Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Umiltà


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I. L'UMILTÀ ED I SUOI GRADI L'umiltà biblica è anzitutto la modestia che si oppone alla vanità. Il modesto, alieno da pretese irrazionali, non si fida del proprio giudizio (Prov 3, 7; Rom 12, 3. 16; cfr. Sal 131, 1). L'umiltà, che si oppone all'orgoglío, sta ad un livello più profondo; è l'atteggiamento della creatura peccatrice dinanzi all'onnipotente ed al tre volte santo; l'umile riconosce di aver ricevuto da Dio tutto ciò che ha (1 Cor 4, 7); servo senza valore (Lc 17,10), da sé non è nulla (Gal 6, 3), se non un peccatore (Is 6, 3 ss; Lc 5, 8). Questo umile che si apre alla sua grazia (Giac 4, 6 = Prov 3, 34), Dio lo glorificherà (1 Sam 2, 7 s; Prov 15, 33).
Incomparabilmente più profonda ancora è l'umiltà di Cristo che col suo abbassamento ci salva, ed invita i suoi discepoli a servire i loro fratelli per amore (Lc 22, 26 s), affinché in tutti sia glorificato Dio (1 Piet 4, 10 s).

II. L'UMILTÀ DEL POPOLO DI DIO
Israele impara l'umiltà anzitutto facendo l'esperienza dell'otulipotenza del Dio che lo salva e che è il solo altissimo. Conserva viva quest'esperienza commemorando nel culto le opere di Dio; questo culto è una scuola di umiltà; lodando e ringraziando, l'Israelita imita l'umiltà di David Che danza dinanzi all'arca (2 Sam 6, 16. 22) per glorificare Dio al quale deve tutto (Sal 103). Israele ha fatto pure l'esperienza della povertà nella prova Collettiva della sconfitta e dell'esilio o nella prova individuale della malattia e dell'oppressione dei deboli. Queste umiliazioni gli hanno fatto prendere coscienza dell'impotenza fondamentale dell'uomo e della miseria del peccatore che si separa da Dio. Così l'uomo è incline a rivolgersi a Dio con un Cuore contrito (Sal 51, 19), con quella umiltà, fatta di dipendenza totale e di docilità fiduciosa, Che ispira le suppliche dei Salini (Sal 25; 106; 130; 131). Coloro che lodano Dio e lo supplicano di salvarli si chiamano spesso i « poveri » (Sal 22, 25. 27; 34, 7; 69, 33 s); questa parola, che da prima designava la Classe sociale degli sventurati, asstune un senso religioso a partire da Sofonia: cercare Dio significa cercare la povertà, che è l'umiltà (Sof 2, 3). Dopo il giorno di Jahve, il « resto » del popolo di Dio sarà « umile e povero » (Sof 3, 12; gr. prays e tapeinbs; cfr. Mt 11, 29; Ef 4, 2).
Nel VT i modelli di questa umiltà sono Mosè, il più umile degli uomini (Num 12, 3), ed il misterioso servo che, con la sua umile sottomissione fino alla morte, realizza il disegno di Dio (Is 53, 4-10). Al ritorno dall'esilio, profeti e sapienti predicheranno l'umiltà. L'altissimo abita con colui che ha lo spirito umile ed il Cuore Contrito (Is 57,15; 66, 2). « Il frutto dell'umiltà è il timor di Dio, ricchezza, gloria e vita » (Prov 22, 4). « Quanto più sei grande, tanto più occorre che ti abbassi per trovare grazia dinanzi al Signore » (Eccli 3, 18; cfr. Dan 3, 39). Infine, a quel Che dice l'ultimo profeta, il messia sarà un re umile; entrerà in Sion Cavalcando un asinello (Zac 9, 9). Veramente il Dio di Israele, re della creazione, e il « Dio degli umili » (Giudit 9,11 s).

III. L'UMILTÀ DEL FIGLIO DI DIO
Gesù è il messia umile annunziato da Zaccaria (Mt 21,5). È il messia degli umili che egli proclama beati (Mt 5,4 = Sal 37, 11; gr. prays = l'umile che la sottomissione a Dio rende paziente e mite). Gesù bene- dice i bambini e li presenta Come modelli (Mc 10, 15 s). Per diventare Come uno di questi piccoli cui Dio si rivela e che, soli, entreranno nel regno (Mt 11, 25; 18, 3 s), bisogna mettersi alla scuola di Cristo, « maestro mite ed umile di Cuore » (Mt 11, 29). Ora questo maestro non è soltanto un uomo; è il Signore venuto a salvare i peccatori prendendo una carne simile alla loro (Rom 8,3). Lungi dal cercare la propria gloria (Gv 8,50), egli si umilia fino a lavare i piedi dei suoi discepoli (Gv 13, 14 ss); egli, che è eguale a Dio, si annienta fino a morire in croce per la nostra redenzione (Fil 2, 6 ss; Mc 10, 45; cfr. Is 53). In Gesù si rivela non soltanto la potenza divina senza la quale noi non esisteremmo, ma la carità divina senza la quale noi saremmo perduti (Lc 19, 10). Questa umiltà (« segno di Cristo », dice S. Agostino), è quella del Figlio di Dio, quella della carità. Bisogna seguire la via di questa « nuova » umiltà, per praticare il comandamento nuovo della Carità (Ef 4, 2; 1 Piet 3, 8 s; « dov'è l'umiltà, ivi è la carità », dice S. Agostíno). Coloro che « si rivestono di umiltà nei loro rapporti reciproci » (1 Piet 5, 5; Col 3, 12) cercano gli interessi degli altri e prendono l'ultimo posto (Fil 2, 3 s; 1 Cor 13, 4 s). Nella serie dei frutti dello Spirito, Paolo pone l'umiltà accanto alla fede (Gal 5, 22 s); queste due virtù (tratti essenziali di Mosè, secondo Eccli 45, 4) sono di fatto Connessi, essendo entrambi due atteggiamenti di apertura a Dio, di sottomissíone fiduciosa alla sua grazia ed alla sua parola.

IV. L'OPERA DI DIO NEGLI UMILI
Dio guarda gli umili e si china verso di essi (Sal 138,6; 113,6s); infatti, non gloriandosi che della loro debolezza (2 Cor 12, 9), essi si aprono alla potenza della sua grazia Che, in essi, non è sterile (1 Cor 15, 10). Non soltanto l'umile ottiene il perdono dei suoi peccati (Lc 18, 14), ma la sapienza dell'onnipotente ama manifestarsi per mezzo degli umili che il mondo disprezza (1 Cor 1, 25. 28 s). Quale umiltà in Colui Che il Signore manda a preparargli la via e Che desidera solo scomparire (Gv 1, 27; 3, 28 ss). Di una umile vergine, Che non vuole essere che la sua ancella, Dio fa la madre del suo Figlio, nostro Signore (Lc 1, 38. 43).
Colui che si umilia nella prova sotto la mano onnipotente del Dio di ogni grazia e partecipa agli abbassamenti di Cristo crocifisso, sarà, al pari di Gesù, esaltato da Dio, a suo tempo, e parteciperà alla gloria del Figlio di Dio (MI 23, 12; Rom 8, 17; Fil 2, 9 ss; 1 Piet 5, 6-10). Con tutti gli umili egli canterà eternamente la santità e l'amore del Signore Che ha fatto in essi grandi cose (Lc 1, 46-53; Apoc 4, 8-11; 5, 11-14). Nel VT la parola di Dio porta l'uomo alla gloria per la via di un'umile sottomissione a Dio, suo creatore e salvatore. Nel NT la parola di Dio si fa carne per condurre l'uomo al culmine dell'umiltà Che Consiste nel servire Dio negli uomini, nell'umiliarsi per amore al fine di glorificare Dio salvando gli uomini.

Autore: M.P. Lacan
Fonte: Dizionario di Teologia Biblica