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Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Seguire


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Seguire Dio, significa camminare nelle vie di Dio, quelle attraverso le quali egli ha guidato il suo popolo al tempo dell'esodo, quelle che il Figlio suo traccerà per portare tutti gli uomini al termine del nuovo e vero esodo.

l. La vocazione di Israele. - Uscendo dall'Egitto, il popolo rispondeva a Jahve che lo Chiamava a seguirlo (cfr. Os 11, 1). Nel deserto, Israele Cammina dietro a Jahve, che lo guida nella colonna di nube e nella colonna di fuoco (Es 13, 21), che manda il suo angelo per aprire una via al suo popolo (Es 23, 20.23). Israele sente continuamente questo appello a seguire Jahve, come la fidanzata segue il fidanzato (Ger 2, 2), Come il gregge segue il pastore (Sal 80, 2), Come il popolo segue il re (2 Sam 15,13; 17, 9), Come il fedele segue il suo Dio (1 Re 18, 21). Di fatto seguire esprime adesione totale e sottomissione assoluta, cioè fede ed obbedienza. L'uomo quindi Che non ha mai dubitato, Caleb, è ricompensato per avere « seguito pienamente Jahve » (Deut 1, 36); David, Che ha osservato i comandamenti, rimane il modello di coloro che seguono Dio con tutto il loro Cuore (1 Re 14, 8). Quando il re Giosia e tutto il popolo prendono fímpegno di vivere secondo l'alleanza, decidono di « seguire Jahve ». Ormai l'ideale del fedele sarà sempre di seguire « le vie del Signore » (Sal 18, 22; 25, 4...).
Seguire Jahve è quindi un'esigenza di fedeltà. Di fatto Jahve è un Dio geloso: proibisce di seguire altri dèi, cioè di rendere loro un culto e di imitare le pratiche dei loro fedeli (Deut 6,14). Ora Israele presta orecchio agli appelli degli dèi locali; appena giunto in Canaan, i Baal ne disputano il Cuore al Dio del Sinai (Deut 4, 3). Eccolo Che « zoppica dai due piedi.», fino a che risuoni con violenza la voce profetica: « Se il Dio è Jahve, seguitelo; se è Baal, seguitelo » (1 Re 18, 21). Sull'esempio di Elia, i profeti rimproverano continuamente a Israele di « prostituirsi allontanandosi da Jahve » (Os 1, 2) e di « seguire dèi stranieri » (Ger 7, 6. 9; 9, 13;11, 10). Predicando la conversione, essi invitano a riprendere la strada seguita da Israele al tempo dell'esodo (Os 2, 17), a ritornare a Jahve.

2. Al seguilo di Cristo. a) I primi passi. - « Seguitemi », dice Gesù a Simone ed Andrea, a Giacomo e Giovanni, a Matteo, e la sua parola, piena di autorità, strappa loro l'adesione (MC 1, 17-20; 2, 14). Divenuti discepoli di Gesù, essi saranno progressivamente iniziati al segreto della sua missione e al mistero della sua persona. Di fatto, seguire Gesù non significa soltanto aderire ad un insegnamento morale e spirituale, ma condividere il suo destino. Ora i discepoli sono indubbiamente pronti a condividere la sua gloria: « Noi abbiamo lasciato tutto per seguirti; che Ci toccherà? » (Mt 19,27) - ma devono imparare che occorre loro prima Condividere le sue prove, la sua passione. Gesù esige il distacco totale: rinunzia alle ricchezze ed alla sicurezza, abbandono dei congiunti (Mt 8, 19-22; 10, 37; 19, 16-22), in modo totale ed irrevocabile (Lc 9, 61 s)- Esigenza alla quale tutti possono essere chiamati; ma non tutti vi rispondono, come il giovane ricco (Mt 19, 22 ss). b) Fino al sacrificio- - Avendo così rinunciato ai beni ed ai legami del mondo, il discepolo si sente dire che deve seguire Gesù fino alla croce. « Chi mi vuol seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua » (Mt 16, 24 par.). Esigendo dai suoi discepoli un simile sacrificio, non soltanto dei loro beni, ma anche della loro persona, Gesù si rivela come Dio e manifesta definitivamente fin dove giungono le esigenze di Dio. Ma i discepoli non potranno soddisfare a queste esigenze se non quando Gesù, per primo, avrà compiuto l'atto del sacrificio. Ecco ciò che Pietro, pronto di spirito nel voler seguire Gesù dovunque egli vada, e non meno pronto ad abbandonarlo come gli altri discepoli (Mt 26, 35. 56), non può comprendere se non « più tardi » (Gv 13, 36 ss), quando Gesù avrà aperto la via mediante la sua morte e la sua risurrezione: allora Pietro andrà dove non pensava (Gv 21, 18 s). c) Credere e imitare. - I teologi del NT hanno trasferito la metafora. Per Paolo, seguire Cristo significa conformarsi a lui nel suo mistero di morte e di risurrezione. Questa conformità, alla quale Dio ci ha predestinati da tutta l'eternità (Rom 8, 29), si inaugura nel battesimo (Rom 6, 3 ss) e deve approfondirsi Con l'imitazione (1 Cor 11, 1), con l'unione volontaria nella sofferenza, in mezzo alla quale si manifesta la potenza della risurrezione (2 Cor 4, 10 s; 13, 4; Fil 3, 10 s; cfr. 1 Piet 2, 21). Con Giovanni, seguire Cristo significa accordargli la propria fede, una fede intera, fondata sulla sua sola parola e non su segni esterni (Gv 4, 42), fede che fa superare le esitazioni della sapienza umana (Gv 6, 2. 66-69); significa seguire la luce del mondo prendendola per guida (Gv 8,12); significa prender posto tra le pecore che l'unico pastore raccoglie in un solo gregge (Gv 10, 1-16). Infine il credente che segue gli apostoli (Atti 13, 43) incomincia così a seguire Cristo « dovunque vada » (Apoc 14, 4; cfr. Gv 8, 21 s), in attesa di penetrare al suo seguito « oltre il velo, dov'egli è entrato Come precursore » (Ebr 6, 20). Allora si realizzerà la promessa di Gesù: « Chi mi serve, mi segua, e dove io sono, ivi sarà pure il mio servo » (Gv 12, 26).

Autore: C. Augrain
Fonte: Dizionario di Teologia Biblica