Scrutatio

Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Provvidenza


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Il volto di *Dio nella Bibbia è quello di un *padre che veglia sulle sue Creature e sovviene alle loro necessità: «A tutti, tu dai il *nutrimento a suo tempo» (Sal 145, 15 s; 104, 27 s), agli *animali, come agli *uomini (Sal 36, 7; 147, 9). La parola provvidenza evoca appunto questo aspetto, e non ha corrispondenti in ebraico, mentre l‘equivalente greco prònoia viene usato solo due volte per designare la provvidenza divina (Sap 14, 3; 17,2). Viene tuttavia affermata nella Bibbia la sollecitudine vigile del Creatore (Giob 10, 12); essa si manifesta soprattutto nella storia, ma non come un destino che inchiodi l‘uomo al fatalismo, né come un *mago Che assicuri il credente contro qualsiasi incidente, e neppure come un padre senza esigenze; se la Provvidenza stabilisce l‘uomo nella *speranza, esige però da lui che diventi suo collaboratore. 1. La provvidenza è fondamento della *fiducia certa. - Il *disegno di Dio, disegno d‘amore, si realizzerà infallibilmente (Sal 33, 11); l‘uomo quindi deve vivere nella *fiducia. Dio veglia sull‘ordine del mondo (Gen 8, 22) assicura la *fecondità della terra (Atti 14, 17), donando sole e pioggia a tutti, buoni e cattivi (Mt 5, 45); dispone tutto affinché tutti lo *cerchino (Atti 17, 24-28). a) Se Dio veglia sui patriarchi (Gen 20, 6 s; 28, 15), la _sua azione misteriosa e sovrana, che fa servire persino il male al suo disegno di salvezza, viene sottolineata soprattutto nella storia di Giuseppe. «Non siete voi, Che mi avete mandato qui, dice Giuseppe ai suoi fratelli, è Dio; ... il male che avevate in progetto di farmi, il disegno di Dio l‘ha volto in bene al fine di... salvare la vita a un numeroso popolo» (Gen 45, 8; 50,20). Il popolo eletto può quindi affrontare il *deserto; Dio lo nutrirà ogni giorno «secondo le sue necessità» (Es 16, 15-18). I profeti proclamano questo dominio di Dio, che sa eternamente tutto quanto avverrà (Is 44,7) e da Cui dipende felicità o sventura (Am 3, 6; Is 45, 7), che dispone di tutto e concede il potere a Chi vuole (Ger 27, 5 s). Secondo i sapienti, inoltre, l‘uomo propone e Dio dispone (Prov 16, 1. 33; 19, 21; 20, 24); *bene e male, *vita e *morte, *povertà e *ricchezza, tutto viene dal Signore (Eccli 11, 14), che governa il mondo e di Cui tutto esegue gli ordini (Eccli 10, 4; 39, 31). Questa convinzione ispira la *preghiera: Dio, che domina la sua creazione e la rende feconda (Sal 65, 7-14), Custodisce il suo *popolo in tutto e per sempre (Sal 121); senza di lui, vani sono lo sforzo e la vigilanza degli uomini (Sal 126, 1); grazie a lui, buon *pastore, nel cuore delle tenebre, camminano sicure verso la felicità (Sal 23). In poche parole, «conta sul Signore, e lui agirà» (Sal 37, 5). b) Gesù rinnova questo insegnamento rivelando agli uomini le qualità paterne di Dio; essi devono limitarsi a pregarlo: «Padre nostro, dacci oggi fl nostro *pane quotidiano» (Mt 6, 11) e non si preoccupino del domani, né temano per la loro vita; perché «il Padre sa» tutto ciò di cui hanno bisogno e tutto ciò Che Capita loro (Mt 6,25-34; 10,28-31; Lc 6,34; 12,22- 32; 21,18). Questa basta a mantenere il credente saldo in un‘incrollabile speranza; perché, come dice l‘apostolo Paolo, «Dio farà Cooperare ogni cosa al suo bene» e nulla potrà separarlo dall‘*amore Che Dio gli testimonia in *Gesù Cristo (Rom 8, 28. 31-39), neppure le prove peggiori. Al contrario, grazie a queste, potrà mostrare ai suoi fratelli il vero volto della provvidenza del Padre. 2. La Provvidenza esige la fedeltà costante. - Dio, infatti, non invita l‘uomo alla passività, né a una dimissione della sua libertà; vuole al contrario *educarlo. Con le prove, lo mette in Condizione di collaborare con lui attraverso le sue libere iniziative, mentre, con le promesse, ne suscita la fiducia e lo libera Così dalle paure Che potrebbero paralizzarlo di fronte ai rischi di una tale Collaborazione. Sovviene alle necessità di coloro che chiama ad essere suoi figli, proprio perché possano essere fedeli alla propria vocazione di testimoni del suo amore. a) Già nel VT, gli amici di Dio si rendono Conto di dover rispondere con una perfetta *fedeltà a colui che, dopo averli scelti, li circonda della sua protezione. Abramo, Certo che «Dio provvederà» (Gen 22, 8. 13 s), non esita a sacrificare il figlio per obbedire al Signore. Giuseppe, che non vuole peccare contro Dio, non esita a incorrere nell‘ira della moglie del suo padrone (Gen 39, 9 s). Ma il popolo di Israele, fin dalle origini, si dimostra infedele, proprio perché non ripone piena fiducia nel Dio che l‘ha liberato e Che lo nutre nel deserto; anziché attendere ogni giorno da lui il nutrimento malgrado l‘ordine divino, vuole costituirsi delle scorte (Es 16, 20). Il libro di Giuditta è stato scritto proprio per ricordare ad Israele le esigenze della sua vocazione: Giuditta si rifiuta di mettere alla prova la provvidenza (Giudit 8,12-16), ma non esita a farsi suo strumento, pur avendo cura di mantenersi fedele a tutte le esigenze della legge (9, 9; 12, 2; 13, 18 s). Ad un tale esempio fa eco la massima del saggio salmista: «Conto sul Signore, e agisco bene» (Sal 37, 3). b) Gesù, mentre rivela agli uomini di quale infinito amore sia espressione la provvidenza, insegna loro anche, sia con l‘esempio che Con la parola, come rispondervi. Questa risposta Consiste nel ricercare innanzitutto il regno di questo amore, nel rifiutare di sottomettersi ad un altro padrone (Mt 6,24. 33). Consiste nel chiedere al Padre che sia fatta la sua volontà in cielo come in terra. Consiste inoltre nell‘attendere il pane quotidiano e tutto ciò di cui un figlio di Dio ha bisogno per fare la volontà del Padre suo (MI 6, 10 s). Ha bisogno, prima di tutto, di fedeltà nelle prove; la provvidenza non le ha risparmiate a Gesù Che ha conosciuto l‘abbandono del Padre (Mt 27, 46) e Che, obbediente fino alla morte, ha affermato la propria fiducia filiale con le ultime parole pronunciate sulla croce: «Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito» (LC 23, 46). Con questa fiduciosa fedeltà, il buon Pastore ha attraversato la morte e ci ha offerto l‘unica luce che ci Consenta di attraversare le notte in cui a volte ci immergono il male e la sventura. Imitando Cristo, il suo discepolo seguirà le misteriose vie della provvidenza ed avrà la gioia di essere il testimone e il collaboratore fedele dell‘amore in cui confida.

Autore: M.F. Lacan
Fonte: Dizionario teologico biblico