Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Obbedienza


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Lungi dall‘essere costrizione e sottomissione passiva, l‘obbedienza, libera adesione al *disegno di Dio ancora racchiuso nel *mistero ma proposto dalla *parola alla *fede, permette all‘uomo di fare della propria vita un *servizio di Dio e di entrare nella sua gioia.

I. LA CREAZIONE OBBEDISCE A DIO

Nella stessa *creazione, al di fuori dell‘uomo, appare come un presentimento di questa obbedienza e di questa *gioia. Il fatto Che il Signore metta un anello a Behemoth (Giob 40, 24) o schiacci Rahab (Sal 89, 11) costituisce la prova del suo dominio sovrano; il fatto che Gesù Calmi la tempesta o scacci i *demoni costituisce la prova Che, appunto Come i demoni, «i venti ed il mare gli obbediscono» (Mi 8, 27 par.; Mc 1, 27), e questi atti di potenza provocano un *timore religioso; ma più che non il *silenzio dell‘universo che riconosce il suo padrone, ciò Che meraviglia la Bibbia e la muove al *ringraziamento, è lo slancio glorioso delle creature che accorrono alla voce di Dio: «Gli *astri brillano... nella gioia; egli li chiama ed essi dicono: ?Eccoci!? e brillano Con gioia per colui che li ha creati» (Bar 3, 34 s; cfr. Sal 104, 4; Eccli 42, 23; 43,13-26). Dinanzi a questo ardore delle creature più belle nel Compiere la missione che Dio assegna loro nel suo universo, l‘umanità «racchiusa nella disobbedienza» (Rom 11, 32) evoca inconsciamente e dolorosamente ciò che avrebbe dovuto essere la sua obbedienza, e Dio le fa intravvedere e sperare quel Che può essere l‘obbedienza spontanea ed unanime della creazione liberata mediante l‘obbedienza del suo Figlio (Rom 8, 19-22).

II. IL DRAMMA DELLA DISOBBEDIENZA

1. Fin dalle origini, *Adamo disobbedisce a Dio, trascinando nella sua ribellione tutti i suoi discendenti (Rom 5, 19) ed assoggettando la Creazione alla vanità (8, 20). Per contrasto, la rivolta di Abramo fa vedere quel che è l‘obbedienza e quel Che Dio si aspetta da essa: è la sottomissione dell‘uomo alla *volontà di Dio, l‘esecuzione di un comando di cui non vediamo il senso ed il valore, ma di cui percepiamo il carattere di imperativo divino. Se Dio esige la nostra obbedienza, si è perché ha un disegno da compiere, un universo da costruire, e gli occorre la nostra collaborazione, la nostra adesione nella fede. La *fede non è l‘obbedienza, ne è il segreto; l‘obbedienza è il segno ed il frutto della fede. Se Adamo disobbedisce, si è perché, dimenticando la *parola di Dio, ha ascoltato la voce di Eva e quella del tentatore (Gen 3, 4 ss). 2. Per salvare l‘umanità, Dio suscita la fede di *Abramo e, per accertarsi di questa fede, la fa passare attraverso l‘obbedienza: «Lascia la tua terra» (Gen 12, 1), «Cammina alla mia presenza e sii perfetto» (17, 1.), «Prendi il tuo figlio... offrilo in olocausto» (22, 2). Tutta l‘esistenza di Abramo poggia sulla parola di Dio, ma questa parola gli impone Continuamente di avanzare alla cieca e di compiere atti il Cui senso gli sfugge. Perciò l‘obbedienza è per lui una *prova, una tentazione di Dio (22, 1), e per Dio una testimonianza inestimabile: «Non mi hai rifiutato il tuo figlio, il tuo unico» (22, 16). 3. L’alleanza suppone esattamente lo stesso comportamento: «Tutto Ciò che Jahve ha detto, noi lo faremo e gli obbediremo», risponde Israele aderendo al patto che Dio gli propone (Es 24,7). L‘*alleanza implica una carta, la *legge, una serie di comandamenti e di istituzioni che inquadrano l‘esistenza di Israele e sono destinati a farlo vivere come *popolo di Dio. Parecchie di queste disposizioni impongono doveri di obbedienza agli uomini, verso i genitori (Deut 21, 18-21), i re, i profeti, i sacerdoti (17, 14 - 18, 22). Spesso questi doveri sono già insiti nella natura dell‘uomo, ma la parola di Dio, incorporandoli nella sua alleanza, fa della sottomissione dell‘uomo un‘obbedíenza nella fede. Poiché la *fedeltà alla legge non è vera Che nella adesione alla parola ed all‘alleanza di Dio, l‘obbedienza ai suoi precetti non è una sottomissione da schiavi, ma un atto di *amore. Già il primo decalogo opera il collegamento: «... coloro Che mi amano ed osservano i miei comandamenti» (Es 20,6); il Deuteronomio lo riprende e lo sviluppa (Deut 11, 13. 22); i salmi celebrano nella legge il grande dono di amore di Dio agli uomini e la fonte di un‘obbedienza d‘amore (Sal 19, 8-11; 119).

III. CRISTO, NOSTRA OBBEDIENZA

Ma nessuno obbedisce a Dio. Israele è «una casa ribelle» (Ez 2, 5), «dei figli ribelli» (Is 1, 2); «ponendo il suo vanto nella legge, egli disonora Dio trasgredendola» (Rom 2, 23); non può accampare al 791 cuna superiorità sul pagano, è Con esso «racchiuso nella disobbedienza» (3, 10; 11, 32). *Schiavo del *peccato, l‘uomo, Che nondimeno vi aspira in fondo al suo io, è incapace di obbedire a Dio (7, 14). Per giungervi, per trovare «la legge nel fondo del suo essere» (Ger 31, 33), bisogna che Dio mandi il suo *servo, «ogni mattina risvegli il [suo] orecchio» (Is 50, 4), affinché questi possa dire: «Ecco, io vengo... per fare le tue volontà» (Sal 40, 7 ss). «Come per la disobbedienza di uno solo gli altri sono stati costituiti peccatori, così per l‘obbedienza di uno solo gli altri saranno costituiti giusti» (Rom 5, 19). L‘obbedienza di *Gesù Cristo è la nostra salvezza e Ci dà modo di ritrovare l‘obbedienza a Dio. La vita di Gesù Cristo fu, sin «dal suo ingresso nel mondo» (Ebr 10, 5) e «fino alla morte di croce» (Fil 2, 8), obbedienza, cioè adesione a Dio attraverso una serie di intermediari: persone, eventi, istituzioni, Scritture del suo popolo, *autorità umane. Venuto «per fare non la [sua] volontà, ma la volontà di Colui che [lo] ha mandato» (Gv 6, 38; cfr. Mt 26, 39), egli trascorre tutta la sua vita nei doveri normali dell‘obbedienza ai genitori (Lc 2, 51), alle autorità legittime (MI 17,27). Nella *passione spinge l‘obbedienza al culmine, abbandonandosi senza resistere a poteri disumani ed ingiusti, «facendo attraverso tutte le sue sofferenze la esperienza della obbedienza» (Ebr 5, 8), facendo della sua morte il *sacrificio più prezioso a Dio, quello dell‘obbedienza (10, 5-10; cfr. 1 Sam 15, 22).

IV L‘OBBEDIENZA DEL CRISTIANO

Divenuto per la sua obbedienza «il *Signore» (Fil 2, 11), investito di «ogni potere in Cielo ed in terra» (Mt 28, 18), Gesù Cristo ha diritto all‘obbedienza di ogni creatura. Per mezzo suo, per mezzo dell‘obbedienza al suo vangelo ed alla parola della sua *Chiesa (2 Tess 3, 14; MI 10, 40 par.), l‘uomo raggiunge Dio nella fede (Atti 6, 7; Rom 1, 5; 10, 3; 2 Tess 1, 8), sfugge alla disobbedienza originale ed entra nel *mistero della salvezza: Gesù Cristo è l‘unica *legge del cristiano (1 Cor 9, 21). Questa legge comprende pure l‘obbedienza alle autorità umane legittime, genitori (Col 3, 20), padroni (3, 22), sposi (3, 18), poteri pubblici, riconoscendo dovunque «l‘autorità di Dio» (Rom 13, 1-7). Ma il cristiano, non obbedendo mai che per *servire Dio, è capace, se occorre, di sfidare un ordine ingiusto e di «obbedire a Dio piuttosto che agli uomini» (Atti 4, 19).

Autore: C. Augrain e J. Guillet
Fonte: Dizionario teologico biblico