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Giovedi, 25 aprile 2024 - San Marco ( Letture di oggi)

Primizie


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I. LE PRIMIZIE 1. La legge. - Si Chiamano primizie (ebr. bikkurim, rad. bkr, nascere prima) prelevamenti operati sui «primi» prodotti del suolo (ebr. re ‘31t, gr. aparchè), che si consideravano come i «migliori» del raccolto. In Israele, come presso altri popoli (Egiziani, Babilonesi, Greci, Latini), si offrivano queste primizie alla divinità. La legge ebraica determinò a poco a poco l‘obbligo, le modalità di queste oblazioni che, all‘origine, si compivano liberamente e senza un preciso rituale (Gen 4, 3 s). Si potrebbero seguire le tappe di questa evoluzione in testi di epoche diverse: offerta dell‘«abbondanza dell‘aia e del vino nuovo» (Es 22, 28), del «meglio delle primizie del terreno» (Es 23, 19; cfr. 34, 26); descrizione particolareggiata della cerimonia in Deut 26, 2...; estensione della legge ai prodotti lavorati, tratti dai frutti (Num 15, 20; Ez 44, 30; Lev 23, 17. 20; cfr. 2 Re 4, 42; Deut 18, 4; cfr. Tob 1,6). La legislazione sacerdotale ricorda due offerte più solenni, quella del primo covone di orzo durante la settimana *pasquale (Lev 23, 10 s) e quella delle primizie della messe del frumento in occasione della *Pentecoste (Es 34, 22; Lev 23, 17), ohiamata per questo motivo «giorno delle primizie» (Num 28,26). 2. Gli aspetti del rito. a) Il rito liturgico, *sacrificio, in Lev 2, 12, presenta un significato Complesso. Questa offerta equivaleva ad un atto di riconoscenza verso Dio, padrone della natura e fonte di ogni fecondità. La professione di fede, Che, secondo Deut 26, 3, esprime il senso della Cerimonia, aggiunge una precisazione importante. Essa contiene un riferimento esplicito all‘uscita dall‘Egitto ed all‘entrata in possesso della terra di Canaan: «Ecco che io porto ora le primizie dei prodotti della terra Che Jahve mi ha data» (Deut 26, 10). L‘offerta dell‘ebreo è una risposta alla liberalità divina nel corso della storia. Il *dono di Dio chiama il dono dell‘uomo. Principio di portata universale. b) Il rito includeva un altro aspetto: la consacrazione a Dio dei primi frutti *santifica tutto il raccolto, perché la parte vale per il tutto (Rom 11, 16). Così Con questo atto simbolico, i beni terreni nel loro complesso passano dall‘ordine profano al campo del sacro. *Frutti santificati per un popolo santo! L‘idea Che una parte consacrata esercita sulla massa un influsso santificante ricorre altrove nella Bibbia, trasferita su un piano superiore- Così Israele (Ger 2, 3), i cristiani (Giac 1, 18) e specialmente i primi convertiti (Rom 16, 5; 1 Cor 16, 15) od i vergini (Apoc 14, 4) sono paragonati a primizie prelevate sulla massa ed offerte a Dio od a Cristo. Nel piano della salvezza, una élite consacrata ha una parte attiva nella santificazione del mondo- Secondo 1 Cor 15, 20. 23, Cristo risorge come «primizia» affinché tutti coloro che dormono lo seguano nella gloria. È possibile che Paolo, in Col 1, 15 ss, si ispiri a Prov 8, 22 dove la sapienza divina è chiamata «primizia» dell‘opera o della potenza divina. Nell‘ordine della creazione, Come in quello della redenzione, Cristo realizza i due aspetti contenuti nella nozione di primizie: priorità ed influsso. L‘immagine si evolve in Rom 8,23 dove le primizie dello Spirito designano l‘anticipazione e la garanzia della salvezza finale dei cristiani. 3. La decima. - Il VT associa sovente alle primizie la decima (ebr. ma ‘aser, rad. «dieci», o, forse, all‘origine, «libagione»). La legislazione più antica non ricorda questa usanza (Es 20 - 23) praticata tuttavia da molto tempo (Am 4, 4; cfr. Gen 28,22): Sembra che in un primo tempo la decima si Confonda con le primizie (Deut 12, 6. 11. 17; 14, 22); d‘altra parte, in taluni testi posteriori (Ez 44,30; Num 18,12 ...), l‘aspetto sacrificale dell‘offerta delle primizie si attenua: c‘è la tendenza a ridurre le primizie ad un‘imposta sacra a beneficio del clero (Mal 3, 10; cfr. Eccli 45, 20; Neem 10, 36 ...). Alla fine la decima si distinguerà nettamente dalle primizie e consisterà nell‘obbligo di dare la decima parte dei frutti della terra e del gregge. II. I PRIMOGENITI L‘offerta dei primogeniti degli animali (bekorim) e degli uomini, cioè «tutto ciò che apre il seno», è un‘applicazione particolare della legge sulle primizie. Il codice dell‘alleanza prescrive di «dare» (cfr. *dono) a Jahve il primogenito dell‘uomo e quello del bestiame grosso e minuto (Es 22, 28 s). Il codice Cultuale ne assegna la ragione: «Ogni essere uscito per primo dal seno materno spetta a me: ogni maschio, ogni primogenito del tuo bestiame minuto o grosso» (Es 34,19). Ma, Come per le primizie, un motivo storico si sovrappone al principio fondamentale della sovranità assoluta di Dio: il dono è diretto al Signore, liberatore del suo popolo, e perpetua il ricordo della notte in Cui Jahve «fece perire tutti i primogeniti nella terra d‘Egitto: quelli degli uomini e quelli del bestiame» (Es 13, 15). Se la legge riguarda nello stesso tempo i primogeniti del gregge e quelli dell‘uomo, tuttavia si attua diversamente nell‘un caso e nell‘altro. Si sacrificava (Es 13, 15; cfr. Deut 15, 20; Num 18,17) o si sopprimeva (Es 13, 13; 34,20; Lev 27, 27) ogni primogenito degli animali. Quanto al primo bambino, l‘uomo lo «dona»; cioè, secondo l‘esegesi di Es 13, 2, lo «consacra» al Signore. In che modo? Si è pensato alla circoncisione. L‘usanza barbara della immolazione dei bambini, attestata dagli scavi di Gezer e di Taannak, ha indotto taluni autori ad ammettere anche in Israele l‘esistenza di simili sacrifici, che primitivamente sarebbero stati considerati come legittimi. È certo che, sotto l‘influsso fenicio, queste pratiche si introdussero nel popolo (1 Re 16, 34) in un‘epoca di sincretismo religioso. Achaz «fece passare il suo figlio attraverso al fuoco» (2 Re 16, 3); Manasse lo imitò (2 Re 21, 6); Mi 6, 7 fa allusione a quest‘uso Crudele. Ma il rituale israelitico condanna espressamente questa aberrazione (Deut 12,31; 18,10 ss; Ger 7,31; 19,5; 32,35; Lev 18,21; 20,2 ss). Indubbiamente il Signore ha diritto alle primizie della vita (Gen 22, 2), ma rifiuta il sacrificio dei figli d‘uomo: i primogeniti non saranno immolati ma riscattati. Il racconto del sacrificio di Isacco illustra la legge del riscattosostituzione prescritta da Es 13, 13; 34, 20. Più tardi, questo riscatto sarà assicurato dai leviti che prenderanno il posto dei primogeniti (Num 3, 11 ss; 8, 16). Verrà il giorno in cui Gesù, primizia dell‘umanità, si offrirà al Padre suo per le mani di Maria (Lc 2, 22 ss); allora darà il loro pieno valore alle prescrizioni della legge antica.

Autore: C. Hauret
Fonte: Dizionario teologico biblico