Scrutatio

Giovedi, 18 aprile 2024 - San Galdino ( Letture di oggi)

Giobbe 7


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NOVA VULGATABIBBIA
1 Nonne militia est vita hominis super terram,
et sicut dies mercennarii dies eius?
1 Non ha forse un duro lavoro l'uomo sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?
2 Sicut servus desiderat umbram,
et sicut mercennarius praestolatur mercedem suam,
2 Come lo schiavo sospira l'ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
3 sic et ego habui menses vacuos
et noctes laboriosas enumeravi mihi.
3 così a me son toccati mesi d'illusione
e notti di dolore mi sono state assegnate.
4 Si dormiero, dicam: Quando consurgam?
Et rursum exspectabo vesperam
et replebor doloribus usque crepusculum.
4 Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?".
Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino
all'alba.
5 Induta est caro mea putredine et sordibus pulveris;
cutis mea scinditur et diffluit.
5 Ricoperta di vermi e croste è la mia carne,
raggrinzita è la mia pelle e si disfà.
6 Dies mei velocius transierunt quam navicula texentis
et consumpti sunt deficiente filo.
6 I miei giorni sono stati più veloci d'una spola,
sono finiti senza speranza.
7 Memento quia ventus est vita mea,
et non revertetur oculus meus, ut videat bona.
7 Ricordati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene.
8 Nec aspiciet me visus hominis;
oculi tui in me, et non subsistam.
8 Non mi scorgerà più l'occhio di chi mi vede:
i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò.
9 Sicut consumitur nubes et pertransit,
sic, qui descenderit ad inferos, non ascendet
9 Una nube svanisce e se ne va,
così chi scende agl'inferi più non risale;
10 nec revertetur ultra in domum suam,
neque cognoscet eum amplius locus eius.
10 non tornerà più nella sua casa,
mai più lo rivedrà la sua dimora.
11 Quapropter et ego non parcam ori meo;
loquar in tribulatione spiritus mei, confabulabor cum amaritudine animae meae.
11 Ma io non terrò chiusa la mia bocca,
parlerò nell'angoscia del mio spirito,
mi lamenterò nell'amarezza del mio cuore!
12 Numquid mare ego sum aut cetus,
quia posuisti super me custodiam?
12 Son io forse il mare oppure un mostro marino,
perché tu mi metta accanto una guardia?
13 Si dixero: Consolabitur me lectulus meus,
et assumet stratum meum querelam meam,
13 Quando io dico: "Il mio giaciglio mi darà
sollievo,
il mio letto allevierà la mia sofferenza",
14 terrebis me per somnia
et per visiones horrore concuties.
14 tu allora mi spaventi con sogni
e con fantasmi tu mi atterrisci.
15 Quam ob rem eligit suspendium anima mea,
et mortem ossa mea.
15 Preferirei essere soffocato,
la morte piuttosto che questi miei dolori!
16 Desperavi; nequaquam ultra iam vivam.
Parce mihi, nihil enim sunt dies mei.
16 Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo.
Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.
17 Quid est homo, quia magnificas eum?
Aut quid apponis erga eum cor tuum?
17 Che è quest'uomo che tu nei fai tanto conto
e a lui rivolgi la tua attenzione
18 Visitas eum diluculo
et singulis momentis probas illum.
18 e lo scruti ogni mattina
e ad ogni istante lo metti alla prova?
19 Usquequo non avertes oculos a me?
Nec dimittis me, ut glutiam salivam meam?
19 Fino a quando da me non toglierai lo sguardo
e non mi lascerai inghiottire la saliva?
20 Peccavi; quid faciam tibi,
o custos hominum?
Quare posuisti me contrarium tibi, et factus sum mihimetipsi gravis?
20 Se ho peccato, che cosa ti ho fatto,
o custode dell'uomo?
Perché m'hai preso a bersaglio
e ti son diventato di peso?
21 Cur non tollis peccatum meum
et quare non aufers iniquitatem meam?
Ecce, nunc in pulvere dormiam;
et, si mane me quaesieris, non subsistam! ”.
21 Perché non cancelli il mio peccato
e non dimentichi la mia iniquità?
Ben presto giacerò nella polvere,
mi cercherai, ma più non sarò!