Scrutatio

Mercoledi, 24 aprile 2024 - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi)

Elemosina


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Nel suo significato originario, esprime "compassione", "pietà" (ebr. hesed, greco ***), che si esercita verso i miseri e i deboli; in concreto, perciò, con opere di beneficenza, a sollievo dei bisognosi (cf. Iob 1, 3; 4; 12, 3; Dan. 4, 24; Eccli. 7, 10 ecc.). È la carità in atto. Diverse disposizioni nella Legge mosaica sono improntate a tale spirito di benefico soccorso verso i bisognosi (cf. Ex. 23, 11; Lev. 19, 9 s.; 23, 22, ecc.; Deut. 15, 7 s.; 24, 19 s.). «Se vi sarà in mezzo a voi un bisognoso... non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la tua mano...». Strenui difensori dei poveri sono i profeti (Am. 5, 10; 6, 4). Is. 66, 2; 53, 6 ss., invita gli abbienti a spezzare il pane con l'affamato, a rivestire gl'ignudi. Sono note le parole dell'Angelo a Tobit e al suo figliolo: «Buona cosa è la preghiera congiunta al digiuno e all'e... Meglio fare e. che tesoreggiare oro. L'e. strappa dalla morte, espia e purifica ogni peccato. Coloro che compiono opera di beneficenza e di giustizia saranno ripieni di vita» (Tob. 12, 3 ss.).
L'insegnamento di Gesù ben può dirsi sintetizzato nella formulazione della norma che egli, supremo giudice, seguirà nel giudicarci: «Ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; ero forestiero e mi ricoveraste... Quanto avete fatto a uno dei più piccoli tra questi miei fratelli, l'avete fatto a me». La stessa norma, per punire gl'iniqui (Mt. 25, 31-46). Questa visione soprannaturale (il bisognoso, immagine di Dio, rappresenta lo stesso Gesù), e solo essa, conferisce alla nostra beneficenza un valore meritorio di vita eterna. Gesù ha inculcato tale scopo, e la delicatezza nella e. (cf. Mt. 6, 1-4; 10, 41 s., ecc.).
L'e. va fatta pertanto con amore e per amore (I Cor 13, 3; cf. Iac. 1-2 ecc.); coloro che la praticano diventano figli dell'Altissimo (Lc. 6, 35).
La prima comunità cristiana, a Gerusalemme, dette al riguardo un magnifico esempio (At. 4, 34; 9, 36). L'apostolo della carità, s. Giovanni, sintetizza l'insegnamento evangelico: «Da questo noi conosciamo l'amore...: Gesù sacrificò la vita per noi, e anche noi dobbiamo sacrificare la nostra per i fratelli. Se qualcuno poso siede i beni del mondo e vede il suo fratello che ha bisogno e gli chiude il proprio cuore, com'è possibile che l'amor di Dio dimori in lui? Figlioli, non amiamo a parole... ma a fatti e in verità» (I Io. 3, 16 ss.).
[F. S.]

BIBL. - P. DE AMBROGGI, Le epistole cattoliche. 2a ed., Torino 1949, pp. 59 55. 251 ss.; G. PRIERO, Tobia, 1953, pp. 42 s. 126 s.

Autore: Mons. Francesco Spadafora
Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora