Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Decapoli


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Confederazione di dieci città ellenistiche, situate tutte, eccetto Scitopoli, oltre il Giordano, ricordate nei Vangeli (Mt. 4, 25; Mc. 5, 20; 7, 31), in F. Giuseppe (Vita 65, 341 ss.; 74, 410), Plinio (Historia Nat. 5, 18, 74) ed in un'iscrizione palmirena (Corpus inscrip. graec., n. 4501).
Per intervento di Pompeo M. nel 64 a. C. le città della D. raggiunsero la libertà dalle locali autorità e l'autonomia urbana con diretta dipendenza dal procuratore di Siria. Erano costituite da coloni greci, penetratici al tempo dei Tolomei e dei Seleucidi, ellenistici di lingua, religione e legge. I Giudei, pochissimi, erano soltanto tollerati e privi di diritto di cittadinanza; ma godevano libertà di religione e di culto. Non sempre fu costante né il numero né il nome delle città (però il nome "decapoli" rimase immutato) giacché, in seguito a cambiamenti politici, alcune città uscirono dalla confederazione mentre altre vi entrarono. Secondo Plinio (Hist. Nat. 5, 18, 74) le dieci città erano: Damasco; Hippos (Qual'at el Hosn); Gadara (Mukeis) che fu con Hippos donata da Augusto ad Erode ma riacquistò con questa l'autonomia dopo la morte di Mode; Refana (er Rafeh); Canatha (Qanawat, vicina a er Rafeh al confine occidentale del monte Hawran); Scitopoli (Beisan); Pella (Tabaqat Fahil, al confine settentrionale della Perea); Dion (Kefr Dahim, nell"Aglun); Gerasa (Geras) e Filadelfia ('Amman).
Nel sec. II d. C. coll'incorporazione di Gerasa e di Filadelfia alla provincia romana dell'Arabia, la D. si sciolse e ne rimase solo il ricordo presso scrittori ecclesiastici (Eusebio ed Epifanio).
Cristo fu seguito da folle della D. al principio del suo ministero (Mt. 4, 25), ne attraversò il territorio, guarendo il sordomuto (Mc. 7, 31-37), quando da Sidone raggiunse il lago di Genezareth; vi guarì un indemoniato che divenne, su suo invito, il primo missionario della D. (Mc. 5, 2-20).
[A. R.]

BIBL. - U. HOLZMEISTER, Storia dei tempi del Nuovo Testamento. (trad. it. e rimaneggiamento del P. Zedda). Torino 1950, pp. 134-14.4 (collezione La S. Bibbia).

Autore: Mons. Francesco Spadafora
Fonte: Dizionario Biblico diretto da Francesco Spadafora