Scrutatio

Martedi, 19 marzo 2024 - San Giuseppe ( Letture di oggi)

Proverbia 27


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VULGATABIBBIA
1 Ne glorieris in crastinum,
ignorans quid superventura pariat dies.
1 Non ti vantare del domani,
perché non sai neppure che cosa genera l'oggi.
2 Laudet te alienus, et non os tuum ;
extraneus, et non labia tua.
2 Ti lodi un altro e non la tua bocca,
un estraneo e non le tue labbra.
3 Grave est saxum, et onerosa arena,
sed ira stulti utroque gravior.
3 La pietra è greve, la sabbia è pesante,
ma più dell'una e dell'altra lo è il fastidio dello stolto.
4 Ira non habet misericordiam nec erumpens furor,
et impetum concitati ferre quis poterit ?
4 La collera è crudele, l'ira è impetuosa;
ma chi può resistere alla gelosia?
5 Melior est manifesta correptio
quam amor absconditus.
5 Meglio un rimprovero aperto
che un amore celato.
6 Meliora sunt vulnera diligentis
quam fraudulenta oscula odientis.
6 Leali sono le ferite di un amico,
fallaci i baci di un nemico.
7 Anima saturata calcabit favum,
et anima esuriens etiam amarum pro dulci sumet.
7 Gola sazia disprezza il miele;
per chi ha fame anche l'amaro è dolce.
8 Sicut avis transmigrans de nido suo,
sic vir qui derelinquit locum suum.
8 Come un uccello che vola lontano dal nido
così è l'uomo che va errando lontano dalla dimora.
9 Unguento et variis odoribus delectatur cor,
et bonis amici consiliis anima dulcoratur.
9 Il profumo e l'incenso allietano il cuore,
la dolcezza di un amico rassicura l'anima.
10 Amicum tuum et amicum patris tui ne dimiseris,
et domum fratris tui ne ingrediaris in die afflictionis tuæ.
Melior est vicinus juxta
quam frater procul.
10 Non abbandonare il tuo amico né quello di tuo padre,
non entrare nella casa di tuo fratello
nel giorno della tua disgrazia.
Meglio un amico vicino che un fratello lontano.
11 Stude sapientiæ, fili mi, et lætifica cor meum,
ut possis exprobranti respondere sermonem.
11 Sii saggio, figlio mio, e allieterai il mio cuore
e avrò di che rispondere a colui che mi insulta.
12 Astutus videns malum, absconditus est :
parvuli transeuntes sustinuerunt dispendia.
12 L'accorto vede il pericolo e si nasconde,
gli inesperti vanno avanti e la pagano.
13 Tolle vestimentum ejus qui spopondit pro extraneo,
et pro alienis aufer ei pignus.
13 Prendigli il vestito perché si è fatto garante per uno straniero
e tienilo in pegno per gli sconosciuti.
14 Qui benedicit proximo suo voce grandi,
de nocte consurgens maledicenti similis erit.
14 Benedire il prossimo di buon mattino ad alta voce
gli sarà imputato come una maledizione.
15 Tecta perstillantia in die frigoris
et litigiosa mulier comparantur.
15 Il gocciolar continuo in tempo di pioggia
e una moglie litigiosa, si rassomigliano:
16 Qui retinet eam quasi qui ventum teneat,
et oleum dexteræ suæ vocabit.
16 chi la vuol trattenere, trattiene il vento
e raccoglie l'olio con la mano destra.
17 Ferrum ferro exacuitur,
et homo exacuit faciem amici sui.
17 Il ferro si aguzza con il ferro
e l'uomo aguzza l'ingegno del suo compagno.
18 Qui servat ficum comedet fructus ejus,
et qui custos est domini sui glorificabitur.
18 Il guardiano di un fico ne mangia i frutti,
chi ha cura del suo padrone ne riceverà onori.
19 Quomodo in aquis resplendent vultus prospicientium,
sic corda hominum manifesta sunt prudentibus.
19 Come un volto differisce da un altro,
così i cuori degli uomini differiscono fra di loro.
20 Infernus et perditio numquam implentur :
similiter et oculi hominum insatiabiles.
20 Come gli inferi e l'abisso non si saziano mai,
così non si saziano mai gli occhi dell'uomo.
21 Quomodo probatur in conflatorio argentum et in fornace aurum,
sic probatur homo ore laudantis.
Cor iniqui inquirit mala,
cor autem rectum inquirit scientiam.
21 Come il crogiuolo è per l'argento e il fornello per l'oro,
così l'uomo rispetto alla bocca di chi lo loda.
22 Si contuderis stultum in pila
quasi ptisanas feriente desuper pilo,
non auferetur ab eo stultitia ejus.
22 Anche se tu pestassi lo stolto nel mortaio
tra i grani con il pestello,
non scuoteresti da lui la sua stoltezza.
23 Diligenter agnosce vultum pecoris tui,
tuosque greges considera :
23 Preòccupati del tuo gregge,
abbi cura delle tue mandrie,
24 non enim habebis jugiter potestatem,
sed corona tribuetur in generationem et generationem.
24 perché non sono perenni le ricchezze,
né un tesoro si trasmette di generazione in generazione.
25 Aperta sunt prata, et apparuerunt herbæ virentes,
et collecta sunt fœna de montibus.
25 Si toglie il fieno, apparisce l'erba nuova
e si raccolgono i foraggi dei monti;
26 Agni ad vestimentum tuum,
et hædi ad agri pretium.
26 gli agnelli ti danno le vesti
e i capretti il prezzo per comprare un campo,
27 Sufficiat tibi lac caprarum in cibos tuos,
et in necessaria domus tuæ, et ad victum ancillis tuis.
27 le capre latte abbondante per il cibo
e per vitto della tua famiglia.
e per mantenere le tue schiave.