Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Lingua


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Per mezzo della lingua l‘uomo comunica Con il suo simile ed esprime a Dio i sentimenti del suo cuore. L‘esserne privati dell‘uso può rappresentare un castigo divino (LC 1, 20; Sal 137, 6); renderne l‘uso ai muti è un‘opera messianica (Is 35, 6; MC 7, 3337), che permette loro di Cantare le lodi di Dio (Li: 1, 64). 1. Buono e cattivo uso della lingua. - «Morte e vita sono in potere della lingua» (Prov 18, 21). Questo vecchio tema della letteratura universale ha la sua eco nei sapienti (Prov, Sal, Eccli), fino in Giacomo: «Con essa benediciamo il Signore e Padre, e con essa malediciamo gli uomini fatti ad immagine di Dio» (Giac 3, 2-12). Ecco la lingua perversa: da essa vengono menzogna, frode, doppiezza, maldicenza, calunnia (Sal 10, 7; Eccli 51, 2-6). È un serpente (Sal 104, 4), un rasoio affilato (Sal 52, 4), una spada tagliente (Sal 57, 7), una freccia omicida (Ger 9, 7; 18, 18). Ma, alla Constatazione pessimistica: «Chi non ha mai peccato con la lingua?» (Eccli 19, 16), risponde l‘augurio: «Beato chi non ha mai peccato Con la lingua!» (25, 8). Si spera quindi Che nel giorno di Jahve, tra il resto degli eletti, non Ci sarà più «lingua ingannatrice» (Sof 3,13). Questa speranza non è una parola vana, perché fin d‘ora si può descrivere la lingua del giusto. È argento puro (Prov 10, 20): celebra la giustizia e proclama la lode di Dio (Sal 35, 28; 45, 2), confessa la sua potenza universale (Is 45, 24). Infine, al pari delle labbra, la lingua rivela il cuore dell‘uomo; le opere devono rispondere alle sue parole: «Non amiamo a parole o Con la lingua, ma a fatti, in verità» (1 Gv 3, 18; cfr. Giac 1, 26). 2. Diversità delle lingue. I popoli dell‘universo sono di «ogni lingua». Con questa espressione concreta la Bibbia designa la diversità delle Civiltà, Che non esprime soltanto la ricchezza intellettuale del genere umano, ma è un principio di incomprensione tra gli uomini, un aspetto del mistero del peccato, di Cui la torre di Babele (Gen 11) suggerisce il significato religioso: l‘orgoglio sacrilego degli uomini che Costruiscono la loro città senza Dio ha avuto come frutto questa confusione delle lingue. Con l‘evento della Pentecoste (Atti 2, 1-13), la divisione degli uomini è superata: lo Spirito Santo si divide in lingue di fuoco sugli apostoli, per modo che il vangelo sarà inteso nelle lingue di tutte le nazioni. Così gli uomini saranno riconciliati dal linguaggio unico dello Spirito, che è carità. Negli apostoli, il carisma del «parlare in lingue» è ad un tempo una forma di preghiera che loda Dio nell‘entusiasmo (Atti 2, 4; 10, 46) ed una forma di profezia che annunzia agli uomini le meraviglie di Dio (Atti 2, 6. 11; 19, 6). Per disciplinare nella Chiesa l‘uso di questo carisma, Paolo ne loda la prima forma, ma dichiara di preferire la seconda, perché è utile a tutti (1 Cor 14, 5). Le manifestazioni della Pentecoste fanno vedere che, sin dalla sua nascita, la Chiesa è cattolica, perché si rivolge agli uomini di tutte le lingue e li raccoglie in una lode unica delle meraviglie di Dio (cfr. Is 66, 18; Apoc 5, 9; 7, 9...). Così «ogni lingua confesserà che Gesù è Signore, a gloria di Dio Padre» (Fil 2, 11).

Autore: P. De Surgy
Fonte: Dizionario teologico biblico