Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Semplice


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La semplicità che Caratterizza il bambino (ebr. peti; gr. nèpios; Vg. parvulus, innocens) ha aspetti diversi: mancanza di esperienza e di prudenza, docilità, assenza di calcolo, rettitudine del cuore che provoca la sincerità del linguaggio e che esclude la malevolenza dello sguardo e dell'azione. Si oppone Così o al discernimento o alla doppiezza. 1. Semplicità e sapienza. - La semplicità può quindi essere un difetto; se consiste in una ignoranza (Prov 14, 18) che fa agire imprudentemente (Prov 22, 3), credere al primo venuto (Prov 14,15), cedere alle seduzioni del piacere cattivo (Prov 7, 7; 9, 16; Rom 16, 18), è una leggerezza mortale (Prov 1, 32), indegna del cristiano (1 Cor 14, 20). La sapienza ne libera coloro che, dietro il suo appello (Prov 1, 22; 8, 5; 9, 4 ss), ascoltano le sue parabole (Prov 1, 4). Essa li rende sapienti (Sal 19, 8), se si aprono alla luce della parola di Dio (Sal 119, 130 s) con quella semplicità che mancò ad Eva (2 Cor 11, 3) e di cui sono privi Coloro che Confidano nella propria sapienza (Mi 11, 25). Questa fede umile, condizione della salvezza (Mc 10, 15; 1 Piet 2, 2), è il primo aspetto della semplicità dei figli di Dio, che non è infantilismo; essa implica al Contrario la rettitudine e l'integrità (Fil 2,15) di cui Giobbe rimane il modello (Giob 1, 8; 2, 3). 2. Semplicità e rettitudine. - Colui che cerca Dio deve fuggire ogni doppiezza (Sap 1, 1): nulla divida il suo Cuore (Sal 119, 113; Giac 4, 8), ne falsi l'intenzione (1 Re 9, 4; Eccli 1, 28 ss), freni una generosità che giunge fino a mettere a repentaglio la propria vita (1 Cron 29, 17; 1 Mac 2, 37. 60), renda esitante la sua fiducia (Giac 1, 8). Nessuna tortuosità nella sua condótta (Prov 10, 9; 28, 6; Eccli 2, 12), né nelle sue parole (Eccli 5, 9). Egli accetta con semplicità i doni di Dio (Atti 2, 46) e dà senza Calcolare, con un amore sincero (Rom 12, 8 s; 1 Piet 1, 22). E questo perché il suo sguardo è semplice; incapace di male, egli non ha di mira Che la volontà di Dio e di Cristo quando deve obbedire agli uomini (Col 3, 22 s; Ef 6, 5 ss). Questa intenzione unica illumina la sua vita (Mt 6, 22; Lc 11, 34); lo rende più prudente del serpente; questa purità d'intenzione è simboleggiata dalla semplicità della colomba (Mt 10,16).

Autore: C. Spicq e M.F. Lacan
Fonte: Dizionario di Teologia Biblica