Scrutatio

Giovedi, 1 maggio 2025 - San Giuseppe Lavoratore ( Letture di oggi)

Presenza di Dio


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Il Dio della Bibbia non è soltanto l‘altissimo, ma anche il vicinissimo (Sal 119,151); non è un essere supremo che la sua perfezione isoli dal mondo, ma neppure una realtà Che si Confonda Con il mondo. È il Dio creatore presente alla sua opera (Sap 11, 25; Rom 1, 20), il Dio salvatore presente al suo popolo (Es 19, 4 ss), il Dio Padre presente al suo Figlio (Gv 8, 29) ed a tutti coloro che lo Spirito del suo Figlio vivifica e che lo amano filialmente (Rom 8,14.28). È presente in tutti i tempi, perché domina il *tempo, lui Che è il primo e l‘ultimo (Is 44,6; 48,12; Apoc 1,8.17; 22,13). La presenza di Dio, pur essendo reale, non è tuttavia materiale; se si manifesta mediante segni sensibili, rimane quella di un essere spirituale il cui amore avvolge la sua Creatura (Sap 11, 24; Sal 139) e la vivifica (Atti 17, 25-28), il cui amore vuole comunicarsi all‘uomo e farne un testimone luminoso della sua presenza (Gv 17, 21). VT Dio, che ha creato l‘uomo, vuole essergli presente; se l‘uomo, con il peccato, fugge questa presenza, la chiamata divina continua ad incalzarlo attraverso la storia: «Adamo, dove sei?» (Gen 3, 8 s). I. LA PROMESSA DELLA PRESENZA DI DIO In un primo tempo Dio si manifesta ad individui privilegiati che assicura della sua presenza: ai padri Con cui fa alleanza (Gen 17, 7; 26, 24; 28, 15) ed a Mosè che ha la missione di liberare il suo popolo (Es 3,12). A questo popolo rivela il suo *nome ed il significato di questo nome; gli garantisce in tal modo che il Dio dei suoi padri sarà con lui, com‘è stato con essi; di fatto *Dio si chiama *Jahve e si definisce Così: «Io sono quel che sono», cioè sono l‘eterno, immutabile e fedele; od anche: «Io sono colui Che è», Che è presente, sempre e dovunque, e Cammina con il suo popolo (3,13 ss; 33, 16). La promessa di questa presenza onni*potente, fatta in occasione dell‘alleanza (34, 9 s), è rinnovata agli inviati per mezzo dei quali Dio guida il suo popolo: Giosuè ed i Giudici (Gios 1, 5; Giud 6, 16; 1 Sam 3, 19), i re ed i profeti (2 Sam 7, 9; 2 Re 18, 7; Ger 1, 8. 19). Parimenti significativo è il nome del bambino del quale Isaia annunzia la nascita e dal quale dipende la salvezza del popolo. Emmanuel, Cioè «Dio Con noi» (Is 7, 14; cfr. Sal 46, 8). Anche quando Dio deve Castigare il suo popolo Con l‘esilio, non lo abbandona; di questo popolo che rimane suo servo e suo testimone (Is 41, 8 ss; 43, 10 ss), egli rimane il *pastore (Ez 34, 15 s. 31; Is 40, 10 s), il *re (Is 52, 7), lo *sposo ed il *redentore (Is 54, 5 s; 60, 16); annunzia quindi Che lo salverà gratuitamente per fedeltà alle sue *promesse (Is 52, 3. 6), Che la sua *gloria rientrerà nella Città santa il cui nome sarà ormai «Jahve è là» (Ez 48, 35), ed in tal modo manifesterà la sua presenza a tutte le *nazioni (Is 45, 14 s) e le radunerà a Gerusalemme nella sua luce (Is 60); infine nell‘ultimo giorno sarà presente come *giudice e re universale (Mal 3, 1; Zac 14, 5. 9). II. I SEGNI DELLA PRESENZA DI DIO Dio si manifesta mediante *segni diversi. La teofania del Sinai suscita il *timore sacro con l‘*uragano, il tuono, il fuoco ed il vento (Es 20, 18 ss) che si ritrovano in altri interventi divini (Sal 29; 18, 8-16; Is 66, 15; Atti 2, 1 ss; 2 Piet 3, 10; Apoc 11, 19). Ma Dio appare anche in un‘atmosfera completamente diversa, quella della pace dell‘Eden dove spira una brezza leggera (Gen 3, 8), quando conversa con i suoi amici, Abramo (Gen 18,23-33), Mosè (Es 33, 11) ed Elia (1 Re 19,11 ss). D‘altronde, per quanto i segni della presenza divina siano luminosi (Sal 104, 2), Dio si avvolge di *mistero; guida il suo popolo nel deserto in una colonna di *nube e di *fuoco (Es 13,21) e *rimane in mezzo ad esso, riempiendo della sua *gloria il tabernacolo dov ?è l‘arca dell‘alleanza (Es 40,34) e più tardi il santo dei santi (1 Re 8,10 ss). III. LE CONDIZIONI DELLA PRESENZA DI DIO Per avere accesso a questa presenza misteriosa e santa, bisogna conoscerne da Dio le condizioni. 1. La ricerca di Dio. - L‘uomo deve rispondere ai segni che Dio gli fa; per questo gli rende un *culto in luoghi ai quali è connesso il ricordo di una manifestazione divina, come Bersabea o Bethel (Gen 26, 23 ss; 28,16- 19). Ma Dio non è legato a nessun luogo, a nessuna dimora materiale. La sua presenza, di Cui l‘arca dell‘alleanza è il segno, accompagna il popolo che essa guida attraverso il deserto e di cui vuol fare la sua dimora (cfr. *rimanere) viva e santa (Es 19, 5; 2 Sam 7, 5 s. 11-16). Dio vuole abitare con la discendenza di David, nella sua *casa. E se accetta Che gli sia costruito un *tempio da Salomone, lo fa affermando che questo tempio è impotente a contenerlo (1 Re 8, 27; cfr. Is 66, 1); ve lo si troverà, nella misura in cui vi si invocherà il suo *nome in *verità (1 Re 8, 29 s. 41 ss; Sal 145, 18), cioè in cui vi si cercherà la sua presenza mediante un Culto vero, quello di un cuore fedele. Per ottenere un simile culto, eliminando quello delle alture e la sua corruzione, la riforma deutetonomica prescrisse di salire tre volte all‘anno in *pellegrinaggio a Gerusalemme e di non sacrificare più altrove (Deut 12,5; 16,16). Ciò non significa Che basti salire al tempio per trovare il Signore; bisogna ancora che il culto Che vi si celebra esprima il rispetto dovuto al Dio che ci vede e la *fedeltà dovuta al Dio che ci parla (Sal 15; 24). Altrimenti si è lontani da lui Col cuore (Ger 12, 2), e Dio abbandona il tempio di cui annunzia la distruzione, perché gli uomini ne hanno fatto una spelonca di ladri (Ger 7,1-15; Ez 10 - 11). Per Contro Dio è vicino a Coloro che camminano con lui Come i patriarchi (Gen 5, 22; 6, 9; 48, 15) e stanno dinanzi a lui come Elia (1 Re 17, 1); che vivono Con fiducia sotto il suo sguardo (Sal 16, 8; 23, 4; 119, 168) e lo invocano nelle loro angosce (Sal 34,18 ss); che *cercano il bene (Am 5,4.14) Con cuore umile e Contrito (Is 57,15) e soccorrono gli sventurati (Is 58, 9); questi sono i fedeli che vivranno per sempre, incorruttibili, presso Dio (Sap 3, 9; 6, 19). 2. Il dono di Dio- - Ora una simíle fedeltà è in potere dell‘uomo? In presenza del Dio *santo l‘uomo acquista coscienza del suo * peccato (Is 6,1-5), di una corruzione che Dio solo può guarire (Ger 17, 1. 14). Venga Dio a cambiare il *cuore dell‘uomo e metta in esso la sua *legge ed il suo *spirito (Ger 31, 33; Ez 36, 26 ss)! I profeti annunziano questo rinnovamento, frutto di una *alleanza nuova, che del *popolo santificato farà l‘abitazione di Dio (Ez 37, 26 ss). I sapienti annunziano anch‘essi che Dio manderà la sua sapienza ed il suo spirito santo agli uomini affinché conoscano la sua volontà e diventino suoi amici ricevendo in sé questa sapienza Che trova la sua gioia nel dimorare in mezzo ad essi (Prov 8,31; Sap 9, 17 ss; 7,27s). NT Con la sua venuta nella vergine Maria, lo Spirito Santo realizza il *dono promesso ad Israele: Il Signore è Con essa e Dio è con noi (Lc 1, 28. 35; Mt 1, 21 ss). Di fatto Gesù, il figlio di David, è anche il Signore (Mt 22,43 s par.), il Figlio del Dio vivente (Mt 16, 16) la cui presenza è rivelata ai piccoli (Mt 11, 25 ss); è il Verbo di Dio, venuto nella Carne ad abitare tra noi (Gv 1, 14) ed a rendere presente la *gloria del suo Padre, di cui il suo *corpo è il vero tempio (Gv 2, 21). Come il suo Padre, che è sempre con lui, egli si Chiama «Io sono» (Gv 8, 28 s; 16, 32) e dà compimento alla promessa di presenza implicita in questo *nome; in lui di fatto è la *pienezza della divinità (Col 2, 9). Terminata la sua missione, egli assicura i suoi discepoli che è sempre con essi (Mt 28, 20; cfr. Lc 22, 30; 23, 42 s). II. IL MISTERO DELLA PRESENZA Se Gesù risorto appare ai discepoli, non è per restituire loro quella presenza fisica di cui ormai è bene che siano privi (Gv 16, 7), I. IL DONO DELLA PRESENZA IN GESÚ NELLO SPIRITO bensì per invitarli a cercarlo mediante la fede là dove vive. Egli vive col Padre (20, 17); inoltre è presente in tutti gli sventurati nei quali vuole essere servito (Mi 25, 40); è in coloro Che portano la sua parola ed in cui vuole essere ascoltato (Lc 10, 16); è in mezzo a coloro Che si uniscono per pregare nel suo nome (Mt 18,20). Ma Cristo non è soltanto in mezzo ai fedeli, è in essi, Come ha rivelato a Paolo, assieme alla sua gloria: «Io sono Gesù che tu perseguiti» (Atti 9, 5); vive in effetti in Coloro Che lo hanno ricevuto mediante la fede (Gal 2, 20; Ef 3, 17) e Che egli *nutre con il suo corpo (1 Cor 10, 16 s). Il suo Spirito abita in essi, li anima (Rom 8, 9. 14) e ne fa il *tempio di Dio (1 Cor 3,16 s; 6, 19; Ef 2, 21 s) e le membra di Cristo (1 Cor 12, 12s.27). Mediante questo stesso Spirito, Gesù vive in coloro Che mangiano la sua *carne e bevono il suo *sangue (Gv 6,56 s. 63); è in essi, Come il Padre suo è in lui (Gv 14,19 s). Questa *comunione suppone che Gesù sia ritornato al Padre ed abbia mandato il suo Spirito (Gv 16, 28; 14, 16 ss); ecco perché è meglio che egli sia assente corporalmente (Gv 16, 7); questa assenza è la condizione di una presenza interiore realizzata mediante il dono dello *Spirito. Grazie a questo dono, i discepoli hanno in sé l‘amore Che unisce il Padre ed il Figlio (Gv 17, 26): questo è il motivo per cui Dio rimane in essi (1 Gv 4,12). III. LA PIENEZZA DELLA PRESENZA NELLA GLORIA DEL PADRE Questa presenza del Signore che Paolo augura a tutti (2 Tess 3, 16; 2 Cor 13, 11) non sarà perfetta se non quando saremo stati liberati dai nostri corpi mortali (2 Cor 5, 8). Allora, risuscitati dallo Spirito che è in noi (Rom 8, 11), vedremo Dio che sarà tutto in tutti (1 Cor 13, 12; 15, 28). Allora, nel posto che Gesù ci ha preparato presso di sé, vedremo la sua gloria (Gv 14, 2 s; 17, 24), luce della nuova Gerusalemme, dimora di Dio Con gli uomini (Apoc 21, 2 s. 22 s). Allora sarà perfetta la presenza in noi del Padre e del Figlio mediante il dono dello Spirito (1 Gv 1, 3; 3, 24). Tale è la presenza che il Signore offre ad ogni fedele. «Io sto alla porta e busso» (Apoc 3, 20). Non è una presenza accessibile alla *carne (Mt 16, 17), né riservata ad un popolo (Col 3, 11), né legata ad un luogo (Gv 4, 21); è il dono dello Spirito (Rom 5, 5; Gv 6, 63), offerto a tutti nel Corpo di Cristo dove egli è in *pienezza (Col 2, 9), ed interno al fedele Che entra in questa pienezza (Ef 3, 17 ss). Il Signore fa questo dono a chi gli risponde Con la sposa e per mezzo dello Spirito: «Vieni!» (Apoc 22, 17).

Autore: M.P. Lacan
Fonte: Dizionario teologico biblico