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Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Gesù (Nome di)


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Questo articolo intende soltanto mettere in rilievo tutto Ciò che l‘uso del nome di Gesù, fra tanti nomi diversi, suggerisce e significa.

I. «QUEL GESÙ» Questo nome significa anzitutto Ciò che il nome designa normalmente nel linguaggio umano ed in particolare nel pensiero biblico: l‘essere stesso nella sua singolarità, nella sua individualità concreta e personale: lui e non un altro, lui e tutto ciò che egli è, quel Gesù, Come lo chiamano parecchi testi (Atti 1, 11; 2, 36; 5, 30; 9, 17). Questo dimostrativo, espresso o no, traduce quasi sempre l‘affermazione cristiana fondamentale, la continuità tra il personaggio apparso nella carne, e l‘essere divino Confessato dalla fede: «Quel Gesù che voi avete crocifisso, Dio lo ha fatto Signore e Cristo» (2, 36); «Quel Gesù, or ora salito al cielo, ritornerà nello stesso apparato Con cui lo avete visto andarvi» (1, 11); «Colui che è stato abbassato per un momento al di sotto degli angeli, Gesù, noi lo vediamo coronato di gloria eterna» (Ebr 2, 9). La rivelazione Che convertì Saulo sulla strada di Damasco è dello stesso tipo: «Io sono Gesù Che tu perseguiti» (Atti 9, 5; 22, 8; 26, 15); non soltanto essa scopre al persecutore, inseparabile dai suoi, la presenza del loro Signore, ma gli fa riconoscere l‘identità tra l‘essere celeste che gli si impone con la sua onnipotenza, ed il bestemmiatore galileo che egli perseguitava con il suo odio. Egli è stato per sempre «afferrato da Cristo Gesù» (Fil 3,12) e sacrifica tutti i suoi vantaggi per entrare nella «conoscenza di Cristo Gesù [suo] Signore» (3, 8). Il Cristo grandioso che riempie l‘universo con la pienezza divina (Col 1, 15-20) rimane «il Cristo quale voi avete ricevuto, Gesù il Signore» (2, 6).

II. GESÙ NAZARENO - Essere di carne, «nato da una donna, nato suddito della legge» (Gal 4, 4), Gesù è apparso nel mondo ad una data determinata, f «mentre Quirino era governatore di Siria» (Le 2, 2), in una famiglia umana, quella di ? «Giuseppe, della Casa di David» (1, 275, residente «in una città di Galilea, chiamata Nazaret» (1, 26). li nome Che, Come ogni bambino giudeo, egli riceve alla circoncisione (Lc 1,31; 2,21; Mt 1,21.25) non è eccezionale in Israele (cfr. Eccli 51, 30). Ma Dio, che in questo bambino si è fatto Emmanuel, «Dio Con noi» (Mt 1, 23), realizza in lui la promessa fatta al primo Gesù, Giosuè, di essere con lui e di rivelarsi «Jahve salvatore» (Deut 31, 7 s). Tuttavia la sua origine appare così Comune che, per designarlo, non si aggiunge normalmente al suo nome, Come nel caso di una famiglia nota, il nome del padre e degli antenati (cfr. Eccli 51,30), ma semplicemente quello di Nazaret, sua patria. Più tardi le genealogie di Mt e di LC sottolineeranno l‘ascendenza regale di Gesù, le prime proclamazioni della fede insistono piuttosto sul modo corrente di designarlo e sul ricordo lasciato dal passaggio di «Gesù Nazareno» (Gv-19, 19;. Atti 2, 22; 4, 10; 6, 14; 22, 8).

III. GESÚ NEI VANGELI Gesù è il nome ordinariamente usato dai vangeli per designare il Cristo e riferire la sua attività. Pare tuttavia che lo si sia chiamato generalmente «rabbi», maestro (MC 4, 38; 5, 35; 10, 17), e, dopo la sua morte ed il suo ingresso nella gloria, si evoca «il Signore». Ma i vangeli, a parte talune determinate eccezioni (cfr. Mt 21, 3 e soprattutto i passi puramente «lucani»: Lc 7, 13; 10, 1; ecc.), parlano sempre semplicemente di Gesù. Non si tratta affatto di uno sforzo artificioso per rendere un linguaggio anteriore alla fede, del tempo in cui Gesù non aveva ancora finito di rivelarsi ed in cui la maggioranza non vedeva in lui Che un uomo. Senza il minimo artificio i vangeli seguono il movimento stesso della fede, che consiste sempre nell‘applicare a «quel Gesù», al personaggio concreto, i titoli salvifici e divini, quelli di Signore (Atti 1, 21; 2, 36; 9, 17; ecc.), di Cristo (2, 36; 9, 22; 18, 28; ecc.), di salvatore (5, 31; 13, 23), di Figlio di Dio (9,20; 13,33), di servo di Dio (4,27.30). Parlando sempre di Gesù, i vangeli sono esattamente nella linea di ciò che vogliono essere: il vangelo, l‘annunzio della buona novella di Gesù (8,35), di Cristo Gesù (5,42; 8,12), del Signore Gesù (11, 20; cfr. 15,35). Il vangelo di Giovanni, Che è il più attento nel sottolineare costantemente la qualità divina di Cristo, nel far vedere in Ciascuno dei suoi atti la gloria del Figlio unico (Gv 1, 14), la sovranità rimessa al figlio dell‘uomo (1,51; 3,14), non perde occasione di pronunziare il nome di Gesù, ripetendolo anche quando sembra superfluo, nei dialoghi più semplici (Gv 4,6.21; 11, 32-41). Attraverso la volontà di «confessare Gesù Cristo venuto nella carne» (1 Gv 4, 2), questa attenzione rivela la certezza, ogni volta Che questo nome ritorna, di toccare e di rivelare la ricchezza del «Verbo di vita» (1, 1).

IV. IL NOME AL DI SOPRA DI OGNI NOME Se la fede cristiana non può staccarsi da Gesù e da tutto Ciò che questo nome implica di abbassamento e di umanità concreta, si è perché questo nome è diventato quello del Signore e non si può più ormai separarlo dal «nome al di sopra di ogni nome», di modo che «dinanzi al nome di Gesù ogni ginocchio piega, in Cielo, sulla terra e negli inferi» (Fil 2, 9 ss). Diventando il Signore, Gesù non perde il proprio nome, tosi come non perde la propria umanità, ma il suo nome è come trasfigurato, Circondato e impregnato dalla grandezza e dalla potenza del nome ineffabile. L‘unica salvezza dell‘umanità (Atti 4,12), l‘unica ricchezza della Chiesa (3, 6), l‘unica potenza di cui essa dispone, è Gesù: «Gesù Cristo ti guarisce» (9, 34). Tutta la missione della Chiesa consiste nel «parlare nel nome di Gesù» (5,40). Così Paolo, nelle sinagoghe di Damasco, l‘indomani della sua Conversione, «predica Gesù (9, 20); sull‘agorà di Atene, «egli annunzia Gesù e la risurrezione» (17, 18), ed a Corinto, «Gesù Cristo e Gesù Cristo Crocifisso» (1 Cor 2, 2). Tutta l‘esistenza Cristiana consiste nel «consacrare la propria vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo» (Atti 15, 26), e la gioia suprema Consiste nell‘essere «stimati degni di subire oltraggi» (5, 41) e di «morire per il nome del Signore Gesù» (21, 13).

Autore: J. Guillet
Fonte: Dizionario teologico biblico