speranza degli sposi che, nel Cantico, cantano il mistero dell'amore (Cant 6, 11; 7, 13; 2, 13. 15; cfr. 1, 14).

2. Israele, vigna infedele a Dio. - Sposo e vignaiolo, il Dio di Israele ha la sua vigna, che è il suo popolo. Per Osea, Israele è una vigna feconda che rende grazie della sua fecondità ad altri Che a Dio, quel Dio che, mediante l'alleanza, è il suo sposo (Os 10, 1; 3, 1). Per Isaia, Dio ama la sua vigna, ha fatto tutto per essa, ma invece del frutto di giustizia che attendeva, essagli ha dato l'acerba vendemmia del sangue versato; egli l'abbandonerà ai devastatori (Is 5, 1-7). Per Geremia, Israele è una vigna scelta, inselvatichita e divenuta sterile (Ger 2, 21; 8, 13), che sarà divelta e calpestata (Ger 5,10; 12, 10). Ezechiele infine paragona ad una vigna feconda, poi inaridita e bruciata, ora Israele infedele al suo Dio (Ez 19, 10-14; 15, 6 ss), ora il re infedele ad un'alleanza giurata (17, 5-19). Verrà un giorno in cui la vigna fiorirà sotto la custodia vigilante di Dio (Is 27, 2 s). A tale scopo Israele invoca l'amore fedele di Dio: possa egli salvare questa vigna Che ha trapiantato dall'Egitto nella sua terra e che ha dovuto abbandonare allo sterminio ed al fuoco! Ormai essa gli sarà fedele (Sal 80, 9-17). Ma non sarà Israele a mantenere questa promessa. Riprendendo la parabola di Isaia, così Gesù riassume la storia del popolo eletto: Dio non ha cessato di aspettare i frutti della sua vigna; ma invece di ascoltare i profeti da lui mandati, i vignaioli li hanno maltrattati (Mc 12, 1- 5). Colmo dell'amore: egli manda ora il suo Figlio diletto (12, 6); in risposta i capi del popolo porteranno al Colmo la loro infedeltà, uccidendo il Figlio di cui la vigna è l'eredità. Perciò i Colpevoli saranno castigati, ma la morte del Figlio aprirà una nuova tappa del disegno di Dio: affidata a vignaioli fedeli, la vigna darà finalmente il suo frutto (12, 7 ss; Mt 21, 41 ss). Quali saranno questi vignaioli fedeli? Le proteste platoniche non servono a nulla: occorre un lavoro effettivo, il solo Che renda (Mt 21, 28-32). Per fare la sua vendemmia, Dio accoglierà tutti gli operai: lavorando fin dal mattino, od assoldati all'ultima ora, tutti riceveranno la stessa ricompensa. Infatti la chiamata al lavoro e l'offerta del salario sono doni gratuiti e non diritti che l'uomo possa rivendicare: tutto è grazia (Mt 20, 1-15).

3. La vera vigna, gloria e gioia di Dio. - Ciò che Israele non ha potuto dare a Dio, glie lo dà Gesù. Egli è la vigna che rende, la vite autentica, degna del suo nome. È il vero Israele. È stato piantato dal Padre suo, è stato circondato di Cure e mondato affinché porti un frutto abbondante (Gv 15, 1 s; Mt 15, 13). E di fatto porta il suo frutto dando la propria vita, versando il proprio sangue, prova suprema d'amore (Gv 15, 9. 13; cfr. 10, 10 s. 17); ed il vino, frutto della vite, sarà, nel mistero eucaristico, il segno sacramentale di questo sangue versato per suggellare la nuova alleanza; sarà il mezzo per partecipare all'amore di Gesù, per rimanere in lui (Mt 26, 27 ss par.; cfr. Gv 6,56; 15, 4-9S). Egli è la vite e noi i tralci, Come egli è il corpo-e noi le membra. La vera vite è lui ma è anché la sua Chiesa, i cui membri sono in Comunione Con lui. Senza questa comunione noi non, possiamo fare nulla: Gesù solo, vera vite, può portare un -fiotto Che glorifichi il vignaiolo, il Padre suo. Senza la comunione con lui, noi siamo tralci staccatidalla vite-privi di-linfa, sterili, buoni per il fuoco (Gv 15, 4 ss).-A questa comunione tutti gli uomini sono chiamati dall'amore del Padre e del Figlio; chiamata gratuita, perché è Gesù a scegliere coloro che diventano suoi tralci, suoi discepoli; non sono essi- a sceglierlo (15, 16). Mediante questa Comunione, l'uomo diventa tralcio della vera vite. Vivificato dall'amore Che unisce Gesù ed il Padre suo, egli porta frutto, e ciò glorifica il Padre. Partecipa Così alla gioia del Figlio cche é3î glorificare il Padre suo (15; 8-11). Tale è il mistero della vera vite: esprime l'unione feconda di Cristo e della Chiesa, e la gioia che rimane, perfetta ed eterna (cfr. 17, 23).

Autore: M.F. Lacan
Fonte: Dizionario di Teologia Biblica