Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Via


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L'antico semita è un nomade. Nella sua esistenza, strada, via e sentiero hanno una parte essenziale. Con tutta naturalezza egli si serve di questo stesso vocabolario per parlare della vita morale e religiosa, e lo stesso uso si è Conservato nella lingua ebraica. All'epoca del giudaismo, la dottrina delle « due vie » riassume la condotta morale degli uomini. Esistono due modi di comportarsi, due vie: la buona e la cattiva (Sal 1, 6; Prov 4, 18 s; 12, 28). La via della virtù, via diritta e perfetta (1 Sam 12,23; 1 Re 8, 36; Sal 101, 2. 6; 1 Cor 12, 31), Consiste nel praticare la giustizia (Prov 8, 20; 12, 28), nell'essere fedele alla verità (Sal 119, 30; Tob 1, 3), nel ricercare la pace (Is 59, 8; Le 1, 79). Gli scritti sapienziali proclamano Che questa è la via della vita (Prov 2, 19; 5, 6; 6, 23; 15,24); essa assicura lunghezza e prosperità di esistenza. La via cattiva, tortuosa (Prov 21, 8), è quella che seguono gli insensati (Prov 12, 15), i peccatori (Sal 1, 1; Eccli 21, 10), i malvagi (Sal 1, 6; Prov 4, 14. 19; Ger 12, 1). Essa . porta alla perdizione (Sal 1, 6) ed allamorte (Prov 12,28). Tra queste due vie l'uomo è libero di scegliere ed ha la responsabilità della sua scelta (Deut 30, 15-2f); Eccli 15, 12). Il vangelo segnala l'angustia del sentiero che conduce alla vita, e l'esiguo numero di quelli Che l'imboccano; mentre la maggioranza segue la via larga che conduce alla morte (Mt 7, 13 s).

I. LE VIE DI DIO

Abramò si è messo in Cammino all'appello di Dio (Gen 12, 1-5); da allora è incominciata un'immensa avventura, nella quale la grande questione è di riconoscere le vie di Dio e di seguirle. Vie sconcertanti: « le mie vie non sono le vostre vie », dice il Signore (Is 55, 8), ma che terminano in realizzazioni meravigliose.

1. L'esodo ne è l'esempio privilegiato. Il popolo esperimentò allora quel Che significa « Camminare Con il suo Dio » (Mt 6, 8) ed entrare nella sua alleanza. Dio stesso si mette in testa per aprire la strada, e la sua presenza è concretizzata dalla colonna di nube o dalla Colonna di fuoco (E,; 13, 21 s). Il mare non lo ferma: « Sul mare fu la tua via, il tuo sentiero sulle acque innumerevoli » (Sal 77, 20), cosicché Israele sfugge agli Egiziani, liberato. Poi C'è la marcia nel deserto. (Sal 68, 8); Dio vi combatte per il suo popolo e lo sostiene « come un uomo sostiene il proprio figlio »; gli procura Cibo e bevanda; « cerca un posto dove accamparsi » e veglia a che non manchi nulla (Deut 1, 30-33). Ma interviene pure per punire Israele delle sue mancanze di fede. La marcia con Dio, in effetti, è difficile. Il tempo del deserto può essere considerato come un tempo di prova, che permette a Jahve di sondare il suo popolo fino in fondo al Cuore e di correggerlo Come si conviene (Deut 8, 2-6). Perciò la via di Dio è divenuta lunga e sinuosa (Deut 2, 1 s). Ma non manca di giungere a termine: Dio conduce il suo popolo al riposo, in un paese fortunato, dove Israele soddisfatto benedirà Jahve (Deut 8, 7-10). Diviene Così manifesto che « i sentieri di Jahve sono amore e verità » (Sal 25, 10; cfr. Sal 136), ed anche che « tutte le sue vie sono il diritto » (Deut 32,4). Il ricordo dell'esodo, ravvivato ogni anno in occasione della Pasqua e della festa dei tabernacoli, segna profondamente l'animo giudaico. I pellegrinaggi (Sichem, Silo, poi Gerusalemme) contribuiscono a fissare la nozione di via sacra Che porta al riposo di Dio. Quando l'idolatria minaccia di soppiantate il jahvismo, Elia riprende la strada dell'Horeb. Più tardi i profeti idealizzano il tempo il, cui Jahve camminava Con il suo figlio (Os 11, 1 ss).

2. La legge. - Arrivato nella terra promessa, Israele deve nondimeno continuare a « camminare nelle vie del Signore » (Sal 128, 1). Conoscerle è il suo grande privilegio (cfr. Sal 147, 19 s). Di fatto Dio ha rivelato al suo popolo « tutta la via della conoscenza »; « è il libro dei precetti di Dio, la legge che sussiste in eterno » (Bar 3, 37; 4, 1). Bisogna dunque « camminare nella legge del Signore » (Sal 119, 1), per mantenersi nella sua alleanza ed avanzare verso la luce, verso la pace, verso la vita (Bar 3,13 s). La legge è la vera via dell'uomo, perché è la via di Dio. La disobbedienza alla legge è un traviamento (Deut 31, 17) Che porta alla Catastrofe. La sua ultima sanzione sarà l'esilio (Lev 26, 41), strada che va a ritroso dell'esodo (Os 11, 5). Ma Dio non può rassegnarsi al decadimento del suo popolo (Lev 26,44 s); bisogna nuovamente « preparare nel deserto una strada per Jahve »#(Is 40, 3); egli stesso « traccerà sentieri nella solitudine » (Is 43, 19) e « di tutti i monti farà strade » (Is 49, 11) per un ritorno trionfale.

III. CRISTO, VIA VIVENTE

Il ritorno dall'esilio è ancora soltanto una immagine della realtà definitiva. Questa è annunziata da Giovanni Battista con gli stessi termini che il Deutero-Isaia usava per il nuovo esodo: « Preparate la via del Signore » (Lc 3,4 = Is 40, 3). L'era messianica è infatti un nuovo esodo che, questa volta, porta effettivamente fino al riposo di Dio (Ebr 4, 8 s). Gesù, nuovo Mosè, ne è la guida, l'accompagnatore, il trascinatore (Ebr 2, 10 s; 12, 2 ss). Egli chiama gli uomini a seguirlo (Mi 4, 19; Le 9, 57-62; Gv 12, 35 s). Dando una pregustazione del regno glorioso, la trasfigurazione illumina per un istante questa strada, ma l'annunzio della passione ricorda che bisogna prima passare per il Calvario; l'ingresso nella gloria non può avvenire se non per la via della croce (Mt 16, 23; Le 24,26; 9,23; Gv 16,28). Gesù si pone quindi risolutamente in via verso Gerusalemme, ascesa il cui termine è il suo sacrificio. Ma, a differenza dei riti antichi, questo sacrificio sfocia nel cielo stesso (Ebr 9, 24) e ci apre nello stesso tempo la strada: mediante il sangue di Cristo noi abbiamo ormai accesso al vero santuario; attraverso la sua carne Gesù ha inaugurato per noi una via nuova e vivente (Ebr 10, 19 ss). Negli Atti, il cristianesimo nascente è chiamato «la via » (Atti 9, 2; 18, 25; 24, 22). Di fatto i cristiani hanno coscienza di aver trovato la vera strada, che fino allora non era manifesta (Ebr 9, 8), ma questa strada non è più una legge, bensì una persona: Gesù Cristo (Gv 14, 6). In lui avviene la loro Pasqua ed il loro esodo; in lui essi devono Camminare (Col 2, 6), persino correre (Fil 3, 12 ss) seguendo la via dell'amore (Ef . b 5, 2; 1 Cor 12, 31), poiché in lui Giudei e Gentili hanno accesso, in un solo Spirito, presso il Padre (Ef 2, 18).

Autore: A. Darrieurtourt