Scrutatio

Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Baker David Augustine


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I. Vita e opere. Dom Augustine B. è uno tra i pochi mistici ad essere conosciuto nel travagliato periodo della persecuzione dei cattolici inglesi, in seguito alla protestantizzazione forzata del paese, nella seconda metà del sec. XVI. Nasce a Abergavenny il 9 dicembre 1575. Studia a Londra e ad Oxford e si laurea in legge, diventando poi notaio nella città natale. La morte di suo fratello e l'essere scampato miracolosamente anch'egli alla morte, durante un viaggio, spingono B. a passare da un attivo ateismo al cattolicesimo. Convertito, entra novizio nell'abbazia di Santa Giustina in Padova e si unisce alla Congregazione benedettina inglese poco dopo la sua rifondazione avvenuta nel 1619. Secondo alcuni, B. ha l'innato dono della preghiera mistica e, certamente, poco dopo la sua professione monastica, per grazia e non per averlo appreso, rimane assorto in contemplazione, per cinque o sei ore al giorno. Allo stesso tempo, va sottolineato che il suo stato mistico fu messo in dubbio da David Knowles, anche se molti non hanno condiviso questo giudizio. Comunque, per B. le grazie mistiche terminano ancor prima della sua ordinazione sacerdotale; così, alle prime consolanti vette mistiche seguono un periodo di penosa aridità e, successivamente, una tiepidezza che dura per circa quindici anni. Durante questo periodo, B. vive una vita semplice, ma pericolosa, a Londra, insegnando e svolgendo il suo ministero a favore dei poveri, sotto la continua minaccia di morte sancita dalle leggi anticattoliche. E solo attraverso questa sua attività che, infine, conosce la letteratura contemplativa e, attraverso tale scoperta, ritorna ad un intenso regime di preghiera, quando viene inviato come cappellano presso un notabile cattolico nella contea di Devon. In questo periodo, B. trascorre almeno undici ore al giorno in preghiera. In seguito, assume l'incarico di cappellano presso il monastero delle monache benedettine di Cambrai, alle quali detta conferenze spirituali che poi costituiscono almeno sessanta trattati sulla preghiera, molti dei quali di carattere storico. B. non favorisce una meditazione strutturata, ma una preghiera affettiva che può condurre ad una contemplazione pura. Conosce alla perfezione i mistici inglesi del sec. XIV (come pure quelli renani e spagnoli) e li fa conoscere anche a coloro che dirige. Verso la fine della sua vita, nel 1638, B. viene inviato nuovamente a svolgere il ministero pastorale a Londra, nel momento in cui la persecuzione è al suo culmine. Infatti, due dei suoi confratelli vengono arrestati e condannati a morte. Pur celando costantemente la sua attività, B. viene scoperto dall'autorità, ma gli ufficiali non lo perseguitano perché affetto da una febbre maligna, probabilmente la peste, che lo conduce alla morte quattro giorni dopo, il 9 agosto 1641.
A lui si deve una biografia di Gertrude Moro, pronipote di Tommaso Moro ( 1535), monaca a Cambrai. Le opere stampate di B. sono poche, ma di quasi tutte restano copie manoscritte. Dopo la sua morte, Sereno Cressy, con estratti di esse, compilò un'antologia sistematica sull'orazione contemplativa. L'opera, intitolata Sancta Sophia, uscì a Douay nel 1657. Nelle edizioni recenti, il titolo latino fu sostituito con l'equivalente inglese Holy Wisdom. L'opera fu stampata più volte, anche nel 1950.

II. Insegnamento spirituale. Occorre, innanzitutto, sottolineare il pensiero di B. circa la mortificazione volontaria e necessaria. Egli dà maggiore importanza al secondo tipo di mortificazione, cioè a quella necessaria; riguardo alla mortificazione delle passioni, B. ribadisce la profonda necessità dell'orazione e dell'amore.
Esaminando l'umiltà benedettina, la distingue in acquisita e infusa, ossia generata dall'esperienza contemplativa. Per B., alla « contemplazione filosofica naturale » segue la contemplazione mistica. Per mezzo di quest'ultima, l'anima, grazie all'intervento dello Spirito, nell'oscurità della fede, guarda a Dio, come verità infinita e riposa in lui come nel proprio infinito bene, al di là delle argomentazioni, delle speculazioni, dell'uso percepibile dei sensi interni o delle immagini sensibili. Tale contemplazione mistica è, secondo B., attiva o passiva: la prima si verifica quando ci si dispone ad essa; nella seconda si riconosce una speciale azione dello Spirito Santo nell'anima, proprio secondo il pensiero di Giovanni della Croce. La vita di B. fu quella di una persona onesta, generosa e sofferente, ma sembra che egli abbia avuto un carattere piuttosto difficile. Oggi è abbastanza noto per le pubblicazioni di alcuni suoi scritti da parte degli editori inglesi benedettini, dall'inoltrato sec. XIX in avanti. Forse il suo merito più grande non fu quello che riguardò il suo insegnamento personale, ma l'essere stato lo strumento che mantenne viva la tradizione della mistica medievale nei terribili anni della persecuzione della Chiesa cattolica.

Bibl. P. D. Belisle, Spiritual Direction according to Dom Augustine Baker (1575 1641), in Cistercian Studies, 30 (1955), 349 393; D. Cumer, s.v., in DES I, 269 270; R. Haynes, Augustine Baker, in J. Walsh (cura di), Pre Reformation English Spirituality, London 1961, 252 264; D. Knowles, La tradizione mistica inglese, Torino 1976, 147 174; A. Low, Augustine Baker, New York 1970; J. McCann, s.v., in DSAM I, 1205 1206; J. McCann - R.H. Connolly (cura di), Memorials of Father Augustine B. and Other Documents Relating to the English Benedectines, London 1933; J. Stead, Augustine Baker on the Holy Spirit, in Word and Spirit, 3 (1981), 71 77; I.N. Sweeney, The Life and Spirit of Father Augustine Baker, London 1861; C. Testore, s.v., in EC II, 710 711; F. Wöhrer, s.v., in WMy, 44 45.

Autore: A. Ward
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)