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Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Mondo


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VT

Per designare il mondo si usa correntemente l‘espressione «cieli e terra» (Gen 1, 1); il termine tebel è applicato soltanto al mondo terrestre (ad es. Ger 51, 15); i libri di epoca greca parlano del kosmos (Sap 11, 17; 2 Mac 7,9.23) mettendo in questo termine un Contenuto specificamente biblico. Per il pensiero greco, il kòsmos Con le sue leggi, la sua bellezza, la sua perennità, il suo ritorno eterno delle cose esprime effettivamente l‘ideale di un ordine Chiuso in sé, che include l‘uomo ed implica persino gli dèi: i quali non si distinguono bene dagli elementi del mondo in questo panteismo virtuale o confessato. Del tutto diversa è la concezione biblica, in Cui le rappresantazioni Cosmologiche e cosmogoniche non costituiscono che un materiale secondario, posto al servizio di un‘affermazione religiosa essenziale: il mondo, creatura di Dio, acquista un senso in funzione del suo disegno di salvezza, e proprio nella Cornice di questo disegno troverà pure il suo destino finale.

I. ORIGINI DEL MONDO

In Contrasto Con le mitologie mesopotamiche, egiziana, cananea, ecc., la rappresentazione biblica delle origini del mondo Conserva una grande sobrietà. Non è più Collocata sul piano del mito, storia divina accaduta prima del tempo; al contrario, inaugura il tempo. E questo perché tra Dio ed il mondo C‘è un abisso, espresso dal verbo creare (Gen 1, 1). Se la Genesi, appoggiata da altri testi (Sal 8; 104; Prov 8, 22- 31; Giob 38 s), evoca l‘attività creatrice di Dio, lo fa unicamente per sottolineare dei punti di fede: distinzione del mondo e del Dio unico; dipendenza del mondo in rapporto al Dio sovrano, che «parla e le Cose sono» (Sal 33, 6-9), Che con la sua provvidenza governa le leggi della natura (Gen 8, 22); integrazione dell‘universo nel disegno di salvezza Che ha l‘uomo come Centro. Questa cosmologia sacra, estranea alle preoccupazioni scientifiche come alle speculazioni filosofiche, colloca così il mondo in rapporto all‘uomo: questi ne emerge per dominarlo (Gen 1, 28) ed a questo titolo lo trascina nel suo stesso destino.

II. SIGNIFICATO DEL MONDO

Anche il significato attuale del mondo per la coscienza religiosa dell‘uomo è duplice. 1. Uscito dalle mani divine, il mondo continua a manifestare la bontà di Dio. Dio, nella sua sapienza, lo ha organizzato come una vera opera d‘arte, unita ed armoniosa (Prov 8, 22-31; Giob 28, 25 ss). Con ciò la sua potenza e la sua divinità si rendono in qualche modo sensibili (Sap 13, 3 ss), perché la sua grazia è talmente diffusa su tutte le sue opere Che la vista dell‘universo esaurisce le facoltà . di ammirazione dell‘uomo (Sal 8; 19,1-7; 104). 2. Ma per l‘uomo peccatore impegnato nella sua tragedia, il mondo significa pure l’ira di Dio, alla quale serve di strumento (Gen 3, 17 s): Colui Che ha fatto le cose per il bene e la felicità dell‘uomo se ne serve pure per il suo castigo. Di qui le calamità di ogni specie in cui la natura ingrata si leva contro l‘umanità, dal diluvio alle piaghe di Egitto ed alle maledizioni che attendono Israele infedele (Deut 28, 15-46). 3. In questo duplice modo il mondo è associato attivamente alla storia della salvezza, ed in funzione di essa acquista il suo vero senso religioso. Ciascuna delle Creature che lo compongono possiede una specie di ambivalenza, che il libro della Sapienza mette in rilievo: la stessa acqua che perdeva gli Egiziani assicurava la salvezza di Israele (Sap 11, 5-14). Se è vero che il principio non può essere applicato meccanicamente, perché giusti e peccatori vivono quaggiù in Comunanza di destino, appare tuttavia un legame misterioso tra il mondo e l‘uomo. Al di là dei fenomeni ciclici Che, alla nostra scala, costituiscono il volto attuale del mondo, questo ha quindi una storia, Che ha avuto inizio prima dell‘uomo per terminare a lui (Gen 1, 1 - 2, 4), e Che presentemente Cammina parallelamente a quella dell‘uomo per Consumarsi nello stesso punto finale.

III. DESTINO FINALE DEL MONDO

Portatore di una umanità sorta da esso per le sue radici Corporali (Gen 2, 7; 3, 19), il mondo è di fatto incompiuto: spetta all‘uomo perfezionarlo Col suo lavoro dominandolo (l, 28) ed imprimendo su di esso il suo segno. Ma che valore avrà l‘umanizzazione del mondo, se l‘uomo peccatore lo tra scina di fatto nel sito peccato? Perciò l‘escatologia dei profeti non si occupa tanto di questo divenire del mondo sotto il governo dell‘uomo, quanto del termine - necessariamente ambiguo - verso il quale cammina. 1. Al giudizio finale che attende l‘umanità, tutti gli elementi del mondo saranno associati, come se l‘ordine delle Cose create all‘inizio venisse sconvolto da un repentino ritorno al caos (Ger 4, 23-26). Di qui le immagini della terra che scricchiola (Is 24, 19 s), degli astri che si oscurano (Is 13,10; Gioe 2, 10; 4, 15): il vecchio universo sarà trascinato nel cataclisma in cui sarà inghiottita un‘umanità colpevole... 2. Ma, come al di là del giudizio degli uomini si prepata la loro salvezza per pura grazia divina, così si prepara pure per il mondo una rinnovazione profonda che i testi evocano come una nuova creazione: Dio creerà «cieli nuovi ed una terra nuova» (Is 65, 17; 66, 22); e la descrizione di questo mondo rinnovato è fatta Con le immagini che servivano anche per il paradiso primitivo. 3. Mondo presente e mondo futuro. - Come prolungamento di questi annunci misteriosi, il giudaismo contemporaneo del NT si raffigurava il termine della storia umana come un passaggio dal mondo (o dal secolo) presente al mondo (od al secolo) futuro. Il mondo presente è quello in cui siamo da quando, per l‘invidia del demonio (ed il peccato dell‘uomo), la morte vi ha fatto il suo ingresso (Sap 2,24). Il mondo futuro è quello che apparirà quando Dio verrà a stabilire il suo regno. Allora le realtà del mondo presente, purificate Come l‘uomo stesso, ritroveranno la loro perfezione primitiva: ad immagine delle realtà Celesti, esse saranno veramente trasfigurate. Il NT usa abbondantemente il termine greco kosmos. Ma il significato che gli conferisce risulta da tutta l‘elaborazione effettuata nel VT e già assunta nella traduzione greca.

I. AMBIGUITA DEL MONDO

1. È vero che il mondo Così designato rimane fondamentalmente la creatura eccellente Che Dio ha fatto alle origini (Atti 17,24) mediante l‘attività del suo Verbo (Gv 1, 3. 10; cfr. Ebr 1, 2; Col 1, 16). Questo mondo continua a rendere testimonianza a Dio (Atti 14, 17; Rom 1, 19 s). Sarebbe tuttavia un errore stimarlo troppo, perché l‘uomo lo supera di molto in valore vero: che gli servirebbe conquistare il mondo intero se perdesse se stesso (Mt 16, 26)? 2. Ma c‘è di più: nel suo stato attuale, questo mondo, solidale con l‘uomo peccatore, è di fatto in potere di Satana. Il peccato vi è entrato all‘inizio della storia e, Con il peccato, la morte (Rom 5, 12). Per tal fatto è diventato debitore della giustizia divina (3, 19), perché è solidale con il mistero del male che agisce in terra. Il suo elemento più visibile è Costituito dagli uomini che levano la loro volontà ribelle contro Dio e contro il suo Cristo (Gv 3, 18 s; 7, 7; 15, 18 s; 17, 9. 14 ...). Dietro di essi si profila un Capo invisibile: Satana, il principe di dio di questo secolo (2 Cor 4,4). Adamo, stabilito Capo del mondo dalla volontà del suo creatore, ha consegnato nelle mani di Satana la sua persona ed il suo regno; da allora il mondo è in potere del maligno (1 Gv 5, 19), Che ne comunica la potenza e la gloria a chi vuole (LC 4, 6). Mondo di tenebre, governato dagli spiriti del male (Ef 6,12); mondo ingannatore, i cui elementi Costitutivi pesano sull‘uomo e lo asserviscono, fin nella stessa economia antica (Gal 4, 3. 9; Col 2, 8. 15). Lo spirito di questo mondo, incapace di gustare i segreti ed i doni di Dio (1 Cor 2, 12), si oppone allo Spirito di Dio, proprio come lo spirito dell‘anticristo che agisce nel mondo (1 G ?V 4, 3). La sapienza di questo mondo, basata sulle speculazioni del pensiero umano separato da Dio, è Convinta da Dio di follia (1 Cor 1, 20). La pace Che dà il mondo, fatta di prosperità materiale e di sicurezza fallace, non è Che un simulacro della vera pace che Cristo solo può dare (Gv 14,27): il suo effetto ultimo è una tristezza Che produce la morte (2 Cor 7, 10). Attraverso a tutto questo si rivela il peccato del mondo (Gv 1, 29), massa di odio e di incredulità accumulata fin dalle origini, pietra di inciampo per chi vorrebbe entrare nel regno di Dio: guai al mondo a motivo degli scandali (Mi 18, 7)! Perciò il mondo non può offrire all‘uomo nessun valore sicuro: la sua figura passa (1 Cor 7, 31), e così pure le sue Concupiscenze (1 Gv 2,16). Il tragico del nostro destino proviene dal fatto che, per nascita, noi apparteniamo a questo mondo.

II. GESù ED IL MONDO

Ora «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unico» (Gv 3,16). Questo è il paradosso con cui incomincia per il mondo una nuova storia che presenta due aspetti complementari: la vittoria di Gesù sul mondo malvagio governato da Satana, l‘inaugurazione in lui del mondo rinnovato che le promesse profetiche annunciavano. 1. Gesù, vincitore del mondo. - Questo primo punto è messo in pieno rilievo dal quarto vangelo: «Egli era nel mondo, ed il mondo fu fatto per mezzo suo, ed il mondo non lo ha conosciuto» (Gv 1, 10). Tale è il riassunto della Carriera terrena di Gesù. Gesù non è del mondo (8,23; 17,14), e neppure il suo regno (18, 36); ha la sua potenza da Dio (Mt 28, 10), e non dal principe di questo mondo (LC 4, 5-8), perché questi non ha alcun potere su di lui (Gv 14,30). Perciò il mondo lo odia (15, 18), tanto più Che egli ne è la luce (9, 5), gli apporta la vita (6, 33), viene per salvarlo (12, 47). Odio folle, che domina apparentemente il dramma evangelico e provoca alla fine la Condanna a morte di Gesù (cfr. 1 Cor 2, 7 s). Ma in questo stesso istante la situazione si capovolge: ed allora è il giudizio del mondo e la caduta del suo principe (Gv 12, 31), è la vittoria di Cristo sul mondo malvagio (16, 33). Infatti Gesù accettando con un atto supremo di amore la misteriosa volontà del Padre (14, 31), ha «lasciato il mondo» (16, 28) per ritornare al Padre, dove siede ormai nella gloria (17, 1. 5), e di dove dirige la storia (Apoc 5, 9). 2. Il mondo rinnovalo. - Con ciò stesso - Gesù ha realizzato il fine per cui era venuto in terra: morendo, ha «tolto il peccato del mondo» (Gv 1, 29), ha dato la sua carne «per la vita del mondo» (6, 51). Ed il mondo, creatura di Dio Caduta sotto il giogo di Satana, è stato riscattato dalla sua schiavitù. $ stato lavato dal sangue di Gesù: Terra, ponius, astra, mundus, quo lavantur flumine! Egli, nel quale tutte le Cose erano state create (Col 1, 16), è stato stabilito dalla sua risurrezione Capo e testa della nuova Creazione: Dio ha posto tutto sotto i suoi piedi (Ef 1, 20 ss), riconciliando in lui tutti gli esseri e ricostituendo l‘unità di un universo diviso (Col 1, 20). In questo mondo nuovo la luce e la vita Circolano ormai in abbondanza: sono date a tutti coloro che hanno fede in Gesù. Tuttavia il mondo presente non ha ancora avuto termine. La grazia di redenzione agisce in un universo sofferente. La vittoria di Cristo non sarà Completa che il giorno della sua manifestazione in gloria, quando consegnerà tutte le cose al Padre suo (1 Cor 15, 25-28). Fino allora l‘universo rimane in attesa di un parto doloroso (Rom 8,19 ...): quello dell‘uomo nuovo nella sua piena statura (Ef 4, 13), quello di un mondo nuovo che succede definitivamente all‘antico (Apoc 21, 4 s).

III. IL CRISTIANO ED IL MONDO

In rapporto al mondo i Cristiani si trovano nella stessa situazione complessa in cui si trovava Cristo durante il suo passaggio in terra. Non sono del mondo (Gv 1519; 17, 16); e tuttavia sono nel mondo (17, 11), e Gesù non prega il Padre di ritrarneli, ma soltanto di custodirli dal maligno (17, 15). La loro separazione nei confronti del mondo malvagio lascia intatto il loro compito positivo nei confronti del mondo da redimere (cfr. 1 Cor 5, 10). 1. Separati dal mondo. - Anzitutto separazione: il cristiano deve custodirsi immacolato dal mondo (Giac 1, 27); non deve amare il mondo (1 Gv 2, 15), perché l‘amicizia per il mondo è inimicizia Contro Dio (Giac 4,4) e porta ai peggiori abbandoni (2 Tim 4, 10). Evitando di modellarsi sul secolo presente (Rom 12, 2), rinunzierà quindi alle concupiscenze che ne definiscono lo spirito (1 Gv 2, 16). In una parola, il mondo sarà un crocifisso per lui ed egli per il mondo (Gal 6, 14): se ne servirà Come se non se ne servisse (1 Cor 7, 29 ss). Distacco profondo, che evidentemente non esclude un uso dei beni di questo mondo Conforme alle esigenze della Carità fraterna (1 Gv 3, 17): tale è la santità che è richiesta al cristiano: 2. Testimoni di Cristo dinanzi al mondo. - Ma da un altro lato, ecco la missione positiva del Cristiano dinanzi al mondo attualmente prigioniero del peccato. Come Cristo vi è venuto per rendere testimonianza alla verità (Gv 18, 37), così il Cristiano è inviato nel mondo (17, 18) per rendere una testimonianza Che è quella di Cristo stesso (1 Gv 4, 17). L‘esistenza cristiana, che è tutto l‘opposto di una manifestazione spettacolare alla quale Gesù stesso si è rifiutato (Gv 7, 3 s; 14, 22; cfr. Mt 4, 5 ss), rivelerà agli uomini il vero volto di Dio (cfr. Gv 17,21. 23). Vi si aggiungerà la testimonianza della parola. Infatti i predicatori del vangelo hanno ricevuto l‘ordine di annunziarlo al mondo intero (Mc 14,9; 16,15): vi brilleranno Come altrettanti luminari (Fil 2, 15). Ma il mondo si leverà contro di essi, come già contro Gesù (Gv 15, 18), cercando di riconquistare coloro che fossero sfuggiti alla sua Corruzione (2 Piet 2, 19 s). In questa guerra inevitabile l‘arma della lotta e della vittoria sarà la fede (1 Gv 5, 4 s): la nostra fede condannerà il mondo (Ebr 11, 7; Gv 15, 22). Per nulla stupito di essere odiato ed incompreso (1 Gv 3, 13; Mt 10, 14 par.) ed anche perseguitato dal mondo (Gv 15, 18 ss), il cristiano è Confortato dal Paraclito, lo Spirito di verità, inviato in terra per confondere il mondo: lo Spirito attesta nel cuore del fedele che il mondo commètte peccato rifiutando di credere in Gesù, che la causa di Gesù è giusta poiché egli è presso il Padre ed il principe di questo mondo è già condannato (16, 8-11)- Benché il mondo non lo veda né lo conosca (14, 17), questo Spirito rimarrà nel fedele, e lo farà trionfare degli anticristi (1 Gv 4, 4 ss). Ed a poco a poco, grazie alla testimonianza, quelli, tra gli uomini, il cui destino non è definitivamente legato al mondo, riprenderanno posto nell‘universo redento che ha Cristo per capo. 3. In attesa dell’ultimo giorno. - Finché durerà il secolo presente, non c‘è da sperare che questa tensione tra il mondo ed i eristiani sparisca. Fino al giorno della separazione definitiva, sudditi del regno e sudditi del maligno rimarranno mescolati come la zizzania ed il grano nel Campo di Dio, che è il mondo (Mt 13, 38 ss). Ma fin d‘ora incomincia ad operarsi il giudizio nel segreto dei cuori (Gv 3, 18-21); avrà soltanto più da esser reso pubblico, nel giorno in cui Dio giudicherà il mondo (Rom 3, 6) associando i suoi fedeli alla sua attività di giudice (1 Cor 6,2). Allora il mondo presente sparirà in modo definitivo, Conformemente agli oracoli profetici, mentre l‘umanità rigenerata troverà la gioia di un universo rimesso a nuovo (cfr. Apoc 21).

Autore: C. Lesquivit e P. Grelot
Fonte: Dizionario teologico biblico