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Giovedi, 28 marzo 2024 - San Castore di Tarso ( Letture di oggi)

Genesi 39


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA
1 Giuseppe era stato portato in Egitto, e Potifàr, eunuco del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l’avevano condotto laggiù.1 Giuseppe era stato condotto in Egitto e Potifar, consigliere del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l'avevano condotto laggiù.
2 Il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell’Egiziano, suo padrone.2 Allora il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell'Egiziano, suo padrone.
3 Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che il Signore faceva riuscire per mano sua quanto egli intraprendeva.3 Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che quanto egli intraprendeva il Signore faceva riuscire nelle sue mani.
4 Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi, quello lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi.4 Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi quegli lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi.
5 Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell’Egiziano grazie a Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, sia in casa sia nella campagna.5 Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell'Egiziano per causa di Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, in casa e nella campagna.
6 Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non si occupava più di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e attraente di aspetto.
6 Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non gli domandava conto di nulla, se non del cibo che mangiava. Ora Giuseppe era bello di forma e avvenente di aspetto.
7 Dopo questi fatti, la moglie del padrone mise gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Còricati con me!».7 Dopo questi fatti, la moglie del padrone gettò gli occhi su Giuseppe e gli disse: "Unisciti a me!".
8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi.8 Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: "Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi.
9 Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nient’altro, se non te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?».9 Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nulla, se non te, perché sei sua moglie. E come potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?".
10 E benché giorno dopo giorno ella parlasse a Giuseppe in tal senso, egli non accettò di coricarsi insieme per unirsi a lei.
10 E, benché ogni giorno essa ne parlasse a Giuseppe, egli non acconsentì di unirsi, di darsi a lei.
11 Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c’era alcuno dei domestici.11 Ora un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c'era nessuno dei domestici.
12 Ella lo afferrò per la veste, dicendo: «Còricati con me!». Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e se ne andò fuori.12 Essa lo afferrò per la veste, dicendo: "Unisciti a me!". Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e uscì.
13 Allora lei, vedendo che egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori,13 Allora essa, vedendo ch'egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori,
14 chiamò i suoi domestici e disse loro: «Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo per divertirsi con noi! Mi si è accostato per coricarsi con me, ma io ho gridato a gran voce.14 chiamò i suoi domestici e disse loro: "Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo per scherzare con noi! Mi si è accostato per unirsi a me, ma io ho gridato a gran voce.
15 Egli, appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito e se ne è andato fuori».
15 Egli, appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito ed è uscito".
16 Ed ella pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa.16 Ed essa pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa.
17 Allora gli disse le stesse cose: «Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per divertirsi con me.17 Allora gli disse le stesse cose: "Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per scherzare con me.
18 Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori».18 Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori".
19 Il padrone, all’udire le parole che sua moglie gli ripeteva: «Proprio così mi ha fatto il tuo servo!», si accese d’ira.19 Quando il padrone udì le parole di sua moglie che gli parlava: "Proprio così mi ha fatto il tuo servo!", si accese d'ira.
20 Il padrone prese Giuseppe e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re.
Così egli rimase là in prigione.
20 Il padrone di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re.

21 Ma il Signore fu con Giuseppe, gli accordò benevolenza e gli fece trovare grazia agli occhi del comandante della prigione.
22 Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione, e quanto c’era da fare là dentro lo faceva lui.22 Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione e quanto c'era da fare là dentro, lo faceva lui.
23 Il comandante della prigione non si prendeva più cura di nulla di quanto era affidato a Giuseppe, perché il Signore era con lui e il Signore dava successo a tutto quanto egli faceva.23 Il comandante della prigione non si prendeva cura più di nulla di quanto gli era affidato, perché il Signore era con lui e quello che egli faceva il Signore faceva riuscire.