Rahner Karl
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I. Vita e opere. R. nasce a Freiburg, in Germania, nel 1904 e muore nel 1984. La sua opera teologica è molto feconda e valida. Insegna teologia ad Innsbruck, Monaco e Münster e tiene conferenze in tutto il mondo. La sua bibliografia è composta da quattrocento scritti (sono state stampate più di un milione di copie dei suoi tascabili) e da tre volumi di interviste televisive e radiofoniche. Inoltre, s'impegna in un lavoro editoriale monumentale, com'è attestato dall'edizione di enciclopedie teologiche e di libri in collaborazione. L'influenza di R. sul Concilio Vaticano II e la sua incidenza teologica sono molto significative tanto da essere giustamente definito il " motore discreto della Chiesa cattolica romana " e il " padre della Chiesa cattolica del sec. XX ". Si comprende perché questo semplice sacerdote gesuita sia molto noto come teologo profondo e altamente speculativo. Altrettanto adatto a R. è il titolo di Doctor mysticus, poiché egli è il teologo mistico più importante del sec. XX.
II. Dottrina. R. sostiene che l'esperienza umana più profonda è nella relazione con Dio il cui mistero, luce ed amore, avvolgono totalmente la persona. " In ogni essere umano, scrive R., c'è qualcosa che assomiglia ad un'esperienza di base anonima, atematica, forse repressa, di orientamento verso Dio, un'esperienza che è costitutiva dell'uomo nella sua concreta composizione (di natura e grazia), che può essere repressa ma non distrutta, che è "mistica", (o se si preferisce un termine meno compromettente), che ha il suo ambiente in quello che gli antichi Padri chiamano contemplazione infusa ". In questo modo, R. concepisce la persona umana come homo mysticus, come un mistico nel mondo, un essere estatico creato per arrendersi volontariamente e amorevolmente al Mistero che dona interamente se stesso a tutti e abbraccia tutti. Per R. l'esperienza in Dio forma l'ambiente, la risacca o il metabolismo spirituale di base della vita quotidiana. Tutto ciò a causa dell'autocomunicazione universale di Dio, una comunicazione che la persona umana deve liberamente accettare o rifiutare. Chiunque - perfino lo gnostico o l'ateo - viva morigeratamente, altruisticamente, onestamente, coraggiosamente e si ponga al servizio del prossimo, sperimenta la mistica del quotidiano. Accettare coraggiosamente e totalmente la vita e noi stessi, persino quando tutto intorno sembra crollare, è forse la prima esperienza mistica della vita quotidiana. Chiunque accetti la vita e se stesso in questo modo, accetta implicitamente anche il Mistero che riempie il vuoto sia di noi stessi, sia della vita. E, poiché la grazia di Cristo sostiene questa speranza contro ogni speranza, l'esperienza è, almeno anonimamente, cristiana, cioè si è cristiani di fatto se non di nome. Per questo motivo, R. concepisce l'autentica mistica come arrendevolezza alla profondità dell'uomo, alla profondità della vita, al mistero stesso. Tale arrendevolezza è nutrita con o senza tecniche di introversione, meditazione o contemplazione. Per R., Cristo è la parola mistica perfettamente incarnata, l'esempio principale di tutta la mistica autentica, perché la sua umanità appartiene così perfettamente a Dio da essere essa stessa l'umanità di Dio nel mondo. La croce di Cristo simboleggia per l'uomo la necessità di morire a tutte le cose create per appartenere al mistero della creazione. La risurrezione di Cristo simboleggia, invece, che il Mistero accetta e conferma quella totale arrendevolezza e che morire a se stessi e a tutte le cose create non è, in ultima analisi, assurdo, ma l'inizio della vita eterna. Grazie al suo profondo cristocentrismo, R. apprezza la dimensione sacramentale e incarnazionale della mistica cristiana. Infatti, egli stesso afferma che " si deve comprendere che nell'uomo terreno questo vuoto di sé non sarà soddisfatto praticando la pura interiorità, ma attraverso concrete attività che vengono chiamate umiltà, sacrificio, amore per il prossimo, croce e morte. Bisogna, infatti, discendere agli inferi insieme a Cristo. Occorre perdere la propria anima non direttamente per il Dio che è al di sopra di ogni nome, ma al servizio di qualche confratello ". Per R. esiste una dimensione mistica dell'amore umano poiché l'amore per il prossimo è amore per Dio. Inoltre, poiché sottolinea l'aspetto sia sociale che individuale della persona umana, R. sostiene che l'amore umano contiene una dimensione socio-politica, perciò scrive in modo convincente non solo sulla relazione solitaria di una persona con Dio, ma anche sulla relazione dei mistici con la teologia della liberazione e la teologia politica. Stimolato dalla " mistica di s. Ignazio sulla gioia del mondo " e dal bisogno di trovare Dio in tutte le cose e tutte le cose in Dio, la teologia mistica di R. contiene un intento rivelatorio sul mistero della sofferenza di Dio e dell'amore vittorioso in Cristo in ogni dimensione della vita umana. Nessun altro grande teologo contemporaneo ha scritto una " teologia delle cose quotidiane ", una teologia del lavoro, dei continui spostamenti, del riposo, del guardare, del ridere e del mangiare. I suoi libri di preghiera e sulla preghiera - per i quali è stato chiamato il maestro della preghiera del sec. XX - sviluppano tutti questi temi. R. non considera tutte le mistiche uguali, ma distingue accuratamente la mistica genuina di Dio dai misticismi più ambigui, ossia dagli automisticismi, dalla mistica della natura e della psiche. Nella mistica di Dio, la sempre presente esperienza in Dio viene purificata, intensificata e condotta ad un livello più alto di esplicitazione. Nell'automisticismo, la persona s'immerge nelle profondità misteriose della qualità spirituale dell'Io senza sperimentare Dio totalmente. Il misticismo della natura favorisce l'esperienza della propria unità " pancosmica " con il creato. Infine, il misticismo psichico tende ad un'esperienza intensificata dell'Es, degli archetipi e simili. R. parla di misticismo carismatico come di " un misticismo delle masse ", " un misticismo in abiti rozzi ". Più entusiastico e concreto del misticismo della vita di tutti i giorni, il misticismo carismatico ricorre più frequentemente al misticismo straordinario dei santi. Per R., il parlare in lingue, il curare le infermità, il profetare, il godere dell'esperienza della conversione ed altri doni carismatici esercitano un potere straordinario nell'intensificare la sempre presente esperienza personale di Dio e nell'approfondire la vita cristiana di fede, speranza ed amore. Per R. il misticismo dei grandi santi cristiani si trova nelle manifestazioni, psicologiche o parapsicologiche straordinariamente emozionanti, sperimentate nella fede, nella speranza e nell'amore che sono presenti in ogni vita cristiana. Infatti, " l'esperienza mistica, scrive R., non è specificatamente diversa dallo stato di grazia, ordinario in quanto tale ".
Bibl. Opere: La principale raccolta degli scritti teologici di Rahner è Schriften zur Theologie, voll. 14, Einsiedeln 1954-1979; tr. it. a cura delle ed. S. Paolo in successivi volumi che riprendono quasi tutti i saggi dell'ed. tedesca. La bibl. più completa degli scritti di Rahner si ha in R. Bleistein - E. Klinger, Bibliographie Karl Rahner, Freiburg i. Br. 1969, continuata da R. Bleistein per gli anni 1969-1974, Freiburg i. Br. 1974. Studi: Aa.Vv., La teologia contemporanea, Torino 1980, 416-419; H.D. Egan, The Devout Christian of the Future... Will be a "Mystic", in Aa.Vv., Theology and Discovery: Essays in Honor of Karl Rahner, S.J., Milwaukee 1980, 139-58; Id., What Are They Saying about Mysticism?, Mahwah 1982, 98-108; Id., The Mysticism of Everyday Life, in Formative Spirituality, 10 (1989)1, 8-26; Id., Karl Rahner, in Id., I mistici e la mistica, Città del Vaticano 1995, 664-673.
Autore: H.D. Egan
Fonte: Dizionario di Mistica (L. Borriello - E. Caruana M.R. Del Genio - N. Suffi)