Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Pastore e Gregge


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Profondamente radicata nell‘esperienza degli «aramei nomadi» (Deut 26, 5), quali furono i patriarchi di Israele in mezzo ad una civiltà pastorale (cfr. Gen 4, 2), la metafora del pastore che guida il gregge esprime in modo mirabile due aspetti, apparentemente contrari e spesso separati, dell‘*autorità esercitata sugli uomini. Il pastore è ad un tempo un capo ed un compagno. $ un uomo forte, capace di difendere il suo gregge Contro le bestie feroci (1 Sam 17, 34-37; cfr. Mi 10, 16; Atti 20, 29); è pure delicato verso le sue pecore, Conoscendo il loro stato (Prov 27, 23), adattandosi alla loro situazione (Gen 33, 13 s), portandole nelle sue braccia (Is 40, 11), amando teneramente I ?una o l‘altra «come una figlia» (2 Sam 12, 3). La sua autorità è indiscussa, fondata sulla devozione e l‘amore. D‘altronde, nell‘Oriente antico (Babilonia, Assiria), i re si consideravano volentieri come pastori ai quali la divinità aveva affidato il servizio di radunare e di curare le pecore del gregge. Su questo sfondo la Bibbia presenta in modo particolareggiato le relazioni Che uniscono Israele e Dio, attraverso Cristo ed i suoi delegati. VT 1. jahve, capo e padre del gregge. - Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, *jahve non porta quasi mai il titolo di pastore: due designazioni antiche (Gen 49, 24; 48, 15) e due invocazioni nel salterio (Sal 23, 1; 80, 2). Il titolo sembra riservato a colui che deve venire. In cambio, se non c‘è trasposizione allegorica nei confronti di Jahve, le relazioni di Dio Con il suo popolo si possono descrivere con una vera *parabola del buon pastore. In occasione dell‘esodo, «egli spinse il suo popolo come pecore» (Sal 95, 7), come «un gregge nel deserto» (Sal 78, 52 s): «simile ad un pastore che fa pascolare il suo gregge, raccoglie nelle sue braccia gli agnelli, se li mette sul petto, conduce al riposo le pecore madri» (Is 40, 11), Jahve continua a «guidare» Così il suo popolo (Sal 80, 2); certamente Israele assomiglia più ad una giovenca testarda che ad un agnello in una prateria (Os 4, 16); dovrà andare in prigionia (Ger 13, 17). Allora nuovamente Jahve lo «guiderà verso le acque gorgoglianti» (Is 49, 10), radunando le pecore disperse (cfr. 56, 8), facendo loro un «fischio» (Zac 10, 8). Egli rivela la stessa sollecitudine verso ogni fedele, che non manca di nulla e non può temere nulla sotto il vincastro di Dio (Sal 23, 1-4). Infine la sua *misericordia si estende ad ogni *carne (Eccli 18, 13). 2. Il gregge ed i suoi pastori. - Il Signore affida ai suoi servi le pecore che fa pascolare egli stesso (Sal 100, 3; 79, 13; 74, 1; Mi 7, 14): le guida «per mano di Mosè» (Sal 77, 21) e, per evitare Che «la comunità di Jahve sia senza pastore», designa Giosuè come capo dopo Mosè (Num 27,15- 20); toglie David dagli ovili dei greggi per fargli pascolare il suo popolo (Sal 78, 70 ss; 2 Sam 5, 2; 24,17). Mentre i Giudici (2 Sam 7, 7), i capi del popolo (Ger 2, 8) e i principi delle nazioni (Ger 25, 34 ss; Nah 3, 18; Is 44, 28) ricevono il titolo di pastore, questo titolo, come avviene per Jahve, non viene mai esplicitamente attribuito ai re di Israele; tuttavia ne è loro assegnata la funzione (1 Re 22, 17; Ger 23, l-2; Ez 34, l- 10). Infatti il titolo è riservato al nuovo *David, e viene così a Costituire un elemento della speranza escatologica. Tale è il messaggio di Ezechiele, preparato da quello di Geremia: Jahve riassume la direzione del suo gregge e l‘affiderà al messia. Di fatto i pastori di Israele si sono rivelati infedeli alla loro *missione. Non hanno *cercato Jahve (Ger 10,21), si sono rivoltati contro di lui (2, 8), non occupandosi del gregge, ma pascendo se stessi (Ez 34, 3), la sciando che le pecore si smarrissero e si disperdessero (Ger 23, 1 s; 50, 6; Ez 34, 1-10). «Tutti questi pastori saranno pascolo del vento» (Ger 22, 22). Secondo il voto del profeta (Mi 7, 14 s), Jahve prenderà in mano il gregge (Ger 23, 3), lo radunerà (NE 4, 6), lo ricondurrà (Ger 50, 19), ed infine lo custodirà (Ger 31, 10; Ez 34,11-22). Poi cercherà di provvederlo di a pastori secondo il suo cuore, che faran pascolare con scienza ed intelligenza» (Ger 3, 15; 23,4); infine, secondo Ezechiele, non ci sarà più Che un solo pastore, nuovo David, con Jahve per Dio (Ez 34, 23 s): tale sarà «il gregge Che io faccio pascolare» (34, 31) e che si moltiplicherà (36, 37 s): sotto questo unico pastore Giuda ed Israele, un tempo nemici, saranno unificati (37,22.24; cfr. Mi 2, 12 s). Tuttavia dopo l‘esilio i pastori della comunità non rispondono all‘attesa di Jahve, e Zaccaria riprende la polemica contro di essi, annunziando il destino del pastore futuro. Nella sua *ira Jahve *visiterà questi cattivi pastori (Zac 10, 3; 11, 4-17) e brandirà la spada (13,7); dell‘Israele Così purificato sopravvivrà un *resto (13, 8 s). Il contesto della profezia invita a vedere nel pastore colpito (13,7) non il pastore insensato (11, 15 ss), ma il «trafitto» (12, 10), la cui morte è stata salutare (13, 1-6). Questo pastore si identifica in concreto Con il *servo che, simile ad una pecora muta, deve giustificare le pecore disperse mediante il suo sacrificio (Is 53, 6 s. 11 s). NT All‘epoca di Cristo i giudizi sui pastori erano vari. In nome della *legge, che essi in pratica non potevano osservare, venivano assimilati a ladri ed uccisori, ma si conservava vivo il ricordo della profezia del pastore futuro. Gesù la realizza; sembra persino Che abbia voluto collocare i pastori tra i «piccoli» Che, come i pubblicani e le prostitute, ricevono volentieri la buona novella. Si può interpretare in tal senso l‘accoglienza che i pastori di Betlemme hanno riservato a Gesù, nato probabilmente nella loro stalla (LC 2, 8-20). Fedele alla tradizione biblica, Gesù descrive la sollecitudine misericordiosa di Dio sotto i tratti del pastore che va a ricercare la pecora smarrita (LC 15,4-7). Tuttavia nella sua persona giunge a termine l‘attesa del buon pastore ed egli stesso delega a taluni uomini una funzione pastorale nella Chiesa. 1. Gesù, il buon pastore. - I sinottici presentano numerosi tratti che annunzíano l‘allegoria gíovannea. La nascita di Gesù a Betlemme ha realizzato la profezia di Michea (Mt 2, 6 = Mi 5, 1); la sua misericordia rivela in lui il pastore voluto da Mosè (Num 27, 17), perché egli viene in aiuto alle pecore senza pastore (Mt 9, 36; MC 6, 34). Gesù si considera come inviato alle pecore perdute di Israele (Mt 15, 24; 10, 6; Lc 19, 10). Il «piccolo gregge» dei discepoli che egli ha radunato (LC 12, 32) rappresenta la comunità escatologica alla quale è promesso il *regno dei santi (cfr. Dan 7,27); esso sarà perseguitato dai lupi esterni (Mt 10, 16; Rom 8,36) e da quelli interni, travestiti da pecore (Mt 7, 15). Sarà disperso, ma, secondo la profezia di Zaccaria, il pastore Che sarà stato Colpito lo radunerà nella Galilea delle *nazioni (Mt 26, 31 s; cfr. Zac 13, 7). Infine, al termine del tempo, il Signore delle pecore separerà nel gregge i buoni ed i cattivi (Mt 25, 31 s). In questo spirito altri scrittori del NT presentano «il grande pastore delle pecore» (Ebr 13, 20), maggiore di Mosè, il «capo dei pastori» (1 Píet 5, 4), «il pastore ed il guardiano» che ha ricondotto le anime smarrite guarendole con le sue stesse lividure (1 Piet 2, 24 s). Infine nell‘Apocalisse, che sembra seguire una tradizione apocrifa sul messia conquistatore, Cristo-*agnello diventa il pastore che conduce alle fonti della vita (Apoc 7, 17) e che colpisce i pagani con uno scettro di ferro (19, 15; 12, 5). Nel quarto vangelo queste indicazioni sparse formano un quadro grandioso che presenta la Chiesa vivente sotto il vincastro dell‘unico pastore (Gv 10). C‘è tuttavia una sfumatura: non si tratta tanto del re, signore del gregge, quanto del Figlio di Dio che rivela ai suoi l‘amore del Padre. Il discorso di Gesù riprende i dati anteriori e li approfondisce. Come in Ezechiele (Ez 34,17), si tratta di un giudizio (Gv 9, 39). Israele rassomiglia a pecore spremute (Ez 34, 3), in balla «dei ladri, dei predoni» (Gv 10, l. 10), disperse (Ez 34, 5 s. 12; Gv 10, 12). Gesù, come Jahve, le «fa uscite» e le «guida al buon pascolo» (Ez 34, 10-14; Gv 10, 11.3.9.16); allora esse Conosceranno il Signore (Ez 34, 15. 30; Gv 10, 15) che le ha salvate (Ez 34, 22; Gv 10, 9). L‘«unico pastore» annunziato (Ez 34, 23), «sono io», dice Gesù (Gv i0, 11). Gesù precisa ancora. Egli è il *mediatore unico, la *porta per accedere alle pecore (10, 7) e per andare ai pascoli (10, 9 s). Egli solo delega il potere pastorale (cfr. 21, 15 ss); egli solo dà la *vita nella piena libertà dell‘uscire e dell‘entrare (cfr. Num 27, 17). Una nuova esistenza è fondata sulla mutua *conoscenza del pastore e delle pecore (10,3 s. 14 s), amore reciproco fondato sull‘amore che unisce il Padre ed il Figlio (14, 20; 15, 10; 17, 8 s. 18-23). Infine Gesù è il pastore perfetto perché dà la sua vita per le pecore (10, 15. 17 S); egli non è soltanto «percosso» (Mi 26, 31; Zac 13, 7), ma dà spontaneamente la propria vita (10, 18); le pecore disperse che egli raduna vengono sia dal recinto di Israele che delle *nazioni (10, 16; 11,52). Infine il gregge unico così radunato è unito per sempre, perché l‘amore del Padre onnipotente lo custodisce e gli assicura la vita eterna (10,27-30). 2. La Chiesa ed i suoi pastori. - Secondo Giovanni, il discorso del buon pastore inaugurava la Chiesa: Gesù accoglie il cieco-nato guarito, scacciato dalla sinagoga dai capi malvagi di Israele. Pietro, dopo la risurrezione, riceve la missione di pascere tutta la Chiesa (21, 16). Altri «pastori» (Ef 4, 11) sono incaricati di *vegliare sulle Chiese: gli «anziani» e gli «episcopi» (1 Piet 5,1 ss; Atti 20, 28). Sull‘*esempio del Signore, essi devono *cercare la pecora smarrita (Mt 18, 12 ss), vegliare Contro i lupi rapaci che non risparmieranno il gregge, contro i falsi dottori Che trascinano nell‘*eresia (Atti 20; 28 ss). L‘appellativo di «pastore» deve evocare da solo le loro qualità ed il comportamento di Jahve nel VT; il NT ne ricorda alcuni tratti: bisogna pascere la Chiesa di Dio con lo slancio del cuore, in modo disinteressato (cfr. Ez 34, 2 s), diventando i modelli del gregge; allora «sarete ricompensati dal capo dei pastori» (1 Piet 5, 3 s).

Autore: C. Lesquivit e X. Leon Dufour
Fonte: Dizionario teologico biblico