Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Berulle Pierre de


font righe continue visite 1588
I. Vita ed opere. B. è stato un autentico promotore della mistica. Egli è il primo e massimo rappresentante di quella che si chiama la scuola francese di spiritualità. Attraverso la sua esperienza e i suoi discepoli, soprattutto Condren, Giovanni Eudes, Vincenzo de' Paoli e indirettamente Olier e molti altri, egli ha esercitato e continua ad esercitare un'influenza molto considerevole. J. Dagens ha potuto scrivere: « Senza B. mancherebbe qualche cosa di essenziale alla vita spirituale della Francia e al pensiero cristiano ».
Nato nel castello di Sérilly, nei pressi di Troyes, nel 1575, egli trascorre la parte migliore della sua vita a Parigi. Dopo buoni studi presso i gesuiti ed alla Sorbona, incontra i migliori mistici del suo tempo in casa di sua cugina, M.me Acarie ( 1618); questi contatti ed una intelligenza precoce lo preparano ad una vita spirituale e apostolica straordinaria, fondata su una visione teologica molto profonda. La lettura dei mistici renano fiamminghi gli ispira un senso acuto della grandezza di Dio. Due ritiri, nel 1602 e 1607, lo orientano definitivamente verso un cristocentrismo molto contemplativo: « Gesù, compimento del nostro essere... ». Tuttavia, nel 1604 egli si reca in Spagna e, al ritorno, conduce con sé alcune carmelitane che costituiscono il primo nucleo del Carmelo francese il cui sviluppo è rapidissimo. Dal 1604 al 1660, in Francia si fondano sessantadue monasteri. Il ruolo di visitatore delle carmelitane gli procura molte difficoltà, ma il voto di servitù a Gesù, da lui emesso, diventa l'occasione per scrivere i meravigliosi (e difficili) Discorsi dello stato e della grandezza di Gesù pubblicati nel 1623. Vi si trovano sviluppate alcune considerazioni sugli « stati e misteri » di Gesù. « Passati per quanto riguarda l'esecuzione, essi sono presenti in quanto alla loro virtù che non passa mai ». Tra questi misteri, quello dell'Incarnazione è al centro della sua contemplazione, insieme a quello dell'infanzia di Gesù. E qui che si radica la devozione, così profonda e così tenera, di B. per Maria (vedi la Vita di Gesù).
Avendo fondato nel 1611 l'Oratorio di Gesù per « restaurare lo stato di sacerdozio », B. compone per i suoi confratelli un Ufficio in onore di Gesù e propone loro di emettere il voto di servitù a Gesù. Solo la lettura attenta di alcune pagine scelte di B. permette di percepire la profondità e il lirismo della sua dottrina cristologica, teologicamente molto fondata.
Egli adempie a molte altre funzioni di ordine diplomatico o riformatore: è creato cardinale nel 1627 da Urbano VIII ( 1644) che lo definisce « Apostolo del Verbo incarnato ». B. passa, così, alla storia della spiritualità come un maestro ed un pioniere incontestato. Muore nel 1629.

II. Il teocentrismo berulliano. « Dio è Dio... ». « Non c'è nulla di grande se non Dio e ciò che rende omaggio a Dio ». « B. ha provocato nel mondo spirituale dei suoi tempi una specie di rivoluzione, che si può chiamare con un nome inusuale, ma quasi necessario, teocentrica ». L'antropocentrismo interpreta questa verità riconosciuta da tutti i cristiani: « Dio è il nostro fine », così: « Dio è per noi », mentre il teocentrismo la interpreta nel modo seguente: « Noi siamo per Dio ». Indubbiamente, siccome la terra girava intorno al sole, prima di N. Copernico ( 1543) innumerevoli santi hanno vissuto « teocentricamente », ma senza formulare questa esperienza con molta chiarezza. Il pensiero cristiano adottava piuttosto la prospettiva di s. Agostino. « Questi afferma: Signore ci hai fatti per te », fecisti nos ad te, che egli intende: ci hai fatti perché noi trovassimo in te la nostra beatitudine. L'assioma cento volte ripetuto da B., e sul suo esempio da tutta la scuola francese, diventa: « Per prima cosa occorre guardare Dio e non se stessi, e non operare attraverso questo sguardo e ricerca di se stessi, bensì attraverso lo sguardo puro di Dio ». Quella di B. si può qualificare come spiritualità dell'adorazione che vuole identificarsi il più possibile con il suo modello, il « Perfetto Adoratore », il Verbo incarnato, « aderire » ai suoi « stati ».

III. Il Verbo incarnato è al centro dell'esperienza spirituale e del messaggio dei maestri della scuola francese. Quando B. parla del Verbo incarnato si riferisce, senza dubbio, a Gesù vivente, risorto, contemplato nel mistero della sua Incarnazione.
Certo, per tutti i cristiani, questo mistero è al centro della fede e tutte le scuole di spiritualità sono delle « scuole del Cristo » (s. Bernardo), ma B. e i suoi discepoli hanno voluto imperniare vigorosamente lo sguardo, la preghiera e l'attività dei cristiani sulla persona stessa di Gesù: che lo si adori nel mistero stesso della sua Incarnazione o negli altri suoi misteri (e « stati »), questa adorazione si esprime nelle « elevazioni » bérulliane, nelle grandi devozioni all'Eucaristia, al cuore di Gesù e di Maria, all'infanzia del Cristo, a Maria... A Gesù ci si unisce (adesione) mediante la comunione ai suoi misteri, alle sue disposizioni, al suo cuore (i tre sguardi di Gesù); Gesù viene a vivere e ad agire in noi mediante la fede, l'amore, l'impegno apostolico. Questa vita di « Gesù in noi » nasce nel battesimo, si nutre e si sviluppa con l'Eucaristia e l'orazione (= comunione non sacramentale); Gesù ci invia « come » egli è stato inviato dal Padre e come egli ha inviato i suoi primi apostoli arricchiti del suo Spirito (cf Discorso sulla missione dei Pastori); Gesù è legato a Maria in modo unico e definitivo: ella gli ha dato la sua umanità, egli vive in lei e lei resta sua madre e nostra madre. A partire da questo sguardo su Gesù, B. parla a lungo degli « stati e misteri » del Verbo incarnato. « Ogni circostanza della vita del Figlio di Dio è un mistero e ad ogni mistero corrisponde uno stato del Verbo incarnato che assume il suo valore nell'Incarnazione ». Lo stato, quello almeno che B. considera, a partire dal 1615, è « l'atteggiamento interiore di Gesù in ciascuna delle circostanze della sua vita terrena o gloriosa, considerata come una realtà eterna nella misura in cui questa vita è assunta da una persona divina » (L. Cognet). B. mette sullo stesso piano « lo stato, la virtù, il merito del mistero ». La vita cristiana consiste, allora, contemporaneamente nell'adorare Gesù nei suoi stati e misteri e nell'aderire a lui nei suoi atteggiamenti interiori, il che richiede un' abnegazione radicale del proprio io.
Tra i misteri maggiori che B. propone, quello dell'Incarnazione è al centro della sua contemplazione. E lo stesso per quello dell'infanzia di Gesù. Lo stato di infanzia è per lui il culmine dell'annientamento: il Verbo, la Parola divenuta muta (infans). Ed è qui che si radica la devozione così profonda di B. al SS.mo Sacramento e alla Vergine Maria. Ciò che è stato pubblicato con il titolo di Vita di Gesù è una lunga meditazione sul mistero dell'Incarnazione. Essa offre meravigliose pagine sull'Annunciazione. Altre meditazioni permettono di contemplare l'atteggiamento di Maria al tempo della nascita e dell'infanzia di Gesù che B. considera sempre « il compimento del nostro essere ».

IV. Restaurare lo stato di sacerdozio. B. ha esercitato un grande influsso presso le prime carmelitane; come per gli oratoriani, egli propone loro il voto di servitù, pratica molto discussa. Inoltre, egli ha esercitato un'influenza profonda su persone dirette da lui, tra gli altri su Vincenzo de' Paoli. Ma occorre sottolineare, in modo speciale, la sua preoccupazione di rinnovamento della vita spirituale e del ministero dei sacerdoti.
« E che! sarebbe possibile che nostro Signore abbia desiderato una così grande perfezione di tutti gli ordini religiosi e che non l'abbia richiesta dal suo ordine che è l'ordine sacerdotale? Perché è l'ordine che egli stesso ha istituito immediatamente, questo è l'ordine di coloro che sono suoi ambasciatori sulla terra, che parlano in suo nome, che agiscono nella sua potenza, che dispensano i suoi misteri, che annunciano le sue verità, che danno il suo sacro corpo, che comunicano il suo Spirito, che, in suo nome, legano e sciolgono le anime, aprono e chiudono le porte dei cieli; e, mentre i religiosi sono consacrati dai voti che sono opera loro, sebbene santa e lodevole, i sacerdoti sono consacrati per opera di Gesù Cristo stesso, che comunica loro ancora lo Spirito Santo, secondo queste parole: ricevete lo Spirito Santo » (Fragment IV, c. 1618).
Si vede con tali raffronti che la realtà propriamente « mistica » del ministero apostolico, il suo radicamento cristologico come li ha esplicitati il Concilio Vaticano II, sono già chiaramente valorizzati da questi grandi mistici del XVII secolo. La passione che li domina per la dignità e santità dei sacerdoti si alimenta ad una doppia sorgente: il senso di urgenza della santificazione dei sacerdoti per assicurare un'autentica evangelizzazione e una convinzione teologica relativa alla loro missione: in essi e per essi il Verbo incarnato continua in un modo specifico la sua propria missione nel mondo e li anima con il suo Spirito di Pastore.

Bibl. Opere: L'edizione de Les _uvres de l'éminentissime et révererendissime Pierre Card. de Bérulle, realizzata da F. Bourgoing nel 1644, è stata rieditata nel 1960 dall'Oratorio. Un'edizione delle Oeuvres complètes è stata pubblicata dal Migne nel 1856. La Correspondance du Card. Pierre de Bérulle, 3 voll., è stata pubblicata da J. Dagens, Paris Louvain 1937 1939; Opuscules de piété, preséntés par G. Rotureau, Paris 1944. E in corso di stampa un'edizione critica di tutte le opere di Bérulle. Recentemente, sono stati pubblicati tre volumetti nella collezione Foi vivante (ed. du Cerf, Paris): Elévation sur sainte Madeleine (n. 224), 1987; Les mystères de la vie du Christ (n. 223), 1988; La vie de Jésus (n. 236), 1989; P. de Bérulle, Le grandezze di Gesù. Passi scelti da R. Boureau, Cinisello Balsamo (MI) 1998. Studi: oltre ai capitoli di H. Bremond e di L. Cognet (cf bibl. cap. 1) consacrati a Bérulle, occorre citare: F. Antolín Rodríguez, s.v., in DES I, 243 248; R. Bellemare, Le sens de la créature dans la doctrine de Bérulle, Paris 1959; P. Cochois, Bérulle et l'Ecole française, Paris 1963; L. Cognet, Spiritualità moderna. La scuola francese (1500 1650), 62, Bologna 1974, 114 246; J. Dagens, Bérulle et les origines de la restauration catholique, Paris 1952; R. Deville, La scuola francese di spiritualità, Cinisello Balsamo (MI) 1990, 32 54; M. Dupuy, Pierre de Bérulle. Introduction et choix des textes, Paris 1964; Id., Bérulle: une spiritualité de l'adoration, Paris 1964; F. Emiliano, s.v., in EC II, 1483 1486; M. Join Lambert, s.v., in DIP I, 1407 1409; G. Moioli, Teologia della devozione berulliana al Verbo incarnato, Varese 1964; A. Molien, s.v., in DSAM I, 1539 1581; J. Orcibal, Le Cardinal de Bérulle. Evolution d'une spiritualité, Paris 1965; F. G. Preckler, Bérulle aujourd'hui, Paris 1978.

Autore: R. Deville
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)