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Venerdi, 19 aprile 2024 - San Leone IX Papa ( Letture di oggi)

Edificare


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I temi della costruzione, dell‘edificio che si Costruisce, occupano un grande posto nella Bibbia, libro di un popolo che si edifica e costruisce le sue case, le sue città, il suo tempio. Costruire è un desiderio naturale dell‘uomo; Dio ne farà uno dei perni del suo disegno di salvezza.

I. L’EDIFICAZIONE DELL’ANTICO ISRAELE

1. Edificare una famiglia e costruire un edificio. - Il verbo ebraico banab designa innanzitutto la Costruzione di edifici materiali, di un altare (Gen 8, 20), di una casa (33, 17), di una città (4, 17), e Dio non Condanna queste imprese, a condizione che non siano, come a Babele, destinate a porre l‘uomo contro di lui (Gen 11, 1-9). La presenza divina è indispensabile perché l‘opera non sia votata al fallimento (Sal 127, 1). Le costruzioni «pagane» non hanno importanza dinanzi a Dio, ed egli le distruggerà quando vorrà, per quanto possano apparire belle e solide (Am 3, 12 ss; Sof 2, 4 ss; Zac 9, 3 ss). Edificare si dice di una famiglia crome di un fabbricato: Dio edifica la donna Con la Costola di Adamo (Gen 2,22); una madre è «edificata» dai figli che mette al mondo (16,2; 30,3). Ma colui Che compie questa edificazione è Dio (1 Re 11, 38). Dalla persona alla famiglia, alla tribù ed al popolo, soprattutto attraverso il concetto di casa, il passaggio è facile e naturale. Anche allora è Dio Che agisce per edificare la dinastia di David (2 Sam 7,11), la Casa od il popolo di Israele (Ger 12,16; 24,6; 31,4).

2. Costruire e distruggere. - Benedicendo «l‘opera delle mani dell‘uomo» (Deut 14, 29; 15, 10), Dio le dà Compimento e solidità, la «edifica». Ma se l‘uomo dimentica Dio, questi distruggerà l‘opera edificata senza di lui (Ger 24, 6; 42, 10). L‘annientamento delle persone, delle abitazioni, delle Città e dei popoli sarà la testimonianza del suo castigo. Geremia, il profeta di questa distruzione, è mandato «per distruggere e sradicare, per costruire e piantare» (Ger 1, 10). Ma Dio, che è fedele e che costruisce (cfr. il nome proprio Jibneja, «Jahve Costruisce», 1 Cron 9, 8), non distrugge totalmente e senza appello. Anche quando riversa su ogni grandezza umana (Is 2, 11) il flutto distrut tore della sua ira (Is 28, 18; 30,28), continua sempre a fare opera costruttiva (Is 44, 26; 58, 12). La Capanna di David abbattuta sarà ricostruita (Am 9, 11), il popolo ritornerà dall‘esilio e ricostruirà le sue Città (Ger 30, 4.18), Gerusalemme e il tempio saranno restaurati (Agg 1, 8; Zac 6, 13; Ger 31, 38). Le stesse immagini descrivono le ricostruzioni materiali e la restaurazione del popolo, le case che salgono e la popolazione che affluisce (Is 49, 19-21; Ger 30, 18 s).

II. IL NUOVO FONDAMENTO

Il nuovo edificio, il nuovo popolo, pur essendo la Continuazione dell‘antico, di Israele e delle sue istituzioni, non poggia su di esso. E' fondato sull‘elemento essenziale, sulla pietra Che Dio destinava ad essere il fastigio ed il Coronamento di tutta l‘opera costruita da Dio in Israele (Gios 28,16; Zac 4,7). Ma gli operai incaricati del lavoro hanno rigettato questa pietra che li imbarazzava (cfr. Sal 118,22; MI 21,41 s par.). Il fatto meraviglioso è che questa pietra di scarto, da sola, concentrava in sé tutta la prima Costruzione, per modo Che, ponendola alla base del nuovo edificio (Sal 118, 22), Dio riprende e porta a termine tutta l‘opera anteriore. A motivo della Cattiva volontà degli operai, Dio in persona costruisce «agli occhi nostri un‘opera mirabile», un capolavoro inimmaginabile. La pietra angolare rigettata e diventata «la pietra d‘angolo» (1 Piet 2, 7), «il solo fondamento» possibile (1 Cor 3, 11), è Gesù Cristo (Atti 4, 11). Gesù Cristo è parimenti il nuovo tempio. Dopo Geremia (cfr. Ger 7,12- 15), Gesù profetizza la distruzione dell‘edificio magnifico, orgoglio di Israele, diventato «una spelonca di ladri» (Ger 7, 11; Mt 21, 12) e la restaurazione - in tre giorni, Cioè in un niente - di un altro tempio, il suo proprio Corpo; e l‘artefice di questa costruzione sarà egli stesso (Gv 2, 19- 22).

III. L’EDIFICAZIONE DEL CORPO DI CRISTO

1. Io edificherò la mia Chiesa. - Pietra d‘angolo e tempio santo, Gesù non è solamente il nuovo edificio, ne è pure il costruttore. L‘edificio è la sua opera, è «la sua Chiesa» (Mt 16, 18), di cui egli sceglie e sistema i materiali; tosi pone Pietro alla base. E, nella sua gloria, «è ancora lui Che dà» a ciascuno il suo posto ed il suo ministero, che dà a tutti gli elementi dell‘edificio «concordia e coesione» e costruisce in tal modo il suo proprio corpo nella carità (Ef 4, 11-16).

2. Coloro che edificano. - Sono anzitutto coloro che Cristo ha posto come «fondamenta»: gli apostoli (Ef 2, 20). Essi sono nello stesso tempo «fondamenta» e «fondatori» delle Chiese alle quali danno origine. Come, per Geremia, edificare rientrava nel ministero profetico (Ger 1, 10; 24, 6), Così per Paolo edificare è proprio del carisma apostolico (2 Cor 10, 8; 12, 19; 13, 10). «Cooperatori di Dio» (1 Cot 3, 9), gli apostoli devono piantare (3, 6), devono «porre il fondamento» che è Gesù Cristo (3, 10 s).

3. Il corpo che si costruisce. - Sotto l‘azíone del capo, Cristo, il corpo tutto intero «si costruisce esso stesso» (Ef 4, 15 s) in tutte le sue parti. Non soltanto il ministero di edificare la Chiesa si estende ai «profeti, evangelisti, pastori e dottori» (Ef 4, 11), incaricati di determinate responsabilità; ma tutti i «santi», che sono «il campo e la edificazione di Dio» (1 Cor 3, 9), devono prendere parte attiva a questa edificazione. È un‘opera comune e mutua, in cui ognuno edifica l‘altro, dandogli il suo pieno valore nell‘edificio, e ricevendo dall‘altro aiuto e forza (Rom 14, 19; 15, 2; 1 Tess 5, 11; Giuda 10); è un dovere Capitale ed un Criterio essenziale nel discernimento dei carismi: i più preziosi sono quelli Che edificano l‘assemblea (1 Cor 14, 12). Edificare i propri fratelli significa edificare la Chiesa, a Condizione, naturalmente, di rimanere «radicati ed edificati» in Cristo e nella sua tradizione autentica (Col 2, 6 s): nell‘ultimo giorno il fuoco proverà la qualità dei materiali usati (1 Cor 3, 10-15).

4. Il nuovo edificio è la città santa, la nuova Gerusalemme (Apoc 21, 2). Esso discende dal cielo, da presso Dio, perché non vi si ritrova più nulla di ciò che produce il peccato: né morte, né lutto, né grido, né dolore, ed è tutto intero opera di Dio (Apoc 21, 4). Tuttavia «esso poggia su dodici basamenti, che portano ciascuno il nome di uno dei dodici apostoli dell‘agnello» (21, 14), e «sulle sue porte sono scritti i nomi delle dodici tribù di Israele» (21, 12). È quindi l‘edificio fondato da Gesù Cristo e da lui affidato ai suoi apostoli, è la Chiesa edificata dal lavoro di tutti i suoi santi. Di fatto è la sposa; ed il suo abbigliamento - «la veste di una bianchezza splendente», ma anche tutte le pietre preziose Che sfavillano dovunque e riflettono la luce della gloria divina (21, 19-23) -, sono «le buone azioni dei fedeli» (19, 8). Tutto in questo edificio è opera di Dio, ed esso è Costruito tutto intero dai santi. Tale è il mistero della grazia.

Autore: J.M. Fenesse e J. Guillet
Fonte: Dizionario di Teologia Biblica