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Venerdi, 26 aprile 2024 - San Marcellino ( Letture di oggi)

Sposo - Sposa


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Il nome di sposo è uno di quelli che Dio dà a se stesso (Is 54, 5) e che esprime il suo amore per la sua creatura. A questo titolo se ne parla qui, mentre la voce matrimonio espone ciò che concerne il focolare umano.

VT

Dio non si rivela soltanto nel suo nome misterioso (Es 3, 14 s); altri nomi, tratti dall'esperienza quotidiana della vita, lo fanno conoscere nei suoi rapporti con il suo popolo: egli ne è il pastore ed il padre, ne è pure lo sposo.

Non si tratta qui di un mito, come ne conosce la religione cananea, in Cui il dio-sposo feconda la terra della quale è il Baal (= signore e marito: Os 2, 18; cfr. Giud 2, 11 s); a questo mito corrispondono riti sessuali, specialmente la prostituzione sacra. Tali riti appaiono legati all'idolatria; perciò, per meglio stigmatizzare quest'ultima, il Dio geloso che la condanna la Chiama una prostituzione (cfr. Es 34, 15 s; Is 1, 21). Il Dio di Israele non è lo sposo della sua terra, ma del suo popolo; l'amore che li unisce ha una storia; le iniziative gratuite di Dio ed il trionfo della sua misericordia sulla infedeltà del suo popolo sono dei temi profetici. Essi compaiono anzitutto in Osea, che ha acquistato coscienza del loro valore simbolico attraverso la sua propria esperienza Coniugale.

1. L'esperienza dì Osea: la sposa amata ed infedele. - Osea sposa una donna che ama e che gli dà dei figli, ma che lo abbandona per darsi alla prostituzione in un tempio. Tuttavia il profeta la redime e la riconduce a casa. Un tempo di austerità e di prova la preparerà a riprendere il suo posto al focolare (Os 1- 3). Tale è il senso probabile di questo racconto drammatico. In questa esperienza Coniugale il profeta scopre il mistero dei rapporti tra l'amore di Dio che si allea ad un popolo ed il tradimento dell'alleanza da parte di Israele. L'alleanza assume un carattere nuziale. L'idolatria non è soltanto una prostituzione: è un adulterio, l'adulterio di una sposa colmata di doni che dimentica tutto ciò che ha ricevuto. L'ira divina è quella di uno sposo Che, castigando la sposa infedele, la vuole Convertire e rendere nuovamente degna del suo amore. Questo amore avrà l'ultima parola; Israele ripasserà attraverso il tempo del deserto (2, 16 s); un nuovo fidanzamento preparerà le nozze che si Compiranno nella giustizia e nella tenerezza; il popolo purificato conoscerà il suo sposo ed il suo amore fedele (2, 20 ss).

Precedentemente l'alleanza era vissuta come un patto sociale la cui rottura attirava l'ira di Dio; quest'ira appare ora come l'effetto della gelosia di uno sposo, e l'alleanza come un'unione Coniugale, con il dono, tanto intimo quanto esclusivo, che essa implica. Questo dono mutuo, come quello di due sposi, conoscerà delle vicissitudini; esse simboleggiano l'alterna vicenda che caratterizza la storia di Israele fin dal tempo dei Giudici (ad es. Giud 2, 11-19): peccato, castigo, pentimento, perdono.

2. Il messaggio profetico: lo sposo amante e fedele. - Erede spirituale di Osea, Geremia riprende il simbolismo nuziale con immagini espressive per opporre il tradimento e la corruzione di Israele all'amore eterno di Dio per il suo popolo: « Così dice Jahve: mi ricordo dell'affezione della tua giovinezza, dell'amore del tuo fidanzamento: tu mi seguiví nel deserto » (Ger 2, 2); ma « su ogni Collina e sotto ogni albero verde ti sei sdraiata come una prostituta » (2, 20); tuttavia « io ti ho amata di un amore eterno; perciò ti ho conservato il mio favore » (31, 3). Le immagini di Ezechiele, ancor più crude, rappresentano Gerusalemme Come una trovatella, Che il suo salvatore sposa dopo averla allevata, e che si prostituisce; ma se essa ha rotto l'alleanza che l'univa al suo sposo, egli ristabilirà questa alleanza (Ez 16, 1-43.59-63; cfr. 23). Infine il Libro della Consolazione trova gli accenti più sconvolgenti per rivelare a Gerusalemme l'amore con cui è stata amata: « Non aver vergogna! Non dovrai più arrossire... perché il tuo sposo è il tuo Creatore... Si ripudia forse la donna della propria giovinezza? Per un breve istante io ti avevo abbandonata... ma con un amore eterno ho pietà di te » (Is 54, 4-8). Gratuito e fedele, insondabile ed eterno, l'amore dello sposo trionferà e trasformerà l'infedele in una sposa verginale (61, 10; 62, 4 s), alla quale si unirà per un'alleanza eterna.

I canti del Cantico devono essere letti in questa prospettiva profetica? O sono invece ispirati dall'amore di uno sposo e di una sposa di questo mondo? Sia che raccontino allegoricamente la storia di Israele, sia Che cantino quest'amore Coniugale di Cui i profeti hanno fatto il tipo del legame dell'alleanza, essi non danno la chiave dei simboli di cui si servono: Jahve non è mai identificato con lo sposo. Un'interpretazione allegorica del testo, per quanto possa essere legittima, esige tanta ingegnosità Che sembra preferibile considerare il Cantico Come una parabola: celebra un amore forte come la morte, la cui fiamma inestinguibile è l'immagine dell'amore geloso di Dio per il suo popolo (Cant 8, 6 s; cfr. Deut 4, 24). Quanto alle nozze Cantate dal Sal 45, sono quelle del re-messia; la lettera agli Ebrei ne sfrutterà gli elementi che davano al re dei titoli divini e preludevano alla rivelazione della filiazione divina di Cristo (Sal 45, 7 s; Ebr 1, 8). 3. Sapienza ed unione con Dio- - Il realismo dei profeti ha messo in rilievo l'ardore dell'amore divino. La meditazione dei sapienti sottolineerà il carattere personale ed interiore dell'unione realizzata da questo amore. Dio comunica al suo fedele una sapienza Che è figlia sua (Prov 8, 22) e che si Comporta nei confronti dell'uomo come una madre e come una sposa (Eccli 15, 2). Il libro della Sapienza riprende l'immagine; acquistare la sapienza è il mezzo per essere amici di Dio (Sap 7, 14); bisogna ricercarla, desiderarla e vivere con essa (7, 28; 8, 2. 9). Sposa che Dio solo può dare (8,21), essa rende immortale colui al quale è unita. Inviata da Dio, Come lo Spirito Santo (9, 17), la sapienza è un dono spirituale; è un artefice che porta a termine in noi l'opera di Dio e che genera in noi le virtù (8, 6 s). Il simbolismo coniugale è qui completamente spiritualizzato. È preparata in tal modo la rivelazione del mistero, grazie al quale si consumerà l'unione dell'uomo Con Dio: l'incarnazione di colui che è la sapienza di Dio, e le sue nozze Con la Chiesa sua sposa.

NT

l. L'agnello, sposo della nuova alleanza. - La sapienza, che è nata da Dio e si compiace di abitare tra gli uomini (Prov 8, 22 ss. 31), non è soltanto un dono spirituale; appare nella carne: è Cristo, sapienza di Dio (1 Cor 1, 24); e nel mistero della croce, follia di Dio, egli porta a termine la rivelazione dell'amore di Dio per la sua sposa infedele, salva e santifica la sposa di cui è il Capo (testa) (Ef 5, 23-27). Si svela Così il mistero dell'unione simboleggiata nel VT dai nomi di sposo e di sposa. Per l'uomo si tratta di aver comunione Con la vita trinitaria, di unirsi al Figlio di Dio per diventare figlio del Padre Celeste: lo sposo è Cristo, e Cristo crocifisso. La nuova alleanza è suggellata nel suo sangue (1 Cor 11, 25) e perciò l'Apocalisse non Chiama più Gerusalemme sposa di Dio, ma sposa delI'agnello (Apoc 21, 9).

2. La Chiesa, sposa della nuova alleanza. - Qual è questa Gerusalemme, chiamata alla alleanza con il Figlie di Dio? Non è più la serva, che rappresenta il popolo dell'antica alleanza, ma la donna libera, la Gerusalemme di lassù (Gal 4, 22-27). Dopo la venuta dello sposo, al quale il precursore, suo amico, ha reso testimonianza (Gv 3, 29), l'umanità è rappresentata da due donne, simbolo di due città spirituali: da una parte la « prostituta », tipo della Babilonia idolatra (Apoc 17, 1. 7; cfr. Is 47), dall'altra parte la sposa dell'agnello, tipo della città amata (Apoc 20, 9), della Gerusalemme santa Che viene dal cielo, perché dallo sposo ha la sua santità (21, 2.9s).

Questa donna è la madre dei figli di Dio, di coloro che l'agnello libera dal dragone in virtù del suo sangue (12, 1 s. 11. 17). Appare. dunque che la sposa di Cristo non è soltanto l'insieme degli eletti, ma è la loro madre, colei per mezzo della quale e nella quale ognuno di essi è nato; essi sono santificati dalla grazia di Cristo (Tito 3, 5 ss), e diventano degli esseri vergini, degni di Cristo loro sposo (2 Cor 11, 2), uniti per sempre all'agnello (Apoc 14,4).

3. Le nozze eterne. - Le nozze dell'agnello e della sposa comportano quindi diverse tappe per il fatto che la Chiesa è nello stesso tempo la madre degli eletti e la città che li raduna. a) La prima tappa delle nozze, il tempo della venuta di Cristo (Mt 9, 15 par.), termina nel momento in cui sulla croce Cristo, novello Adamo, santifica la nuova Eva; questa esce dal suo costato, simboleggiata dall''acqua e dal sangue dei sacramenti della Chiesa (Gv 19, 34; cfr. .1 Gv 5, 6). L'amore che lo sposo vi mostra alla sua sposa è il modello delle nozze cristiane (Ef 5, 25-32).

b) A queste nozze Cristo invita gli uomini, in primo luogo il suo popolo (Mt 22, 1-10); ma per parteciparvi non bisogna soltanto rispondere all'invito che molti rifiutano, bensì indossare la veste nuziale (22, 11 ss). Questo invito risuona per tutto il tempo della Chiesa; ma poiché l'ora della Celebrazione rimane incerta per ognuno, esso esige la vigilanza, affinché lo sposo, quando verrà, trovi pronte le vergini che sono invitate a prender parte al banchetto nuziale (25, 1-13).

c) Infine, al termine della storia, sarà ultimata la veste nuziale della sposa, veste di lino di bianchezza splendente, tessuta dalle opere dei fedeli. Questi aspettano nella gioia e nella lode le nozze dell'agnello a cui hanno la ventura di essere invitati (Apoc 19, 7 s). In quel momento, in cui sarà giudicata la prostituta (19, 2), lo sposo risponderà infine all'appello che il suo Spirito ispira alla sua sposa; sazierà la sete di tutti coloro che, come essa ed in essa, desiderano questa unione al suo amore e alla sua vita, unione feconda, di Cui quella degli sposi è uno dei simboli migliori (22, 17).

Autore: M.P. Lacan
Fonte: Dizionario di Teologia Biblica