Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Bellarmino Roberto


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I. Vita e opere. Nato a Montepulciano (SI) il 4 ottobre 1542, entra nella Compagnia di Gesù nel 1560 e viene ordinato sacerdote a Gand nel 1570. Occupa la cattedra di controversia al Collegio Romano (1576 1587) fondata da s. Ignazio. Insegnante, predicatore, apologeta della sede di Pietro, nominato cardinale nel 1599, per tre anni regge la diocesi di Capua (1602 1605). Teologo personale del papa, si occupa in prima persona delle più spinose questioni dell'epoca: l'interdetto veneziano (1606 1607), la controversia anglicana (1607 1609) e quella gallicana (1610 1612) sul potere temporale del papa. Come membro dell'Inquisizione interviene nel primo processo (1615 1616) a G. Galilei ( 1642), al quale è legato da sentimenti di stima e di ammirazione. Trascorre gli ultimi anni in ritiro a Roma (1614 1620), dedicandosi allo studio ed alla redazione di opere ascetiche. Muore il 17 settembre 1621.
B. ha lasciato una cospicua produzione di opere dogmatico polemiche, storiche, esegetiche, ascetiche.
L'opera principale è costituita dalle Disputationes de controversiis christianae fidei adversus huius temporis haereticos, comunemente detta Controversie (3 voll., 1583 1593), opera nella quale B. propone una summa delle questioni dottrinali sorte tra cattolici e protestanti, mettendo per iscritto il testo dei corsi tenuti al Collegio Romano dal 1576 al 1588. L'influenza esercitata da questo scritto, nella cultura protestante e non, fu notevole, tanto che nel 1600 fu fondato ad Heidelberg il Collegium Antibellarminianum e per mezzo secolo l'opera di B. fu al centro dell'attenzione dei teologi non cattolici. Contrariamente all'opera dogmatico polemica, compatta e saldamente organizzata nelle Controversie, l'opera ascetica di B. si ritrova in molteplici trattati ed opuscoli risalenti agli anni della maturità, scaturiti dalla riflessione biblica, dagli studi patristici ed infine dall'esperienza di tutta una vita al servizio della Chiesa.
Fanno parte di questo gruppo, tra le altre: De ascensione mentis in Deum per scalas rerum creaturam (Roma 1615); De aeterna felicitate sanctorum (Roma 1616); De septem verbis a Christo in Cruce prolatis (Anversa 1618); De cognitione Dei (postuma, Lovanio 1861).

II. Dottrina spirituale. Il pensiero di B. affonda le radici nella spiritualità ignaziana, sia per il contenuto che per la forma, poiché egli adotta quale modello il linguaggio sobrio e concreto degli Esercizi di s. Ignazio.
Obiettivi primari del suo insegnamento spirituale sono l'amore di Dio e del prossimo, concretamente espressi nel servizio ad entrambi, la virtù, conseguita mediante autocontrollo e sforzo individuale, per progredire in direzione del cielo.
La perfezione cristiana consiste - per B. come già per Ignazio - nella carità intesa nel senso più ampio del termine, poiché questa sola consente all'uomo di pervenire a Dio. La carità è, dunque, la perfezione dell'uomo. Quanto più questi è ricco di grazia, tanto più forte avverte e ricambia l'amore divino, avanzando sulla via della perfezione, con un sentimento che diviene sempre più profondo ed intenso e che si manifesta nella vita della Chiesa, come in ogni forma di servizio all'umanità.

A seconda della più o meno spiccata attività caritativa, la persona ascende ad un diverso grado di perfezione. A questo proposito, B. distingue quattro livelli: il primo è esclusivo delle Persone divine: Diligere Deum quantum est diligibilis, id est infinito amore.1 Il secondo è proprio dei beati: Diligere Deum quantum potest creatura diligere, ita ut semper actu de Deo cogitet et sine intermissione in eum per affectum feratur, et ne primus quidem motus cupiditatis sentiat contra Deum. Il terzo grado è degli uomini che si consacrano a Dio: Diligere Deum quantum potest creatura mortalis, quae a se removit omnia divini amoris impedimenta et totam se Dei obsequio consecravit. Tra questi B. distingue i vescovi, già detentori di una certa perfezione - impegnati a persistervi e ad accrescerla - dai religiosi, ancora tendenti al conseguimento. Infine, il quarto grado spetta a tutti coloro che collocano l'amore di Dio al primo posto e si sforzano di vivere coerentemente: Diligere Deum, ita ut nihil aeque, aut magis quam Deum diligat, id est nihil admittat contrarium divinae dilectioni. Tanto è definitiva l'appartenenza ai primi due livelli, quanto quella ai due gradi inferiori è soggetta ad evoluzione poiché l'uomo vivente su questa terra oscilla tra tensione verso Dio e distacco da lui, simile in ciò all'alternanza delle maree.
In conclusione, B. è un esempio di quella che si può definire la mistica del servizio di Dio. Il suo costante atteggiamento contemplativo, sostenuto da un senso profondo di figliolanza divina gli offre quella pace interiore e libertà spirituale, propria dei mistici, anche tra le occupazioni più assorbenti. Note: 1 Le citazioni sono riprese da O. Marchetti, La perfezione cristiana secondo il s. cardinale Bellarmino, in Greg 11 (1930), 317 335.

Bibl. Opere: La prima edizione dell'Opera omnia di Bellarmino fu quella di Colonia (1617 1620), seguita da quelle di Parigi (1619), Venezia (1721 1728), Napoli (1856 1862) ed ancora Parigi (1870 1874). Per la nostra consultazione ci siamo avvalsi di quella in 6 volumi, a cura di G. Giuliano, Napoli 1856 1862.
La bibliografia bellarminiana è molto ampia; ci limitiamo a citare due repertori bibliografici che forniranno ampio e concreto orientamento in materia: A. Mancia, Bibliografia sistematica e commentata degli studi sull'opera bellarminiana dal 1900 al 1990, in Aa.Vv., Roberto Bellarmino arcivescovo di Capua, teologo e pastore della Riforma cattolica, Capua (CE) 1990, 805 872; L. Polgar, Bibliographie sur l'histoire de la Compagnie de Jésus, 1901 1980, III. Les Personnes, Dictionnaire AF, Institutum Historicum Societatis Jesus, Roma l990, 234 259. Studi: G. Galeota, s.v., in DSAM XIII, 713 720; I. Iparraguirre, s.v., in BS XI, 247 259; Id., s.v., in DES I, 336 337; E. Raitz von Frentz, Die aszetischen Schriften des R. Bellarmino, in ZAM 7 (1926), 113 150.

Autore: M.G. Fornaci
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)