Scrutatio

Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Qoelet 8


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NOVA VULGATABIBBIA
1 Quis talis, ut sapiens est?
Et quis cognovit solutionem re rum?
Sapientia hominis illuminat vultum eius,
et durities faciei illius commutatur.
1 Chi è come il saggio?
Chi conosce la spiegazione delle cose?
La sapienza dell'uomo ne rischiara il volto,
ne cambia la durezza del viso.

2 Os regis observa et propter iuramenta Dei2 Osserva gli ordini del re e, a causa del giuramento fatto a Dio,
3 ne festines recedere a facie eiusneque permaneas in re mala, quia omne, quod voluerit, faciet.3 non allontanarti in fretta da lui e non persistere nel male; perché egli può fare ciò che vuole.
4 Quia sermoillius potestate plenus est, nec dicere ei quisquam potest: “ Quare ita facis?”.4 Infatti, la parola del re è sovrana; chi può dirgli: "Che fai?".
5 Qui custodit praeceptum, non experietur quidquam mali; tempus et iudiciumcor sapientis intellegit.5 Chi osserva il comando non prova alcun male; la mente del saggio conosce il tempo e il giudizio.
6 Omni enim negotio tempus est et iudicium, et multahominis afflictio;6 Infatti, per ogni cosa vi è tempo e giudizio e il male dell'uomo ricade gravemente su chi lo fa.
7 ignorat enim quid futurum sit, nam quomodo sit futurum,quis nuntiabit ei?7 Questi ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come avverrà?
8 Non est in hominis potestate dominari super spiritum neccohibere spiritum, nec habet potestatem supra diem mortis, nec ulla remissio estingruente bello, neque salvabit impietas impium.
8 Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della sua morte, né c'è scampo dalla lotta; l'iniquità non salva colui che la compie.
9 Omnia haec consideravi et dedi cor meum cunctis operibus, quae fiunt sub sole,quo tempore dominatur homo homini in malum suum.9 Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie sotto il sole, quando l'uomo domina sull'altro uomo, a proprio danno.
10 Et ita vidi impios sepultos,discedentes de loco sancto; in oblivionem cadere in civitate, quod ita egerunt:sed et hoc vanitas est.10 Frattanto ho visto empi venir condotti alla sepoltura; invece, partirsene dal luogo santo ed essere dimenticati nella città coloro che avevano operato rettamente. Anche questo è vanità.
11 Etenim, quia non profertur cito sententia contraopera mala, ideo cor filiorum hominum repletur, ut perpetrent mala.11 Poiché non si dà una sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore dei figli dell'uomo è pieno di voglia di fare il male;
12 Nampeccator centies facit malum et prolongat sibi dies; verumtamen novi quod eritbonum timentibus Deum, qui verentur faciem eius.12 poiché il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui,
13 Non sit bonum impio, necprolongabit dies suos quasi umbram, qui non timet faciem Domini.13 e non sarà felice l'empio e non allungherà come un'ombra i suoi giorni, perché egli non teme Dio.
14 Est vanitas,quae fit super terram: sunt iusti, quibus mala proveniunt, quasi opera egerintimpiorum, et sunt impii, quibus bona proveniunt, quasi iustorum facta habeant;sed et hoc vanissimum iudico.14 Sulla terra si ha questa delusione: vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dagli empi con le loro opere, e vi sono empi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche questo è vanità.
15 Laudavi igitur laetitiam quod non esset hominibonum sub sole, nisi quod comederet et biberet atque gauderet et hoc solum secumauferret de labore suo in diebus vitae suae, quos dedit ei Deus sub sole.15 Perciò approvo l'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole.
16 Cumapposui cor meum, ut scirem sapientiam et intellegerem occupationem, quaeversatur in terra, quod diebus et noctibus somnum non capit oculis,16 Quando mi sono applicato a conoscere la sapienza e a considerare l'affannarsi che si fa sulla terra - poiché l'uomo non conosce riposo né giorno né notte -
17 ecceintellexi quod omnium operum Dei nullam possit homo invenire rationem eorum,quae fiunt sub sole; et quanto plus laboraverit homo ad quaerendum, tanto minusinveniet; etiamsi dixerit sapiens se nosse, non poterit reperire.
17 allora ho osservato tutta l'opera di Dio, e che l'uomo non può scoprire la ragione di quanto si compie sotto il sole; per quanto si affatichi a cercare, non può scoprirla. Anche se un saggio dicesse di conoscerla, nessuno potrebbe trovarla.